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«...ho aperto gli occhi era domenica...»

Sono quasi le sei e un quarto. Ho deciso di mettermi un tubino nero con le spalline, una borsetta abbinata e dei tacchi alti scuri.

Vado di corsa a fare una doccia completa di shampoo, mi trucco con del fard, un po' di mascara e una matita sulle labbra, poi indosso il completo. Specchiandomi, mi ricordo che questo vestito ce l'ho da tanto tempo, me lo regalò Ben, una delle sere prima di partire per Parigi, cinque anni fa...

Ero esausta. I primi mesi passati nella casa a vivere tutti insieme erano andati bene, eravamo molto legati, eravamo una famiglia. Ben venne in camera mia e mi consegno una busta con questo vestito all'interno. Disse che dovevo indossarlo solo nelle occasioni importanti.
Indossarlo stasera, forse non mantiene la promessa, ma lo terrò comunque, devo andare in un ristorante di lusso, tanto che Ned mi dice che gli uomini posso entrare solo in giacca e cravatta.

Scendo e decido di farmi accompagnare allo stabilimento da Federico, siccome entrare in un autobus così non è delle cose più sicure da fare, poi se ci si mette amche Ben sono guai.

Appena arrivo, lo ringrazio e subito riprende la via di casa.

«Oh... sei stupenda...» Mi giro e vedo Ned. Indossa dei pantaloni blu scuri, la giacca di eguale colore, una camicia bianca ed una cravatta che quasi non si vede. I capelli tirati con il gel e i baffi tagliati in modo ordinato lo rendono abbastanza affascinante.
Quando lavoriamo assume sempre un aspetto scapestrato, senza ordine, ma vederlo così stasera lo rende diverso tanto da sembrare un'altra persona. È molto più alto di me anche se indosso i tacchi e questo mi intimorisce molto perché quando si avvicina mi sento piccola e sottomessa dal suo fascino.

«Anche tu sei niente male, Ned» Rispondo sorridendo.
Entro nella sua auto, una Bmw z4 di quelle piccole ma veloci.
Il locale e poco distante e appena entriamo veniamo sommersi dal lusso. Non credevo fosse così elegante, questa raffinatezza eccentrica non me l'aspettavo.

Una donna ed un uomo molto somiglianti a Ned si avvicinano.
«Piacere, tu devi essere Fanny, Ned ci parla tanto di te» Dice la madre abbracciandomi. Il motivo dell'abbraccio? Mettermi in imbarazzo. Gli abbracci improvvisi sono sinonimo di imbarazzo, sempre.

Dopo le presentazioni ci sediamo a tavola e gustiamo un menù mozzafiato.

«Andiamo a fare un giro?» Chiede Ned appena usciamo.
È abbastanza tardi e non vorrei accettare, ma visto il garbo di come me lo ha chiesto, decido di annuire per non deluderlo.

Con la macchina arriviamo fino ad una zona molto famosa alla mia mante, dove Ben e io ci siamo messi insieme anni fa. Mi viene da sorridere a pensare a questo posto. Proprio pochi mesi fa si è dichiarato di nuovo qui. Venirci senza Ben però mi provoca una sensazioni strana.

Non è una zona molto frequentata, infatti non c'è quasi nessuno.
Quando Ned parcheggia, faccio per scendere, ma sento il clic della chiusura porte. Cosa?

«Ned perché non scendiamo?» Chiedo un po' spaventata.
«Non ti piace stare in auto? È così confortevole, parliamo un po'...» Si gira sul sedile verso di me.
«Okay» Dico sospirando.
«Fanny, conosci l'attrazioni fisica? Quella tanto forte da scatenare uragani di follia...»
«Ned cosa c'entra ora l'attrazione fisica?» Lo guardo attentamente.
«Tu mi attrai fisicamente, molto. Sei come un magnete potente, che tira e tira per attirare» Ride. Sembra un demone quando ride.

«Allora cosa vuoi?» Chiedo sempre più spaventata.
«Voglio scatenare la mia ira»
«Ira? Ned smettila, così mi spaventi». La sua mano fredda comincia a scivolarmi lentamente sul braccio «togli quella mano, ti prego».
«Adoro essere pregato» afferra la spallina del vestito e subito mi risveglio nel mondo reale.
«Ehi! Smettila Ned» dico rimettendo a posto la spallina. Non riesco a continuare, Ned mi prende la nuca e mi tira a se, poggiando le sue labbra sulle mie. Cerco di oppormi. Ned invecie cerca di infilare la lingua tra le mie labbra facendo forza, ma dopo un po' comincia a farmi male quindi le schiudo. La sua lingua è viscida. Non è come quella di Ben, m è comunque rilassante. Mi avvicino di più e gli sfilo la cravatta scompigliandole i capelli. Ben è così bello con quei capelli. Sbottono la camicia mentre lui fa forza sui miei gomiti. Quanto mi era mancato Benji. Comincia a baciarmi il collo con violenza... questi non sono i baci di Ben... svegliati Fanny! Oddio, Ned!

Dopo qualche spinta sul petto riesco a liberarmi e respirare. Ma come mi è saltato in mente, mi sono distratta per un secondo ed ecco che immagino Ben. Oddio che stupida che sono, sogno troppo. Ero tra le braccia di Ned e credevo di essere il quelle di Benjamin... quante novità ogni giorno.

«Bene, allora dopo questo credo che ci siamo capito... ci vieni a letto con me?» Fa un sorriso malizioso. Povera me.
«Neanche morta! Apri quest'auto altrimenti chiamo la polizia! Subito!» Prendo dalla borsa il cellulare in mano, ma lui non si muove. Lo strattono abbassando il sedile all'indietro e premo il pulsante di apertura, finalmente riesco ad uscire.

Lui subito accelera e riparte per un altra direzione. Ho vissuto l'inferno, non dovevo venirci.

Mentre mi avvio a casa a piedi, guardo il mio cellulare e sento che qualcosa mi manca.
Arrivata fuori al portone d'entrata, dopo circa quaranta minuti, cerco le chiavi, e allora ricordo cosa mi manca... la borsa. Quando ho preso il cellulare, la borsa è rimasta nell'auto di Ned.

FINO A FARMI MALE [Benjamin Mascolo]Where stories live. Discover now