E la storia continua: «77»

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Altri due anni dopo...

Federico

Socchiudo gli occhi ancora stanchi. Le palpebre sono pesantissime.
Apro le braccia per stiracchiarmi. Non ricordo niente di ieri sera, solamente che io e Laura siamo stati al ventinovesimo compleanno di Carly, che ha decido di festeggiarlo qui a Modena anziché di rimanere a New York con suo marito Cameron e sua sorella Sara.
Eh si, la nostra Carly si è sposata con Cameron l'anno scorso. È stato un matrimonio emozionante, mai quanto il mio con Laura e quello di Ben con Fanny. Se ancora penso a quello che hanno passato Fanny e Ben mi viene da piangere.

Mi giro ancora immerso nei miei pensieri per svegliare anche Laura. La amo ancora come se fosse la prima volta. Abbiamo anche una figlia di cinque anni, Ludovica, che stranamente stamattina non urla.

Dopo aver perso il primo bambino prima del matrimonio, abbiamo scoperto troppo tardi che Laura poteva non avere figli, Ludovica è stato un miracolo. Ogni giorno era la stessa storia: ci svegliamo, scopavamo, mangiavamo, scopavamo, cenavamo e scopavamo ancora. Finché finalmente Laura ha fatto il test, e dopo nove mesi è nato il nostro angelo.

Apro meglio gli occhi, il soffitto è bianco, uguale a quello nella nostra vecchia casa da coinquilini, mentre quello di casa mia è di legno. Alzo il busto e scopro con la coperta Laura, che ancora dorme.

Cosa? Capelli scurissimi, carnagione bianca come il latte, labbra carnose a forma di cuore. Apro e chiudo gli occhi per rendermene conto.

Sindy.

Cooosa? Mi guardo e guardo lei, siamo nudi. Le tiro un braccio per svegliarla, e ha un gemito.
«Ma chi cazzo è che mi sveglia? Faith sei tu?!» apre gli occhi e per poco non sviene. Urliamo all'unisono.

«Cosa? Noi? Fede non vorrai dirmi che abbiamo scopato!» le guardo il corpo: è pieno zeppo di succhiotti.
«Sindy trovami un'altra definizione se non questa!» il cuore mi batte forte.

Ho tradito Laura. E per lo più con Sindy, cazzo. Ho perso la cognizione del tempo. Mai nella mia vita avrei immaginato di fare una cosa del genere a Laura. Sento una forte fitta al petto che continua a bruciare.
«Calmiamoci» sospira.
«Calmiamoci, cazzo! Io sono sposato ed ho una figlia, tu invece ti sputtani chi vuoi perché Brenton ti ha lasciata anni fa!» sbotto tutto d'un fiato.
«Rimangiati immediatamente quelle parole, brutto coglione. È anche colpa tua se ci troviamo in questo cazzo di casino!»

Non riesco a non pensare a Laura, a Ludovica e alla stessa Sindy. In tanti anni che ci conosciamo non mi era mai successa una cosa del genere con lei. Eravamo migliori amici e lo siamo tutt'ora, ma dopo questa...

Calmiamoci, forse ha ragione. Devo trovare una soluzione.
Ho scopato con Sindy, cazzo. Mi sento come un granello di sabbia, un misero granello di sabbia.
Chissà cosa starà pensando Laura: Dove ha dormito? Perché non è tornato a casa? Dovrei chiamarlo?

«Se fingiamo che non sia successo niente, nessuna saprà nulla» le punto un dito addosso «non devi confidarti nemmeno con Faith, la tua cara coinquilina zitella» lei e Faith sono le uniche rimaste nella nostra vecchia casa. Faith non vuole sposarsi, per ora, mentre Sindy... è quello che è!
Si lamentava sempre con le ragazze perché non trovava mai un ragazzo, ma poi, dopo che Brenton la ha lasciata abbiamo capito la vera definizione che l'amore ha per lei: scopamici, per lei equivale ad amore. Non ha mai amato come si deve, e spero con tutto il cuore che impari a farlo; se ci è riuscita Faith, ci riesce anche lei.

Mi rivesto velocemente, e con un po di correttore cerchiamo di eliminarci i succhiotti a vicenda.
«Ora ricordo qualcosa di ieri notte» esclama «sei forte a letto, però» ride.
Certo, ride.

«Ti diverti, cazzo?»
«No! Era per dire» si avvicina a me «è la verità però» dice mordicchiandomi l'orecchio. Mi dimentico di tutto e gli ormoni vanno in subbuglio.

La sbatto contro il muro mentre la mia lingua con la sua fa scintille. Mi lascia baci suo collo e in faccia, mentre le tiro i capelli. Gli accarezzo l'interno guancia con la lingua e lei geme.

Anche Laura geme così. Mi fermo.
«No, non possiamo. Basta» dice lei precedendomi.
«Infatti, non so come mi sia venuto in mente» esordisco.
«Ho cominciato io, scusa» sussurra poi.

Faccio per uscire di casa, ma Sindy mi ferma con un braccio.
«Ne riparliamo, però» annuisco e sbatto la porta. Mi sento una merda.

FINO A FARMI MALE [Benjamin Mascolo]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora