~60~

1.9K 107 0
                                    

«...sabato ti ho cacciata...»

Quel nome, per quante volte possa dirmelo, mi provoca sempre brividi indimenticabili. È stupendo, ma preferirei sentirmelo dire in altri momenti... non quando è lontano.
«Benji» Dico semplicemente e in modo dolce ignorando Marty che fa le facce stupide per prendermi in giro.
«Fan, non vedo l'ora di tornare per il matrimonio, ma siccome mi manchi, verrò già la prossima settimana, ti ho chiamata per comunicarti la notizia» Sorrido.
«È fantastico! Beh... Allora ci sentiamo» Chiudo appena lui ricambia il saluto.
«Allora?» Dice Martina posando a terra la bottiglia ormai vuota.
«Viene la prossima settimana e si trattiene fino al matrimonio! È fantastico» Batto le mani e sorrido.
«Mi fa piacere» Sorride.

«Allora, con Marco come va?» Chiedo stendendomi di nuovo sul prato tagliato del parco.
«Tutto bene, sai, mi ha chiamato Juri...»
O mio Dio! Juri, quello Juri?!
«Cosa? Che voleva da te quel pezzo di merda?» Strappo un po' di erba.
«Ha detto che è mortificato, non ce la fa più a stare senza di me, ha resistito mesi, ma ora non sopporta più la mia mancanza, e cose così...» Le viene quasi da ridere.
«E tu cosa hai risposto?» Credo di sapere già la solita risposta di Marty...
«Gli ho detto di prenderlo in culo e ho chiuso» Ridiamo come le matte... Lo immaginavo!

Sono quasi le tre, Martina è andata a prendere altre birre in casa e mi ha raccontato di come Marco la fa sentire quando sono soli, è incredibile, ma in questi mesi che ci siamo parlate poco, ho sentito molto la sua mancanza, il suo modo di chiamarmi Poppy, il suo senso dell'umorismo, ma soprattutto la sua presenza.

«Sei sveglia?» Mi dice. Apro gli occhi ed è mattina. Il sole splende.
«Si, ora si... Ma abbiamo dormito nel parco?» Mi guardo intorno.
«Si, con tutta la sbornia da smaltire, non credo saremo riuscite a tornare a casa e a salire le scale» Risponde. Mi alzo e faccio cenno a Marty di tornare a casa.
Sono gia tutti svegli e sono a tavola.
Questo lavoro ci ha proprio condizionati a svegliarci presto.
«Volete mangiare qualcosa?» Laura alza una fetta di pane con la cioccolata.

Prendiamo una fetta ciascuno e andiamo a cambiarci per andare a lavoro. Metto una semplice camicia bianca con una gonna rossa a tubino che ho comprato apposta, anche se l'outfit sarà coperto da un camice bianco.

Mi piace il mio nuovo lavoro: essendo ancora in prova, lavoro mezza giornata ma vengo pagata il triplo, è fantastico, solo con il mio stipendio potremmo pagare tutte le spese mensili della casa.
Metto dei tacchi bassi rossi presi in prestito da Laura che ha un interno armadio di soli tacchi, ed esco di casa.

Prendo l'autobus che mi ferma direttamente davanti allo stabilimento.
Quando entro in sala tutti mi guardano, forse perché la camicia mette un po' in risalto il mio ben di Dio, quindi mi affretto a mettere il camice e a mettermi nella mia postazione.

«Buongiorno, Fanny...» Il mio collega Ned mi saluta. È un bravo ragazzo, pelle bronzata, capelli castani e baffetto. Ha un anno in più di me.
«Ciao, Ned» Sorrido e comincio il mio lavoro.
«Potevi avvisarmi che avresti messo questa camicia in questo modo, mi sarei preparato» sorride. Mi sento in imbarazzo.
«Ed io ti avrei schiaffeggiato. Si vede così tanto?»
«Abbastanza». Abbottono l'intero camice.

FINO A FARMI MALE [Benjamin Mascolo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora