0.5 "Silenzio"

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A volte il silenzio dice più di mille parole e quella notte andò proprio così.
Isabel non disse nulla, Steve fece lo stesso. Lentamente, la ragazza si sedette vicino a lui, non sapeva né il perché o tanto meno cosa avrebbe detto; era solo la cosa giusta da fare. Ma il silenzio continuava a circondarli, parlando nella sua monotonia.
Circa pochi centimetri li separavano, non erano mai stati tanto vicini volontariamente. Era sempre stato il caso a farli incontrare, anche quella notte, ma era diverso.
"Che ci fai qui?" chiese lui, nascondendo lo sguardo dall'altra parte.
"Non lo so..." rispose Isabel, raccogliendo una foglia e iniziando a rigirarla tra le mani. Era nervosa; non sapeva cosa dire o fare.
"Puoi anche andartene" disse Steve, voltando ancora di più lo sguardo.
"Non sei cambiato" disse Isabel, alzandosi. Aveva finito, non aveva più senso stare lì.
"Certo... parli tu" rispose il ragazzo, sforzandosi di non voltarsi.
Isabel fece un passo, se ne stava andando. Poi si fermò, perché? Era l'orgoglio, forse.
"Cosa?!" non potè fare a meno di chiedere, perforandolo con gli occhi.
"L'hai detto anche quella notte... un anno fa" sospirò lui, rimanendo girato.
Era davvero passato un anno, non ci credeva. Un anno da quando lo aveva visto cambiato, da quando se ne era convinta, da quando aveva smesso di aver paura di lui, del mondo.
Sospirarono, all'unisono.
Isabel riprese a guardarlo, avvicnandosi un poco: vedeva solo i suoi cappelli neri, spettinati e mossi dal vento gelido; non l'aveva ancora visto in faccia, ma la immaginava: era triste.
"E' stata Nancy, vero?" disse fredda.
Lui si voltò, sorpreso. I loro occhi si incontrarono; i suoi erano tristi e stanchi, non lo aveva mai visto così fragile. Sentiva di averlo tra le mani, poteva fare di lui ciò che voleva. Avrebbe potuto vendicarsi di anni e anni di insulti e derisioni. Ma non l'avrebbe fatto, non a lui: era cambiato, ma non l'avrebbe mai ammesso.
"Sì" disse con filo di voce, quasi spezzata dal pianto.
"E' successo anche a me" esclamò Isabel abbassando lo sguardo.
"E dopo?"
"In che senso?" rialzò il viso, fissandolo nel profondo dei suoi occhi marroni.
"Cosa è successo?"
"Basta guardarci adesso... sono passati anni"
Il silenzio ripiombò tra i due, mentre entrambi distolsero lo sguardo l'uno dall'altra. Forse aveva sbagliato a dire quelle parole, lo aveva messo alle strette: non c'era più speranza per lui. Forse, lo stava ferendo senza volerlo.
"Aspetta!" esclamò, quasi per fermare ogni suo pensiero.
"A volte penso di essere io il problema. Nancy... capirà, se le parli" continuò guardandolo dritto negli occhi.
Improvvisamente, la bocca di Steve si incurvò: era un sorriso.
"Grazie" sospirò, poggiando un mano sulla tasca destra dei suoi pantaloni. Era sincero, aveva capito.
Quella sera la sua vendetta avrebbe potuto aspettare. Come quando finito un film si riaccendono le luci e la realtà in un secondo ripiomba sulle spalle degli spettatori, così i loro sguardi si divisero, per non incontrarsi più. Isabel sulla sua bici e Steve diretto verso la sua macchina. Ma nessuno potè fare meno di voltarsi un'ultima volta, guardando la figura dell'altro sparire dalla parte opposta. Ma, per quella sera, era tutto finito.

𝐇𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧, 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐚 | Steve HarringtonDonde viven las historias. Descúbrelo ahora