1.7 "Guardandoti negli occhi"

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Steve, Carol, Tommy H. e Nancy si trovavano seduti sui lati dell'ormai vuoto corridoio.
Isabel, pochi metri distante da loro, si preparava a fare la sua entrata. Strinse fortemente i libri tra le braccia, poi un respiro profondo e fu in scena.

La stramba Henderson avanzava verso di loro, non poteva crederci. Steve rimase in silenzio, sperando che nessuno la notasse, quel giorno l'avevano umiliata abbastanza.
Continuò ad osservarla: pareva sicura di sé, stringeva tra le braccia alcuni libri, tenendo una mano infilata nella tasca della giacca e guardava avanti, senza nulla per coprirle la ferita sul viso. Sembrava un'altra persona e rimase incantato.
"Ehi, ehi... Steve sto parlando con te?" disse una voce stridula.
"Che stai guard... » continuò, per poi fermarsi.
D'un tratto lo sguardo del ragazzo fu interrotto una figura esile, posizionatosi proprio davanti a lui. Era Carol.
"Bamboccione, svegliati! Vedrai che bella scenetta"
Disse e iniziò ad osservare la ragazza, che lentamente avanzava. Entrambe sembravano sicure, capaci di tenersi testa fino alla morte.

Isabel oltrepassò Steve, senza guardalo e lo stesso fece con Nancy. Poi si fermò, al centro di quel corridoio, resistendo al peso di quegli sguardi.
"Guarda, guarda chi si vede qui. Non è bastato quello che abbiamo fatto al tuo amichetto?" chiese Carol, avvicinandosi alla ragazza.
Steve rimase immobile, ma qualcosa in sé non faceva altro che gridare. Diceva di alzarsi e di porre fine a tutto ciò. Ma non si mosse.
"Cosa fai non rispondi! Ti hanno tagliato la lingua, per caso"urlò istericamente.
"No" disse Isabel.
"No cosa?" si intromise Tommy H.
"Ho ancora una lingua, se vi interessa saperlo"
"Cosa? Tu... tu osi ancora rispondermi" esclamò Carol.
"Ne ha il diritto" borbottò Steve. Isabel e Nancy si voltarono, avevano sentito. Percepí la paura pulsargli nelle vene: doveva stare in silenzio o avrebbe rovinato ogni briciolo della sua reputazione.
"Guardami!" gridò una voce, risvegliando tutti.
"Ti sto guardando" rispose Isabel.
"Oh, oh... tu... tu, tu osi rispondere ancora"
"Calmati Carol" disse la voce di Nancy.
"Io calmarmi, te lo scordi, principessina"
Con un colpo veloce afferrò i libri, che Isabel aveva in mano.
Con uno scatto Steve fu in piedi. Rimase incredulo, di fronte alle sue azioni. Perché lo stava facendo?
"Siediti!" strilló Carol.
"Stramba, pagherai per quello che stai facendo. Proprio come il tuo amichetto. Vedi questi libri"
Disse e strappò una pagina. Ma Isabel rimase impassibile.
"Ah, non ti basta, vedremo quando le avrò strappate tutte" urlò, iniziando a fare a brandelli ogni singola pagina. Li stava distruggendo, uno dopo l'altro.
"Carol, può bastare" disse Steve, avvicinandosi alla ragazza uscita di sé.
In quel momento, incrociò la vista di due occhi: erano azzurri, piccoli, ma svegli. Si fermò ad osservarli, dicevano molte cose: rancore, rabbia, disprezzo; eppure non riusciva a smettere di annegare in quell'oceano. Erano gli occhi di Isabel, non li aveva mai guardati, neanche una volta. L'aveva sempre derisa, senza mai osservarla. Aveva fatto tutto all'oscuro, temendo di affrontarla veramente. Ed ora lei lo stava facendo al posto loro, li stava guardando negli occhi.
"Finito" gridò Carol, rialzandosi. Per un secondo, notò la scena: Steve non era mai stato così incantato.
Ma Isabel distolse lo sguardo da tutti. Velocemente raccolse la maggior parte dei frammenti, impassibile. Li infilò nella borsa e superò la figura della ragazza davanti a lei, diretta verso la porta. Tutti la guardavano andarsene in silenzio.
Una rabbia infinita invase Carol: sapeva di non averla minimamente toccata; aveva fatto tutto ciò per niente.
Poi, dopo aver appoggiato la mano sulla maniglia della porta, la ragazza si fermò e, quasi ridendo, si voltò.
"Ah, dimenticavo" disse, tirando la mano fuori dalla tasca. Un piccolo oggetto nero, risplendeva sotto la fioca luce.
"Che è?" chiese Carol, ma nessuno le rispose.
"Ci vediamo, ragazzi" esclamò Isabel, sparendo dietro la porta.

Carol, Steve e Tommy H. sembravano persi.
"È un registratore" disse Nancy, accovacciandosi a terra e raccogliendo un frammento di carta.
"Sono libri della biblioteca" disse indicando una scritta sul foglio.
"Dovrete pagarli tutti"
Il silenzio li avvolse. Poi, un grido lo spezzò: per la prima volta erano stati sconfitti e Carol non poteva sopportarlo.
Ma una risata, felice forse, si disegnò sul volto di Steve, mentre osservava la ragazza disperarsi tanto.

Anche Isabel, rideva, felice e leggera, come non mai. Ci era riuscita.
Libera dai pensieri continuò a pedalare, poi le parole e lo sguardo di Steve si piantarono nella sua mente. Frenò, quasi cadendo. Riprese a pensare.

𝐇𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧, 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐚 | Steve HarringtonWhere stories live. Discover now