0.2 "Hey"

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Il corridoio era pieno, come al solito. Isabel, dietro Nancy e Jonathan, avanzava stringendo forte i suoi libri. Nessuno le prestava attenzione.
La folla si fece più fitta; ai lati due ragazze distribuivano dei volantini. Passarono Jonathan e Nancy, ne ricevettero due. Passò lei, le mani si ritirarono e non ricevette niente. Qualunque cosa fosse stata, non sarebbe mai andata.
Continuò sempre dietro di loro, come un'ombra. Si fermò davanti al suo armadietto, poco distante da quello di Nancy.
Nessuno si interessava più a lei: niente più insulti, niente più stupidi scherzi e niente più risate. Era solo invisibile; se fosse scomparsa in quell'istante, nessuno se ne sarebbe accorto. Forse era meglio così.
Aprí l'armadietto e una serie di risate si riversarono nell'aria. Non erano crudeli, solo felici. Si spostò leggermente e vide da chi provenivano: un passo da lei Steve e Nancy ridevano; erano cambiati, solo lui in realtà era cambiato. Non frequentava più Tommy H. e Carol e adesso si dedicava solo a lei. Erano belli insieme, la coppia più felice della scuola. Sembravano un sogno, che nessuno sarebbe mai riuscito a raggiungere. Un amore di quelli veri, ma forse solo all'apparenza.
Chiuse l'armadietto e riprese a camminare, avviandosi verso la folla. Si sentiva una nota fuori posto, in quell'armonia di felicità.
"Hey, Isabel" esclamò una voce alle sue spalle. Si voltò: era Nancy, le stava rivolgendo la parola, dopo un anno dalla loro ultima conversazione.
"Mi chiedevo... ehm, ecco..."
Steve la stringeva, tenendola saldamente dai fianchi: aveva come paura di perderla e non poté fare a meno di notarlo.
"Se potessi dare un'occhiata anche a Mike la sera di Halloween"esclamò Isabel, tagliando corto.
Steve la guardò ridendo, sapeva perfettamente cosa stava pensando: non era cambiata per niente e anche dopo un anno non aveva smetto di interrompere le persone, traendo le sue conclusioni.
"Sì... insomma... potresti?" chiese, quasi implorandola.
Avrebbe voluto risponderle "no", ma qui non era Nancy a cui doveva badare, era Mike.
"Sì" rispose secca, voltando le spalle.
Riprese a camminare, la campanella suonò e così accelerò il passo.
"Hey, Hey" sentì alle sue spalle. Non si voltò.
"Guarda, guarda chi si rivede"
Conosceva quella voce fin troppo bene, accellerò ancora.
"Questa stronzetta pensa di seminarci"
Una figura le si parò davanti: era Carol.
Cercò di voltarsi, ma Tommy H. le stava dietro. Era in trappola, ma non aveva più paura di loro. Le facevano ribrezzo, era disgustata.
"Che volete?" rispose guardandola negli occhi.
"Solo parlare, tesorino"
"Allora parlate!"
"Calma, stramba. Abbiamo tutto il tempo" disse Tommy H. alle sue spalle.
"Io invece no, quindi sareste così gentili da parlare!"
"D'accordo... volevamo solo avvertirti, noi ci teniamo a te"
Risero, forse non era tutto finito. Isabel si insospettì, su cosa doveva essere avvertita?
"Perché dovreste avvertirmi?"
"Oh... nulla, tieni solo gli occhi aperti"
"La prossima volta che ci vedrai, stanne certa, non sarà così semplice fuggire"
Un senso di paura alleggiò nella sua mente per un secondo, poi svanì: qualcuno la stava chiamando di nuovo.
"Cosa hanno detto?" disse una voce. Guardò in quella direzione: era Steve, senza Nancy.
"Non si saluta?"
"Ho capito... non si può fare una domanda, che rispondi con un'altra domanda"
"Hanno detto che devo stare attenta, tutto qui... felice adesso?"
"Ciao, felice tu ora!?"
Il silenzio piombò tra loro; Isabel spostò lo sguardo, quanto bastava per vedere alcuni ragazzi entrare in classe.
"Dovremmo entrare" pensò, guardando il corridoio vuoto intorno a sé.
"Non sei proprio cambiata"
"Anche tu" avrebbe voluto rispondere, ma non era vero.
"Anche prima... hai interrotto Nancy, come avevi fatto con me... infantile" rise.
"Senti, a volte indovino... e poi, potremmo smetterla di sottolineare i miei difetti, grazie" disse con scherno.
"Come vuole, signorina..."
"Mi chiamo Isabel"
"E io Steve, allora... vediamo di chiamarci coi nostri nomi, eh; sarebbe da persone normali"
"Odio le persone normali"
E sparí sorridendo divertita; Steve rimase fermo, al centro del corridoio, pensando e ripensando. Ma a cosa? Semplice: a cosa ci fosse nella testa della Stramba Henderson.

Si trovava davanti all'Arcade, era un po' che aspettava. Appoggiata al muro dell'edificio, poco distante dall'entrata, guardava a destra e a manca in cerca di Dustin e Lucas. Era venuta a prenderli, o meglio, a scortarli con la sua vecchia bici.
Guardò a destra: nessuno.
Guardò a sinistra: ancora nessuno.
D'un tratto, un forte boato inondò l'aria, mentre un forte vento le schiaffeggiò il viso.
Scostando i capelli dagli occhi, vide qualcosa: una macchina blu, grande è costosa si era appena fermata davanti a lei. Cercò di guardare dentro, ma quella subito ripartí, lasciandosi alle spalle una piccola ragazzina dai capelli rossi: era arrabbiata.  Dovevamo essere nuovi, ad Hawkins macchine di quel genere erano fuori posto.
Si guardò di nuovo intorno: dietro a una macchina, due sagome so erano appostate.
Aguzzò la vista: erano Lucas e Dustin.
Con uno slancio, attraversò la strada e fu da loro.
"È un'ora che vi aspetto, da quanto siete qui?"
"E-ehm... un po'"rispose Dustin, guardando in basso.
"Non era fantastica!?" esclamò Lucas, con lo sguardo perso nel vuoto.
"Cosa?!"
"Niente Isabel, niente" rispose Dustin.

Salirono ognuno sulla propria bici, incamminandosi verso casa. Isabel si trovava in cima alla fila e alle sue orecchie giungeva  solo un discontinuo vociferare.
"Lucas, ho una domanda..."
"Spara"
"Chi era fantastica?"
"Non rispondere!" disse Dustin.
"Una ragazza..."
"Fin qui ci sono arrivata..."
"Non la conosci, Isabel. Falla finita!" continuò il fratello.
"Aspetta, aspetta... ho bisogno di consigli"
"Cioè?!" esclamarono i fratelli in coro.
"Calmatevi, calmatevi... Isabel, cosa sai di appuntamenti?"
"Perdi tempo, stai chiedendo alla persona sbagliata" disse Dustin.
"Cosa vorresti insinuare?" rispose la sorella.
"Nulla... solo che non sei mai uscita con nessuno"
"Non stava con Jonathan?"
"Ma che stai dicendo!"
"Tu sei matto Lucas!"
"Allora con Steve?"
"Sta con Nancy, da un anno" concluse Isabel velocemente. Non era mai stata o uscita con nessuno e mai le era importato. Ma ora si sentiva come incompleta, inferiore.

𝐇𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧, 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐚 | Steve HarringtonWo Geschichten leben. Entdecke jetzt