E la storia continua «100»

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Federico

Dopo quello che è successo ieri sera, Laura non mi ha rivolto la parola, si è coricata sul divano ed è caduta in un profondo sonno.

Forse ho sbagliato, non dovevo farlo. Però non me ne pento, perché ho seguito gli impulsi del cuore.

Stiamo facendo colazione in completo silenzio, ma io decido di spezzarlo:
«Laura, mi dispiace per quello che è successo ieri...»
«Ti dispiace? Federico basta scherzare. In questa situazione ogni tua risata è una mia disperazione...»
«Disperazione? Sul serio?»
«Si, perché ti voglio e non posso averti, Federico.» Rimango di sasso.

«Perché non vuoi avermi? Eccomi, anche io voglio averti, ma tu me lo impedisci!»
«Sarebbe facile, eh. Ma non posso perdonarti così facilmente. Hai fatto una cosa che... oddio, non voglio pensarci...»
«Proviamoci Laura, proviamo a ricominciare»
«Non possiamo ricominciare, tra pochi medi Sindy sforna i tuoi capolavori...»
«Non parlare di lei così» so che non dovrei difenderla, ma quando mi parlano male di Sindy mi sento male.
«La difendi anche ora...»
«Certo che la difendo, è mia amica...» si certo.

«Se io ti perdonassi, tu non dovresti più parlare con lei»
«Neanche per sogno»
«Bene, allora stiamo bene così»
«Perché ragioni così?» chiedo.
«Così come?» fa una smorfia.
«Come una bambina...»
«Pensa ai bambini che c'ha la tua amante nel grembo, e poi ne parliamo»
«Lei non è la mia amante, ho continuato a baciarla per sbaglio, ma non è la mia amante» penso.

«Cosa hai detto?!» cosa? Lo ho pensato, giusto?»
«Niente, io...»
«Tu hai continuato a baciarla anche dopo quella notte?»
«Io no, cioè si, forse...» sussurro.
«Sei un coglione, cazzo. Quasi quasi me ne torno al Boirls»
«No, resta qui» la imploro.

«Il senso di rimanere? Non mi ami più come una volta, e ora ne ho la certezza»
«Ma perché vai a queste conclusioni così affrettate? Come posso -in altro modo- di dimostrarti che ti amo?»
«Non farlo, se hai provato tutto i modi e io non sono ricaduta fra le tue braccia, allora fermati» si avvicina a me. È come se quella lontananza di fosse placata anche dentro di me.

«Non posso fermarmi, io ti voglio con me» dico.
«Non puoi avere il possesso di tutto»
«Ma tu sei già mia»
«No, cazzo no! Non lo sono più!» Sbraita esasperata.
«Si invece! Non saranno due marmocchi a dividermi da te!»
«Si invece! Quei marmocchi sono tuoi figli, Fede, tuoi figli. Solo la sensazione di vedere quella troia partorire mi fa sentire male. Lei ti ama, ti ha sempre amato, e ora che ce l'ha fatta a prenderti, non credere che ti mollerà facilmente!»
«Stai sbagliando, Laura. Sono io che non la mollerò facilmente».

FINO A FARMI MALE [Benjamin Mascolo]Where stories live. Discover now