E la storia continua «102»

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Laura

Non so da quanto tempo siamo in quest'abbraccio, ma ora non importa. È come se mi sentissi meglio, come se avessi tolto un peso.
Finalmente Sindy si decide a staccarsi e mi mette le mani sulle guance. Sta piangendo.
Mi accorgo che sto piangendo anche io quando le mie lacrime bagnano i suoi polsi.

«Mi dispiace...» singhiozza.
«No Sindy, io ho sbagliato dal principio, al liceo sono stata stupida a ricattarti, mi dispiace...»
«Federico ti ama, può anche essere coglione, ma ti ama. Perdonalo...» mi sorride tra le lacrime.
«Vedrò se ci riuscirò...» sospiro «nasceranno due bambini splendidi» singhiozzo.
«Grazie, quanto la loro zia Laura...» Mi viene su sussulto e le sue lacrime aumentano sempre di più.
«Mi dispiace» ripeto.
«Laura, dispiace a me. Dopo tutti questi anni speravo ancora che Fede mi amasse, ma ora non più, non ci conto più perché so che ama te, la mia migliore amica. È anche un po' colpa mia perché all'inizio un po' sotto sotto lo tentavo, e non sai quanto sto male» Ci abbracciamo di nuovo «mi dispiace di averti rovinato la famiglia» ribatte.
«Non dirlo neanche, dispiace a me di averti considerata male, quando tu non hai fatto nulla. Non hai mai tentato di baciarlo severamente, ma lui tentava te... questo mi solleva su di te, ma su di lui...»
«Il tempo farà il suo corso» afferma asciugandosi le ultime lacrime.

«Bene, ora sarà meglio che vada...» mi alzo e mi dirigo alla porta.
«Hey» mi giro perché Sindy mi richiama «cosa fanno le Girls Power?»
Sorrido al ricordo delle scuole medie.
«Non si arrendono» esco.

Davanti alla porta trovo una figura maschile molto conosciuta.
«Brenton!» Mi meraviglio.
«Hey, Sindy è dentro?» chiede.
«Certo» scendo le scale e mi avvio a casa.

Sindy

Mi sento sollevatissima. Almeno qualcuno mi capisce e scopre chi sono veramente. Bussano al portone e mi catapulto lì per aprire.

Mi trovo davanti un ragazzo in chiodo e anfibi, biondo e dagli occhi chiaroscuri. Non può essere...
«Brenton?»
«Si, sono io» con il viso mi chiede il permesso di entrare ed io annuisco.
Mi siedo sul divano insieme a lui.
Cosa ci fa qui? Non era in Nuova Zelanda? A una gioia è successiva una sconfitta, forse...

«Cosa co fai qui?»
«Sono tornato perché sono stato licenziato, e anche perché mi mancavi»
«Mancarti? Sei incredibile, sei stato tu a non volermi portare in Nuova Zelanda con te...» Non può tornare da un momento all'altro e scombussolarmi la vita, già scombussolata.
«Lo so, sono stato cattivo nei tuoi confronti, ma non ti ho mai dato fastidio nella nostra relazione, potresti benissimo chiudere un occhio e darmi un'altra...»
«possibilità? È questo che vuoi, un'altra possibilità?» é patetico.

«Si, sono tornato per stare con te, mi sembra ovv...» abbassa gli occhi sul mio ventre e non finisce la frase.
«Sei incinta?!» si alza di scatto.
«Si, problemi?» Se ne è andato tanto tempo fa, mi ha lasciata qui. Poteva anche immaginarsi che mi sarei rifatta una vita...
«Chi è il padre?» chiede con io viso ad un centimetro dal mio.
«Non ti interessa»
«Si, invece»
«È Federico.» Rimane in silenzio.

«Come Federico? Sindy, hai fatto la puttana con lui...?»
«Cosa, no! È stato solo uno sbaglio, in cui nessuno dei due (fino ad un certo punto) non ha colpa. È una storia lunga...»
«Laura lo sa?»
«Certo»
«Federico?»
«È ovvio. Solo che sono due gemelli e quindi di certo non può crescerli con me, ha la sua famiglia»
«Cavolo» sospira «sei rimasta una puttana»
«Senti, vattene. Non starò qui a farmi giudicare erratamente da te. Mi considerate tutti una puttana, perché giustamente voi uomini non avete nessuna colpa»
«Sindy...»
«Sindy niente, vattene».

FINO A FARMI MALE [Benjamin Mascolo]Where stories live. Discover now