1.7 "Cascata calda, rossa"

1.9K 133 6
                                    

"Che sta facendo?!" chiese la voce di Max, irrompendo nel silenzio.
Dustin e Isabel si trovavano incollati al vetro del finestrino: fuori, immerso nella nebbia e nel buio, Steve avanzava.
"Sta ampliando il menù!" disse il fratello a bocca aperta.
Max li affiancò, guardando anche lei all'esterno.
"È un pazzo!" esclamò.
Un ruggito si fece strada nell'aria. Isabel cercò il suo accendino, senza trovarlo. Giusto: lo aveva Dustin adesso. Deglutì.
"È un fenomeno!" disse il fratello, quasi fondendosi con il vetro.
Più ruggiti avanzarono nell'oscurità: Dart non era solo.
"È un pazzo suicida!" sbottò Isabel, spostandosi dal finestrino.
"Hey, Isabel!" gridò il fratello "che stai facendo?!". Ma la ragazza indietreggiava, indietreggiava, indietreggiava in cerca di un'idea.
"L'accendino!" urlò a Dustin, sfilandosi la felpa di dosso "subito!".
"No!" provò a resistere il fratello, stringendo l'oggetto tra le dita. Isabel afferrò il suo bastone, legandovi l'indumento; poi, avanzò verso Dustin: doveva andare.
"Dammelo!" ordinò in fretta, ma non ne voleva sapere. Trattenne il braccio del ragazzo, schiudendo un po' le sue dita e tirando su il coperchio, accendendolo. Vi poggiò il bastone e la piccola fiammella prese divorare il tessuto. Fuoco, era questo che odiavano.
Con un balzo fu davanti alla porta, spostò la lastra di ferro e la landa piena di nebbia si presentò alla sua vista. Inspirò, nonostante le esortazioni del fratello ad abbandonare la missione. Uscì: ora anche lei era parte del menù.
"Steve!"gridò, con la voce alimentata dall'adrenalina.
Il ragazzo si voltò, abbassando la guardia.
"Isabel!" la mise a fuoco "sei pazza, torna dent-" non fece in tempo a finire la frase che uno di quegli esseri lo scaraventò sul cofano di una macchina.
"No!" disse Isabel, prendendo a correre, ma Steve allontanò l'animale con un colpo di mazza.
Sospirarono entrambi, guardandosi negli occhi. Ma era solo il primo.
Il ragazzo fu di nuovo a terra, schiacciato dal peso di un altro di quelli esseri. Ruggiti si diffusero da ogni parte.
Steve rotolò, la mazza cadde lontano: era un corpo a corpo, lui è quella sorta di demogorgone. L'animale attaccò, sfoderando i suoi artigli si preparò a trafiggerlo e... un colpo di mazza lo scaraventò lontano. Isabel riaprì gli occhi: l'aveva colpito. Senza attendere ripassò di nuovo l'arma al ragazzo, estirpando dalla terra la sua fiaccola.
Schiena contro schiena, ombre simili a cani comparvero dalla nebbia, circondandoli.
"Tu sei pazza!" esclamò Steve, avvicinando la sua schiena alla ragazza e ruotando con lei.
"Stramba, forse!" rispose lei.
"Non è il momento di sch-"
"ATTENTO!"
Con un tonfo, il ragazzo colpì uno di quegli esseri, saltato all'attacco.
"Dobbiamo tornare indietro!" constatò la ragazza.
"Concordo, al mio- ISABEL!"
Con un scatto veloce, la ragazza puntò la fiaccola sul muso di uno di quegli animali, avanzato verso di lei.
"Al mio tre..." concluse Steve.

"Uno"

Il cerchio si restrinse: c'erano poche vie d'uscita.

"Due"

Sentì gridare Dustin dalla porta, percependo sulla pelle l'alito assassino di quegli esseri.

"TRE!"

Con uno scatto, Steve si infilò tra due degli animali, seguito da Isabel. Mancava poco. Salì sul pullman, ma fu costretto a voltarsi.
Un grido straziante occupò l'aria: non era uno di quegli animali.

Grida, ruggiti, grida, ruggiti, grida, ruggiti.

Il viso, pieno di lacrime di Isabel, si rivoltava nella terra, trascinato all'indietro. Un dolore lancinante si diffuse dalla sua gamba destra. Sentì la pelle strapparsi, come un leggero foglio di carta. Degli artigli affondarono nella sua carne, scavando. Gridò. Era insopportabile, sarebbe morta dal dolore. Gli artigli affondarono ancora: non c'era limite a quello strazio. Poi, non sentì più nulla: nessun dolore, nessun ruggiti e nessun gridò se non il suo. Solo un tonfo.
Una mano l'afferrò, percependo di essere sollevata da terra e trascinata via da quel luogo. Nella nebbia dei suoi occhi solo una chiazza rossa era visibile in quel mare di ombre.
Salì su un gradino, per essere scaraventata su una parete. La gamba sbattè sul muro e lo stesso fece la ferita. Riprese un po' la vista, abbassò lo sguardo: una chiazza rossa, sangue caldo, che bagnava tutti i jeans, oramai stracciati. . Una cascata rossa, si incantò.
Poi, un tonfo sopra alla sua testa, mentre una mano la trascinò via. Si ritrovò tra i ragazzi, mentre un altro tonfo si fecero strada sopra di lei, un ruggito.

"Via da qui! Ne vuoi un po', vienilo a prendere!" urlò la voce di Steve, senza che lei lo vedesse. Il dolore si fece più forte, si morse la lingua. Chiuse gli occhi, cercò Dustin e strinse la sua mano. Se quella era la fine, voleva affrontarla con lui. Se ne sarebbero andati insieme.
I tonfi si tramutarono in ululati e poi in silenzio. Era finita, erano vivi.
La porta si aprì, sentì lontano da lei.

Cascata calda, rossa. Cascata calda.

"Che cosa è successo?!" disse la voce di Lucas, spezzata dallo shock.
Strisciando sulla parete, si avvicinò a quel suono, sentendo la brezza notturna sul viso: doveva essere davanti alla porta.
"Steve li ha spaventati!" esclamò il fratello.

Cascata calda, rossa. Tutto girava.

"No!" disse la voce di Steve... sembrava così lontana "stanno andando da-" le parole sembrano cadere in un profondo baratro, aspirate fino a sparire.

Cascata troppo rossa, troppo calda. Un ultimo giro. Poi nulla, solo terra e freddo.

𝐇𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧, 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐚 | Steve HarringtonWhere stories live. Discover now