1.6 "La preparazione"

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"Arrivati!" esclamò Isabel, guardando davanti a sé: la discarica delle macchine, quella era stata la loro scelta. Aveva insistito: non voleva combattere quei mostri nel bosco, non voleva che quella scena si ripetesse un'altra volta e così lei e Dustin avevano optato per quel luogo.
Avanzò frapponendosi tra i due ragazzi; guardò Dustin: era sollevato, poi si soffermò sull'altro e scoppiò in una risata. Entrambi si girarono per guardarla e lei prese ad indicare gli occhiali neri del ragazzo. Steve sbuffò e se li tolse: "Contenta ora?!" esclamò, rivoltandosi verso la piccola landa.
"Ah, sì, sì; andrà bene, sì, sì" prese a dire avanzando: in effetti era stata la scelta migliore. Isabel guardò il fratello: il suo viso era illuminato da una vena di soddisfazione, ci teneva molto al parere di quel ragazzo. La sorella sorrise, prendendo ad avanzare anche lei.

"Bella pensata" esclamò, infine, Steve guardando per un secondo i due fratelli Henderson. Ma Isabel già pensava a quello che avrebbero dovuto fare: era molto; dovevano scegliere una macchina o un pullman... pensò notandone uno in lontananza.
"Hey, che ne dite di..." esclamò voltandosi vedendo i due rovesciare i loro secchi. Si avvicinò a loro, con grandi falcate: "Aspettare proprio no?!" disse rovesciando anche il suo secchio "comunque quello dovrebbe and"

"Avevo detto cottura media!" urlò una voce alle sue spalle, i tre si voltarono: in cima alla piccola collinetta, circondata da vecchi rottami, Lucas li stava salutando con sotto braccio la sua bicicletta. Ma a Isabel quello non interessava, piuttosto una piccola ragazza dai capelli rossi, fece mutare la sua espressione, rendendola più dura e seria: perché era lì? Pensò, stringendo con forza le dita attorno al secchio.
Sentì lo sguardo di Steve posarsi sul suo, ma lo ignorò.
"Chi è quella?!" chiese guardando anche il fratello, ma entrambi rimasero in silenzio con un'espressione assassina. I due ragazzi presero a scendere verso di loro, di scatto Isabel si avvicinò a Steve, stringendo con forza la manica della sua giacca: "E' la sorella di Billy" esclamò, lasciando poi andare la presa e avviandosi da un'altra parte a raccogliere qualche rottame. Solo una cosa desiderava più al mondo: che quella ragazzina dai capelli rossi sparisse all'istante.

* * *

"Hey" disse una voce alle spalle di Isabel; la ignorò, sapeva alla perfezione a chi apparteneva. Roteò gli occhi e continuò a raccogliere alcuni rottami.
"Ti hanno tagliato la lingua?!" chiese ancora. La rabbia iniziò ad impossessarsi della ragazza: perché doveva insistere?
"Ciao!" esclamò, sperando che se ne andasse, ma quella continuò a parlare: "Cosa dobbiamo fare con tutti questi cosi?!"
"Proteggerci!" tagliò corto l'altra, gettando vicino al pullman un pezzo di ferro.
"Ah" disse la ragazza, iniziando a ridere. Isabel si fermò senza voltarsi: cosa stava insinuando?
"Proteggerci e da cosa... uno stupido orso" continuò a ridere Max, smettendo di lavorare.
Isabel si sentì avvampare: aveva sempre saputo che quella ragazza era solo d'intralcio.
"Qualcuno ti ha parlato di quello che stiamo per affrontare?" chiese seria, voltandosi in fretta e puntando i suoi occhi in quelli azzurri di Max, ancora ridenti.
"Sì e non credo ad una parola di questa storia!" continuò con tono di sfida; ma lo sguardo gelido di Isabel congelò subito la sua risata.
"Questo non è uno scherzo o uno stupido gioco dell'Arcade" disse alzando la voce "qui se qualcosa ti colpisce sei morto e subito: nessuna vita, nessuna seconda possibilità, aiutante o pozione magica. Quindi, se non vuoi vedere la scritta GAME OVER questa sera vedi di non prendere tutta questa storia come una cavolata!" concluse Isabel, sorpassando la ragazza. Sperava di averla terrorizzata, sperava che dopo quelle parole se ne andasse, sperava che-. Assorta nei suoi pensieri, urtò qualcuno.
"Che stai facendo?!" chiese una voce, alzò lo sguardo e vide Steve: teneva in mano una seggiola e pareva nervoso. Isabel non rispose e continuò ad osservarlo.
"Perché non stai lavorando?!" esclamò, squadrandola.
"E perché nemmeno tu lo stai facendo?!" rispose a tono Isabel, ancora troppo stizzita per quello che era accaduto poco prima.
"Io sto lavorando!" disse a lei, ormai stufo "solo quella stramba ragazza mi sta dando un mano!"
Isabel sorrise, ma non di felicità.
"Cosa c'è da ridere?!"
"Ora riutilizzi il soprannome 'stramba'" esclamò, nervosa.
Steve sbuffò: "Dobbiamo litigare proprio ora?!" disse lui poggiando a terra la seggiola che teneva in mano.
L'altra si appoggiò al lato di una macchina.
"Scusami... ma quella ragazza mi da alla testa" disse, sospirando.
"E a me quei due..." rispose il ragazzo, posizionandosi vicino all'altra.
"Non siamo messi tanto bene, sembriamo dei genitori esauriti!" esclamò Isabel ridacchiando e Steve fece lo stesso. Poi, all'unisono si voltarono, incontrando i loro sguardi; ma quel contatto durò poco.
"Hey, voi... lavorate o no?!" chiese una voce.
"Sì, infatti, signori Rompipalle muovetevi!" continuò un'altra.
"Proteggeteci dall'orso" rise un'altra ancora.
Erano Lucas, Max e Dustin e gli altri due si alzarono; così ognuno riprese il suo compito, covando la paura è sperando che la notte tardasse ad arrivare.

* * *

La notte era scesa e nessuna luce, se non quella lunare, illuminava l'interno di quel piccolo pullman. Tutto era pronto: dovevano solo mettersi in posizione.
"Ok" disse Steve, sistemando un pezzo di ferro davanti all'apertura del veicolo "tu all'avvocata mento" indicò Lucas "voi altri due stronzetti, qui"
"Fermi, sia chiaro!!" lì avvertì Isabel.
"Sì, sì fermi... poi tu Isabel, il fuoco" disse guardando la ragazza. Un nodo le si piantò in gola: era lei che aveva l'accendino e per questo avrebbe dovuto usarlo; avrebbe dovuto ripetere la scena dell'anno precedente, volontariamente. Aveva paura di non farcela, di bloccarsi e di mettere tutti in pericolo, soprattutto suo fratello.
Scosse la testa per risvegliarsi, notando che Lucas era sparito.
"Tutto bene, Isabel?" chiese il fratello. Annuì, non era vero. Si avvicinò a Steve, poggiato a terra.
"Non posso farlo" disse porgendogli l'accendino.
"E perché?!" chiese lui sorpreso.
"Non posso, no-non c'è la faccio..."
Li avvolse il silenzio: Isabel ritrasse l'accendino e si sedette davanti al ragazzo.
"Quella notte... un anno fa... non so se ti ricordi, quando correvo..." disse impacciata.
"Quando correvi terrorizzata, si ricordo..." la assecondò Steve, cercando di catturare lo sguardo della ragazza.
"V-venivo dal bosco, sta-stavo cercando una persona e..." si fermò: era la prima volta che ne parlava, che sentiva rimbombare queste parole nello spazio.
Sentì una stretta alla mano: era Steve.
"L'ho visto... ho gettato l'accendino a terra e gli ho dato fuoco" concluse, facendo riapparire l'accendino "non giro mai senza da quel giorno, ma questa sera penso di poterne farne a meno...".
Nessuno disse più nulla, ma i gesti colmarono il silenzio: Steve mollò la presa sulla sua mano e afferrò l'oggetto, prendendo a giocherellarci. Isabel sorrise e fece lo stesso.

"Quindi siete sicuri che non sia un orso?" chiese Max, interrompendo i loro sguardi. Isabel alzò gli occhi, voltandosi per non guardarla. Era davvero così difficile credere a quella storia? Sì, lo era.

* * *

La tensione era alta: era notte da un po', eppure Lucas non aveva ancora dato il segnale di avvistamento. La ragazza dai capelli rossi lo aveva seguito sul tetto e giù erano rimasti solo Steve, Isabel e Dustin.
"Domanda" ruppe il silenzio la ragazza "Steve, com'è andata con Nancy?" chiese delicatamente.
Lui sospirò, guardandosi attorno: "Nulla, è sparita... sai i fiori erano per lei"
"No, ma come... non erano per la signora Wheeler?!" tentò di farlo ridere, senza risultati. "Non è sola... c'è Jonathan con lei, starà bene" disse, pur non essendone certa.
"Dov'è?!"chiese lui, seriamente.
"Non so... cercavano qualcosa per Barb" mentì, sapeva dove si trovavano "li ho prestato il mio registratore, sembrava una cosa seria...".
Poi Steve rise: "Perché faccio queste domande?!" chiese a sé stesso "tanto... avevo ragione tu, Isabel"
"Su cosa?"
"Con Nancy... non c'è futuro..." rise ancora, ma con una bene di delusione "proprio come è successo a voi..."
"È diverso" disse al ragazzo "è stato diverso, Steve... credo sia cambiata, non-non ed più quella di prima... sono io quella che non vuole" concluse, cercandoti tenere lontano il dolore.
"Che non vuole, cosa?"
"Essere ferita di nuovo" terminò con una voce strozzata.

"È tutta spazzatura!"
"E ora vattene!" sentì rimbombare dai ricordi della sua mente. Trattenne una lacrima.

"A ore undici!" gridò Lucas. Si alzò, avvicinandosi alla finestra: era l'ora.

𝐇𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧, 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐚 | Steve HarringtonWhere stories live. Discover now