1.3 "Steve Harrington"

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Ormai Dustin aveva gettato la bici a terra, quando Isabel comparve all'orizzonte. Pedalava senza sosta, mentre il sudore era violentemente spazzato via dalla forza del vento. Si alzò in piedi, cercando di prendere velocità, ansimando sempre di più. Giunta sul vialetto, scaraventó la sua bicicletta a terra, correndo verso la porta di casa Wheeler.
"Dustin!" gridò con l'ultimo fiato rimasto, toccandosi lo stomaco e piegandosi dalla fatica "vuoi farmi morire!?". Ma il fratello sembrava non volersi distrarre, tanto da degnarla solo di uno sguardo.
"Oh, ciao Isabel!" disse il signor Wheeler sul ciglio della porta. Isabel abbozzò un saluto, continuando a riprendere fiato. Ma l'uomo continuò a prestarle attenzione: "Tu e Nancy non vi vedere più!?" continuò com voce innocente.
"Primo: cosa c'entra. Secondo: come diamine fa a non saperlo" pensò, rivolgendogli uno sguardo incerenitore. La storia sua e di Nancy era nota a molti e soprattutto passata. Poi, un rossore si palesò sulle sue guance: che stava facendo!
"Ehm... no.. insomma" borbottò, con un falso sorriso.
"E lei dov'è?" chiese Dustin, interrompendo la sorella.
"Da-da quanto ti interessa!" sussurrò tagliente Isabel, all'orecchio del fratello.
"Karen, dov'è Nancy!" urlò il signor Wheeler alla moglie, che rispose al posto suo.
"Da Ally. I nostri figli non vivono più qui, non lo sapevate!" continuò l'uomo, con fare calmo, disinteressato.
"Sul serio..." dissero in coro i fratelli, l'uno sorpreso e l'altra ironica.
"Abbiamo finito?!" chiese il signor Wheeler, quasi avesse fretta.
"Dovrà solo poggiare il suo fondoschiena sulla poltrona e fare una bella ronfata" pensò Isabel, roteando gli occhi dal fastidio. Si soffermò sulla strada: stava arrivando un macchina. La fissò più intensamente: non era nera, questa era l'unica cosa importante.
"Porcaputtana! Non è proprio di nessun aiuto, lo sa!" esclamò Dustin, facendo voltare la sorella.
"Cosa?!" gridò questa, fissandolo mentre se ne stava andando.
"Hey, modera il linguaggio!" sembrò risvegliarsi il signor Wheeler.
"Glielo dico sempre anch'io!" rispose Isabel, accennando un gelido sorriso e iniziando a rincorrere il fratello.
"Hey, Dustin" gridò, accelerando; ma era inutile: le sue gambe urlavano dalla fatica e non c'era modo di continuare.
"D'accordo, benissimo... fai da solo. Io starò qui!" esclamò, sedendosi di peso sul prato inglese dei Wheeler. Attese una risposta, ma non sembrava arrivare. Tossicchiò, incrociando le braccia al petto; ignorando il rullare sempre più vicino di un motore. Trattenne la curiosità di voltarsi e sbattè un piede a terra. Ancora nulla.
"Ooooooooh, Dustin!" gridò, strusciando le mani sul tutto il suo viso "dannazione, proprio non sai quand-". Si alzò di scatto e si voltò altrettanto velocemente, urtando violentemente qualcuno.
Fissò dritto davanti a sé: c'erano delle rose nelle sue mani e stava borbottando qualcosa. Alzò lo sguardo, sussurrando un lieve scusa, e non poté non trattenere un piccolo sorriso divertito. Steve era lì, per Nancy, visto il mazzo di rose rosse.
"Carina la signora Wheeler, eh!?" disse Isabel, con un piccolo occhiolino e una forte risata. Il ragazzo sbuffò, ma lei non poté far a meno di notare un leggero sorriso sulle sue labbra.
"Sono per i signori Wheeler quelli?!" s'intromise Dustin, camminando verso di loro.
"Potreste smetterla!" esclamò Steve, indicando i due fratelli.
"Nancy non è in casa" continuò schietto Dustin, strappando quel mazzo dalla mani dell'altro.
"Deve avere qualcosa in mente" pensò Isabel, guardandolo improvvisamente insospettita.
"Dov'è?!" chiese Steve, prontamente.
"Pensò sia con-" tentò di dire la ragazza.
"Hai ancora la mazza?" chiese Dustin.
"Quale mazza?"
"Cosa vuoi fare Dust-" si intromise di nuovo Isabel, sempre più all'erta.
"Quella coi chiodi..."
"Sì... ma tu com fai-"
"A saperlo... beh, ecco... diciamo che le notizie in casa volano" riuscì finalmente a dire la ragazza "comunque, cosa vuoi far-"
"Salite!" disse, infine, Dustin, già a bordo della vettura.
"Co-cosa?!" disse Isabel, spalancando gli occhi "tu vuoi... davvero, lui! Tra tutte le pers... mannaggia, Dustin... proprio, uffa!" prese a borbottare, gironzolando attorno alla macchina.
Ma, senza accorgersene, Steve era salito, mettendo già in moto l'auto.
"Vuoi salire, Isabel?!" le gridò Dustin, facendola arrestare. Guardò nell'auto: erano già tutti e due dentro.
"Voi... cosa?! Fate sul serio?!" rispose avvicinandosi, al fratello, che aveva abbassato il finestrino. Steve alzò le mani insegno di resa ed Isabel prese ad osservarlo, dimenticandosi delle esortazioni del fratello.
Doveva sapere... doveva sapere a cosa stava andando incontro; lui, che sarebbe potuto uscire per sempre da quella storia assurda, ora ci cascava dentro volontariamente... e per cosa, per aiutare loro, senza sapere come o che cosa ci fosse in ballo.
Isabel fissò i suoi stessi occhi, in quegli specchi marroni, ora più seri e attenti. "È pericoloso" tentò di dire con lo sguardo "non sei c costretto a farlo, Steve!" era la prima volta che pensava a lui con il suo nome. Era sempre stato lui, anonimo e quasi senza identità. Steve ascoltò e comprese, senza però udire il suo nome. Un sorriso innocente si dipinse sulle labbra del ragazzo, mente la luce fioca del tramonto gli incorniciò il viso. Voleva dire solo una cosa: l'avrebbe fatto lo stesso.

·˚ ༘₊· ͟͟͞͞꒰➳ ciaoooo a tutti, come va??? Pronti per il prossimo capitolo?? Come vi è sembrato questo?? Un  saluto

MaryInes_

𝐇𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧, 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐚 | Steve HarringtonTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang