1.5 "Foto"

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"Risate su risate, crudeli artigli che affondavano nella pelle, acuti aghi che puntellavano ogni centimetro delle sue orecchie. Un sentimento di vergogna e di impotenza. I volti di Steve e Nancy al centro dell'intera scena, assieme alla sua piccola ed esile figura. Quelle due persone, che credeva cambiate, erano rimaste immobili, proprio come aveva fatto lei, stranamente. Era riuscita a rimanere ferma al centro di quel tunnel soffocante, senza dire nulla, ma almeno non era fuggita. Forse qualcosa stava cambiando, anche in lei"

Il cibo di fronte ai suoi occhi, però, era sempre rimasto scadente, mentre il tavolo vuoto era una novità: mancava Jonathan, non era ancora riuscita a trovarlo o forse era stata troppo impegnata.
In quel momento non c'era molto da fare, se non terminare quel disgustoso pasto e riprendere quella ricerca, forse inutile.
Riportò lo sguardo sul suo piatto e lo stomaco si rivoltò, decise che per quel giorno non avrebbe mangiato.
Si alzò, con il vassoio stretto tra le mani e cercando di nascondere quel suo orribile volto.

Posò l'oggetto che aveva e, mentre si stava voltando, la figura di Nancy catturò la sua attenzione: quelli con cui stava seduta erano allegri e spensierati (forse troppo) e lei, al contrario, pareva pensierosa, preoccupata e quasi triste. Isabel non la capiva, non riusciva a comprendere come una ragazza, bella e amata da tutti, potesse sentirsi così, come lei si sentiva ogni giorno.

Alzato lo sguardo, però, le voci e le risate presero ad aumentare e anche il suo passo. Ad un tratto qualcosa o meglio qualcuno la fermò e, come se non bastasse, sbatté violentemente la faccia, talmente forte che il naso prese a farle male come non mai. Ma una voce superò ogni cosa.

"Isabel, che ti è successo?"
Non alzò nemmeno lo sguardo, sapeva perfettamente di chi si trattava. Con uno slanciò si appese al corpo della figura che aveva di fronte, alla figura di Jonathan. Così, in quegli attimi, tentò di chiedere silenziosamente al ragazzo quello che lei non era mai riuscita a fare: salvarsi da quel mare di risate, da quella buca, dal mondo intero.
Ma lui, dopo poco, la spostò e, prendendola per mano, la trascinò via, fuggendo di fronte a tutto ciò. Stavano scappando, come avevano sempre fatto, ma una nuova sensazione alleggiò nell'animo di Isabel: si sentiva insoddisfatta.



La stanza era un misto di luce ed oscurità, in grado di mostrare, ma di nascondere allo stesso tempo.
Con gesto brusco e veloce, Jonathan posò la borsa vicino a una delle bacinelle per lo sviluppo delle immagini e prese ad estrarre diversi fogli fuori da essa.
Isabel rimase immobile sull'uscio della porta, si sentiva sconcertata: in così poco tempo aveva trovato la persona che cercava, eppure non sapeva cosa dire. Avanzò nonostante il vuoto momentaneo e silenziosamente si accostò al fianco del ragazzo, che al suo arrivo si fece più chino sul suo lavoro, forse non voleva vederla.

Con coraggio, però, si decise a spezzare quel profondo silenzio.

"Jonathan, ascoltami ... ehm, cerca di capire. So che ti sembrerà strano, anzi assurdo, ma cerca di capire"
Nessuno rispose e poté continuare.
"Ieri sera, ecco, sono andata a casa di Mike e c'era... ho scoperto qualcosa" continuò, anche se il ragazzo sembrava distratto, più impegnato a nascondersi sopra quelle foto che stava sviluppando.
"Ho scoperto qualcosa su Will"
Il silenzio piombò nella stanza e Jonathan arrestò il suo lavoro.  Sembrava perso ed incredulo, mentre con testa china osservava ancora davanti a sé.
Poi, velocemente si voltò, guardando dritto negli occhi di Isabel. Un barlume nuovo luccicava nel profondo di quel marrone nocciola, ma si interruppe. Con un gran frastuono, la borsa cadde al suolo, urtata dal veloce movimento del ragazzo. I due giovani si chinarono e presero a raccogliere il contenuto a gran velocità. Isabel fu veloce, si alzò con in mano alcune carte e questa volta fu lei a fermarsi, pietrificata. Come ipnotizzata si diresse verso ciò che aveva visto. Non poteva crederci. Delicatamente, prese una pinza ed estrasse un'immagine dal liquido che la avvolgeva. Incredula, prese ad osservarla con più attenzione. Senza fiatare, cercava di comprendere.

Poi, l'incanto si interruppe e quel pezzo di carta sparì dalla sua vista, catturato dalle mani veloci di Jonathan. I loro sguardi si incontrarono: lei, incredula, delusa e sconcertata; lui, un misto di rabbia, di terrore, di delusione. Non dissero nulla, quella foto aveva parlato da sola.

Poi, una scossa svegliò Isabel: non importava quello che aveva fatto, importava solo quello che sarebbe successo. Sapeva cosa dire, adesso.

"Jonathan, non voglio sapere il perché. Voglio solo sapere che distruggerai quella foto, seduta stante!" disse fermamente.

Il ragazzo rimase in silenzio, mentre una rabbia prese ad avvolgergli il corpo. Non era contro Isabel, era contro il mondo e contro tutto quello che stava accadendo.

"No" rispose bruscamente.

"No..." i nervi saldi di Isabel, presero ad esplodere, svanendo "Ti rendi conto di cosa potrebbe accaderti se qualcuno venisse a sapere di quella foto. Jonathan, sei impazzito per caso. Si tratta di una persona, che tu hai fotografato semi-nuda senza il suo consenso. Tu sei pazzo. E poi" prese a ridere istericamente "senza contare che si tratta di Nancy"

Continuò a ridere, sembrava pazza; tutta quella situazione era assurda.

"Vattene, Isabel non sono tuoi affari questi. Come non lo è Will" gridò, riversando tutta la sua rabbia, il suo nervoso e la sua preoccupazione. Non capiva più nulla, voleva solo liberarsi di quelle emozioni ed il suo bersaglio involontario si era rivelato essere Isabel.

"Davvero, io ti do consigli e tu mi cacci. Dove è finito il Jonathan che conoscevo io, dove!" gridò questa volta la ragazza, mettendo da parte le risate.

Il silenzio li avvolse, mentre una forte tensione si scatenò al contatto dei loro sguardi, rossi di rabbia.

"Vuoi saperlo, bene: è sparito, sparito con Will" disse bruscamente, trattenendo le lacrime che minacciavano di riversarsi sul suo volto.

La situazione da accesa si era fatta pesante. Isabel non poteva sopportarla ed uscì, sbattendo la porta alle sue spalle, cercando di dimenticare tutto ciò, come aveva sempre fatto. Due pesanti lacrime bagnarono i volti dei due giovani, nel silenzio di una profonda solitudine.

𝐇𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧, 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐚 | Steve HarringtonOnde histórias criam vida. Descubra agora