1.8 "Il corpo"

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La notte, dietro alle tende, faceva paura. Un ripetuto ticchettio da pochi minuti aveva preso ad inondare la stanza.
"Smettila mamma!" gridò Isabel, appoggiata alla finestra.
"Basta! Io vado" disse ancora, slanciandosi per afferrare il suo cappotto.
"No, Isabel è pericoloso; manderemo la polizia, sta qui, almeno tu"
"Mamma, non capisci! Nessuno ci risponde al telefono, come nessuno ci risponde a questo dannatissimo coso!" strillò, indicando il suo walkie-talkie "E poi, se è pericoloso per me, lo è anche per lui!" terminò precipitandosi fuori dalla casa.

Sulla sua bici, pedalava e gridava: "Dustin, Dustin, Dustin, Dustin..."
Nessuno rispondeva, solo il suo eco. Eppure, continuava a gridare, non si sarebbe rassegnata.
Gridò, ancora.
Poi un bagliore, poco lontano, l'accecò. Gettò la bici e prese a correre.
La luce cadde a terra, fermandosi.
"Isabel!" risuonò nella notte. Poi, il silenzio.
Il freddo pungente sparí, mentre il calore prese a sciogliere l'ansia e le preoccupazioni. Il calore di un abbraccio, in mezzo a quell'oscurità.
Piangevano entrambi.
Ma, Dustin era lì, tra le sue braccia. Stava bene. La paura di perderlo, svanì. Avrebbe voluto picchiarlo e dirgli di tutto, eppure continuava a stringerlo sempre più forte.
Pensò a Will, si rese conto della sua fortuna. Forse, però, anche lui sarebbe presto tornato.
Ma per Isabel, la speranza di ritrovare quel ragazzo ancora rimaneva, per Dustin no: non sapeva cosa aveva appena visto.

𝐇𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧, 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐚 | Steve HarringtonWhere stories live. Discover now