#.08 black & gold

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𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 OTTO
" black & gold "
— 𝒂𝒄𝒕 𝒐𝒏𝒆

    𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 OTTO" black & gold "— 𝒂𝒄𝒕 𝒐𝒏𝒆

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             IN PIENO GIORNO, la macchina di Steve Harrington sfrecciava per le strade di Hawkins

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             IN PIENO GIORNO, la macchina di Steve Harrington sfrecciava per le strade di Hawkins. All'interno, nessuno fiatava. Dustin, Max e Lucas sedevano nei sedili posteriori, ognuno con la testa nella propria nuvola. Anche Steve non era da meno: guardava dritto davanti a sé. Isabel era l'unica ad essersi accorta di quella situazione. Ruotando la testa di qua e di là, cercava un modo per smorzare il silenzio. Strinse lo zaino tra le sue mani, mordendosi il labbro inferiore. Cosa avrebbe fatto Sam? Musica! Rapida, allungò una mano verso la radio, accendendola.
    "Isabel! Stavo ragionando!"
    "E' solo un po' di musica, non ti scaldare!"
    "A me piace" fece un occhiolino Lucas e Dustin lo colpì con una spallata.
Steve e Max non mossero un ciglio. Erano davvero pensierosi.
"E ora, per i più romantici che sono qui in ascolto, un recente successo. 'Fast Car' di Tracy Champam, signori" gracchiò la radio, facendo sobbalzare Isabel.
    "Sì! Sì! Sì!" esclamò, alzando il volume.
    "Oh no..." borbottò Steve, ruotando gli occhi.
    "Che succede?"
    "Una canzone da femminucce" sospirò Dustin, rispondendo a Max.
    "Ehi, primo, non è da femminucce e secondo, dobbiamo ricordare chi è il fan numero uno di 'Never Ending Story'"
Dustin provò a ribattere, ma Isabel già aveva iniziato a cantare quella canzone. Ricordava bene l'ultima volta che l'aveva ascoltata. Il suo sguardo si posò su Steve: chissà se anche lui ricordava. Sperava di sì. Da quella volta in macchina, quando sentiva le note di 'Fast Car', cambiava subito stazione. Odiava il sapore della nostalgia e del rimorso.
    "Beh" pronunciò Steve, "questa bellezza dovrebbe andare più veloce" disse, non appena sentì le parole della canzone.
Il viso di Isabel si illuminò con un sorriso. Allora ricordava! Anche quella sera aveva detto lo stesso, non poteva essere una coincidenza. Guardò verso di lui, che le sorrise con fare complice. Sì, ricordava.
    "Ah!" esclamò lei, nascondendo il viso rosso verso il finestrino.
    "Cosa c'è? È una femmina" ripose lui, rivolgendosi alla macchina.
    "No, si chiama Herbie" si voltò di nuovo per guardarlo. Questa volta, non era una discussione; sembrava quasi come se entrambi volessero testare quanto uno ricordasse di quel vecchio momento.
    "Di che parlate?" Chiese Lucas, sporgendosi in mezzo ai due sedili anteriori.
    "Domanda sbagliata"
    "Della macchina, se sia un maschio o una femmina"
    "Te l'avevo detto" ripeté Dustin, voltandosi di nuovo verso il finestrino.
    "Per me è una femmina"
    "Lucas!"
    "No, no, un maschio"
    "Così va meglio" ridacchiò Isabel, guardando Steve.
    "E va bene!" esclamò poi d'un tratto il ragazzo, "da ora in poi sarà Herbie, mi arrendo"
Isabel sgranò gli occhi: non riusciva a credere di aver vinto contro Steve Harrington. Gongolò, arricciando il naso.
    "Sai... c'è una cosa che non ti ho mai detto"
    "Solo una?"
    "E va bene, un po'. Ma questa... questa è particolare"
    "Sentiamo"
    "Tra tutti i cani saresti un golden retriever. L'ho sempre pensato"
Steve rise: nessuno gli aveva mai detto qualcosa del genere. Solo Isabel Henderson poteva esserne capace.
    "Beh, grazie" rispose, "e tu invece..." iniziò a riflettere, "probabilmente saresti un gatto nero, con tante macchie bianche sulla pancia"
    "E sarebbe un complimento questo?"
    "Diciamo di sì, vuol dire che non sei completamente andata"
    "Ah-ah divertente" sbuffò, voltandosi dall'altra parte. Ma Steve la vide sorridere dal riflesso sul finestrino. Sapeva di aver fatto centro quella volta. Forse avevano ancora qualche speranza.

***

SAM SI SVEGLIÒ DI SOPRASSALTO. Un altro incubo. Si chiese quando sarebbe finito quell'inferno. Forse era tutta una punizione per qualche sua mancanza oppure solo un avvertimento. Positivo o negativo non sapeva.
Si stropicciò li occhi e lasciò che la luce lì invadesse. Ma come sempre, le prime a svegliarsi furono le sue orecchie.
"Mhm" biascicò, "Hotel California" riconobbe la canzone.
"Buongiorno, principessa!" rispose la voce attiva di Isabel, "e sì, sapevo che con questa ti saresti svegliato!"
Poi, la vide: con i capelli scompigliati e un buffo pigiama, era il sole di quel seminterrato. Sam sapeva che c'era una sola persona che avrebbe potuto renderla così e quella era Steve. Solo lui era in grado di farla passare dall'essere estremamente felice ed estremante triste in pochi secondi.
"È troppo bella questa cassetta" affermò lei, cadendo di peso su una poltrona.
"Certo, l'ho fatta io"
"Molto spiritoso..."
Brutto sogno sì, ma questo era davvero un bel risveglio. Sorrise. Non era abituato ad avere compagnia la mattina, qualcuno a cui dare il buongiorno che non fosse qualche gatto randagio sulla soglia di casa. Casa sua urlava passato e silenzio, casa Wheeler era, invece, piena di vita. Isabel lo era.
Si alzò dal divano, iniziando a rovistare in giro in cerca dei suoi vestiti.
"Sai cosa" disse poi, una volta trovati i pantaloni, "te la regalo, la cassetta dico"
"Cosa?! Non dirai sul serio?!"
"No. Mai stato meglio, te la regalo, Isabel" si voltò verso di lei, "ho pur sempre... questa!" estrasse la nuova cassetta degli Europe, che gli era stata regalata al suo compleanno da Isabel e Allison.
Un leggero grido si liberò nella stanza e la ragazza si fiondò tra le braccia di Sam. Sapeva quanto la musica fosse importante per lui e un regalo così da parte sua non era da sottovalutare.
Nemmeno lui capiva questo suo gesto. Forse era l'eccessiva felicità del momento o la paura che qualcosa potesse accadere a spingerlo ad essere così impulsivo.
"Grazie, grazie, grazie!" ripeté lei, come una bambina.

"Ehm..." tossì qualcuno in fondo alle scale. I due si voltarono: era Nancy, già perfettamente vestita. Subito, una smorfia apparve sul viso di Isabel: le vecchie controversie erano dure a morire. Fu Sam a prendere parola: "Qualche novità?"
"Più di una ad essere precisi. Andremo a casa Creel questa mattina" poggiò sul tavolino di fronte a loro il disegno di un'abitazione, accompagnato dalla foto di una famiglia in bianco e nero, "quindi, muovetevi a vestirvi. Tra cinque minuti al piano di sopra. E, ah, date una sistemata qui sotto. Ok?"
"Ricevuto" rispose Sam, fin troppo calmo dopo tutti quegli ordini.

Stranamente, Isabel non rispose. In una situazione normale, probabilmente si sarebbe lasciata scappare qualche tagliente battuta; dopotutto non ricordava di essersi arruolata come soldato per il generale Nancy Wheeler. Ma qualcosa aveva catturato la sua attenzione. Prese la foto tra le mani: quel bambino era familiare.
"Spider-boy" sussurrò con voce spezzata. No, non poteva essere. Insomma, era passato troppo tempo, avrebbe dovuto avere chissà quanti anni. Eppure non solo il viso corrispondeva, ma anche i vestiti erano gli stessi. Sentì le mani diventare più scivolose e la voce le annegò in gola. O era una strana coincidenza oppure c'era di più. Come scoprirlo non sapeva, in quel momento sentiva solo un grande vuoto. Brancolava nel buio della realizzazione, in bilico tra paura e realtà. Esisteva solo quel pensiero, quel terribile pensiero di essere in pericolo. Forse non era solo Max al centro del ciclone, forse anche lei era destinata ad essere parte di quella terribile storia. E quella volta non sarebbe stata solo una comparsa, ma la protagonista.



 E quella volta non sarebbe stata solo una comparsa, ma la protagonista

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𝒂𝒖𝒕𝒉𝒐𝒓'𝒔 𝒏𝒐𝒕𝒆 . . .

Salve a tutti, è passato davvero tanto tempo dall'ultimo capitolo.
Per me sono stati mesi davvero, davvero difficili. Spero di riuscire ad essere più attiva quest'estate. Mi scuso ancora per questa (troppo) lunga assenza. Fatemi sapere cosa ne pensate e spero, davvero, che ci sia ancora qualcuno a seguire questa storia.
Un grandissimo saluto 💕

𝐇𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧, 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐚 | Steve HarringtonWhere stories live. Discover now