1.8 "Sento qualcosa"

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Buio e un fischio lontano. Luce, accecante. Dolore alla gamba.
Isabel spalancò gli occhi, stropicciandoli un paio di volte.
"E' viva?!" disse una voce, sopra al fischio.
"Certo, che è viva, cazzo!"
La vista si fece chiara, ma impossibile: una torcia puntava dritto nei suoi occhi.

"Ehm... sono dal dentista?" chiese, coprendosi con una mano.
"Ok, sta bene!" rispose una voce, tirando un sospiro.
La prima cosa che sentì fu il dolore, strinse i denti, cercando di non imprecare. Poi, percepì una mano sulla schiena, le fece alzare il busto, mentre la luce smise di puntare nei suoi occhi. Seguì quel fascio, fino all'origine del suo dolore.
"Oh, cazzo!" disse ad alta voce, facendo avanzare una mano. Una felpa era attorcigliata alla sua gamba e una macchia rossa la bagnava, rendendola di un verde scuro. Altro sangue, si trovava sul resto della sua gamba. Lo toccò, era ancora caldo e fluido: doveva essere svenuta per poco. Alzò la felpa leggermente e subito chiuse gli occhi: une ferita abbastanza profonda, tagliava verticalmente il suo polpaccio. Il dolore aumentò, sarebbe risvenuta.

"Hey, hey" prese qualcuno a schioccare le dita davanti al suo volto; con gli occhi ancora socchiusi Isabel seguì quella mano fino ad arrivare al volto di Steve. Era chinato su di lei, la mano dietro alla sua schiena era la sua e anche lui aveva le dita piene di sangue.
"Steve..." borbottò, guardando tutto quel rosso.
"No, niente Steve perché diamine sei uscita fuori di lì?" quasi le gridò contro; la ragazza  mise a fuoco il volto del ragazzo, era teso più del solito.
"Io..." cercò di rispondere, ma i ricordi erano solo una nuvola di vapore, lentamente si aggregavano riprendendo a scorrere, ma le nuvole erano ancora troppe.

"Volevi farci morire di crepacuore!" le gridò il fratello, preoccupato.
"Piano, Dustin, piano..." tentò di frenarlo Lucas.
"La ferita non dovrebbe infettarsi adesso solo non camminerai e dobbiamo andarcene da qui"
Isabel si voltò, cessando di osservare il ragazzo, sapeva che quella voce apparteneva alla ragazza dai capelli rossi: prese a scrutarla, quasi come se non avesse memoria di lei.
"E' inutile che la guardi così... ti ha medicato lei" si intromise Lucas, poggiando una mano sulla spalla di Max. Ma entrambe le ragazze lo fulminarono con uno sguardo e lui indietreggiò.
Isabel riguardò la ferita: era veramente medicata e, per quello che c'era a disposizione, anche bene.

"Finito! Ora dobbiamo andare" li interruppe Steve, facendo pressione con la mano sulla schiena di Isabel.
"Ok..." continuò Max "ora prova ad alzarti".
Isabel poggiò una mano a terra, facendo pressione sulla gamba buona, ma non si alzò.
"Ok, dalle una mano"
Steve gliela porse, mantenendo l'altra sulla sua schiena, ma Isabel riprovò da sola, si alzò, ma ricadde.
"Dai... fatti aiutare" esclamò il ragazzo; Isabel lo guardò, ce l'aveva sempre fatta da sola, non aveva mai chiesto aiuto, ma mai come in quel momento si sentiva di doverlo accettare, altrimenti sarebbe rimasta lì, a terra con una ferita ancora aperta. Lo fissò negli occhi, facendo combaciare la sua mano con quella del ragazzo, si diede una spinta e fu in piedi, barcollante.
"Adesso, prova a fare un passo piano" continuo a darle istruzioni max, accettò anche quelle e spostò in avanti la gamba buona: era stabile. Tenendosi sempre al ragazzo, fece avanzare quella ferita, toccò terra e tutto il suo corpo fu trascinato verso l'alto. Una scossa di dolore le salì al cervello, chiuse gli occhi per scacciarla.
"Hey, hey... piano, piano" le disse con più calma la voce di Steve, afferrò entrambe le mani del ragazzo e si tirò di nuovo in piedi, lasciando che il sudore solcasse il suo viso.

"Non ce la farà!" disse Dustin, sbuffando e voltandosi; Steve lo fulminò con uno sguardo.
"Hey, vuoi provare tu a camminare in queste fottute condizioni?!" ribatté il ragazzo, gesticolando verso l'altro.

Gesticolando: l'aveva mollata! Si voltò di scatto, per riprenderla prima che ricadesse di nuovo, ma non era necessario. Isabel camminava o maglio saltellava.
"Chi è non ce l'avrebbe fatta?" disse la ragazza ironica, sorridendo, felice di aver ripreso il controllo di sé. "Quando si va?" chiese divertita, nonostante il dolore lancinate.

* * *

"Ci possiamo muovere" disse Isabel saltellando, con il fiato corto.
"Sei sicuro fosse Dart?" sentì Lucas chiedere alle sue spalle.
"Sì, ha lo stesso disegno giallo sul sedere" rispose il fratello; la ragazza alzò gli occhi al cielo: possible che facessero sempre finta di non sentirla?

Saltellò un'altra volta, sentendo il piede buono barcollare. Non sarebbe durata a lungo.
"No, ce la farai, ok" provò a dire a sé stessa, fermandosi.
"Serve una mano?" chiese Steve, affiancandola, con fare disinteressato.
Non rispose e riprese a saltellare, sentendosi sempre più instabile.
"Lo considero come un no" rispose lui, raggiungendola di nuovo.

"Beh, ha già cambiato muta tre volte" disse Dustin, poco lontano da loro.
"Multa?" chiese Steve, perplesso.
"Muta!" esclamarono i fratelli Henderson in coro, ma Isabel alzò subito gli occhi al cielo, avanzando ancora un po'.

Una scossa di dolore la pervase di nuovo: strinse i pugni. "Equilibrio; equilibrio" si ripetè, tentando di non cadere. Chiuse gli occhi e inspirò. Sentì gli altri arrivare e si accodò a loro.

"Allora sarà completamente adulto...e anche i suoi amici" disse il fratello, senza alcuna emozione.
"E si mangerà ben altro che un gatto!" esclamò, ridacchiando Steve. A quelle parole Isabel, saltellò due volte raggiungendolo e lo fulminò con gli occhi.
"Che c'è?" mimò lui con le labbra, distogliendo lo sguardo dalla ragazza. Isabel alzò ancora una volta gli occhi al cielo: era così difficile da capire. Il vocifera si fece più alto.
"Il gatto degli Henderson" ribatté il ragazzo, inserendosi ancora nella conversazione. La ragazza sbuffò, avvicinandosi a lui.
"Steve!" gridarono i due fratelli, verso di lui.
"Lucas non lo sapeva..." gli si avvicinò Isabel, borbottando e sorpassandolo. Ma lui non proferì parola: non avrebbe mai ammesso di aver sbagliato.

"L'hai tenuto! Lo sapevo!" esordì Lucas, contro Dustin.
"No, no, no io" prese a borbottare quello "gli mancavo, voleva tornare a casa."
La sorella ridacchiò, ma nessuno la vide nel buio di quel bosco.
"Sono bugie!" lo accusò l'altro, sarebbe durata molto quella litigata, ma Isabel doveva andarsene sia per la sua gamba sia per per la paura, la paura di ritrovarsi in una situazione come quella di un anno fa o di pochi minuti prima. Inspirò; cercando di ripristinare la calma e si sintonizzò alle parole dei due ragazzi.
"Non sapevo che fosse un demogorgone!" gridò il fratello.
"Io sì, gliel'ho detto da quando mi ha chiesto delle ricerche" confessò Isabel, saltellando un po' più lontano.
"Isabel!" le gridò contro Dustin.
"Quali ricerche?!" chiese qualcun altro.

Ma la ragazza, anche se a pochi passi da loro, aveva smesso di ascoltarli. Sentiva solo il suo dolore, trafriggerla all'altezza della gamba, risalendo viscido per il suo corpo, fulminandola nel cervello. Mise le mani sulle tempie, tentando di controllarlo. "Non è niente!" borbottò tra sé e sé "Nulla, passerà" Ma la l'onda aumentò, sembrava non volersi ritirate e aumentava, aumentava, aumentava.
Quasi alla cieca saltellò verso un albero, allontanandosi dal gruppo. Si fiondò sul tronco, usandolo come sostegno. L'abbracciò e chiuse gli occhi. L'onda di dolore prese a ritirasi, ma si sarebbe infranta nuovamente sul suo corpo, era solo questione di tempo.
Scoprì di nuovo la vista, puntando la luce in mezzo alla foresta. Divise l'oscurità con quel fascio, ma non si concentrò sulla vista, ma sull'udito: ululati e strani versi provenivamo da lontano.
"Steve..." sussurrò, istintivamente, senza voltarsi.
"Steve... " disse, alzando la voce.
"Serve una mano?!" rispose lui, affiancandola con leggerezza. Isabel scosse la testa e spense la luce,
"Perché hai spent-"
"Shhhh" lo zittì lei, tirando la giacca del ragazzo e avvicinando l'orecchio di quello  alle sue labbra.
"Lo senti anche tu?" chiese, serrando la mano sul tessuto della manica.
"Si..." rispose, facendosi serio e tendendo l'orecchio verso il suono.
"Dovremmo dirlo ai ragazzi..." chiese Isabel, sentendo la paura vincere sul dolore.
"Ragazzi..." quasi bisbigliò lui, senza voltarsi.
"Ragazz-" tentò di alzare il tono lei, ma la voce le si spezzò in gola. Strinse più forte quel pezzo di stoffa., come se fosse l'ultimo salvagente in un mare di terrore.
"Ragazzi!" gridò Steve e quelli smisero di parlare. Anche Isabel si risvegliò, scosse la testa.
Lucas e Dustin si avvicinarono a loro, mentre Steve delicatamente si divincolò dalla sua presa.

"Hey" li richiamò Isabel "dove credete di andare!" continuò, staccandosi con difficoltà dal tronco.
"Hey, hey, hey " disse la voce della ragazza dei capelli rossi alle sue spalle "perché vanno verso il suono?" le chiese sorpresa, affiancandola. Forse, non erano così tanto diverse.
"Pazzi!" esclamò, per poi riprendere a saltellare.

·˚ ༘₊· ͟͟͞͞꒰➳ ciaooo a tutti, come va?? Avete saputo l'annuncio di Shawn Levy, sono l'unica che non vede l'ora?? (Ahahahahah) Un saluto a tutti

MaryInes_

𝐇𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧, 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐚 | Steve HarringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora