0.6 "L'entrata"

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Apparentemente un'aria allegra si respirava in tutta la cittadina di Hawkins. Ma, un velo di tristezza e paura si diffondeva in ogni luogo. Presto quella calma apparente sarebbe stata travolta. Ma per alcuni era già sottosopra.

Molta malinconia poteva essere percepita dallo sguardo dei due fratelli Henderson. Adesso sfrecciavano, cercando di sfidare il tempo in una rapida corsa in sella alle loro bici.
Soli, senza nessuno.
Troppe lacrime per essere asciugate si rovesciavano sul viso di ciascuno dei due, mentre un uragano di pensieri inondava la loro mente.

Isabel, ora stava sfrecciando più veloce che mai, sperando che la forza del vento potesse cancellare ciò che aveva fatto. Sperando che riuscisse a cancellare tutto. Ma nulla accadeva e rimaneva bloccata, in quella specie di limbo: ora doveva scegliere chi essere, chi era veramente.
Pensò, tutto il tempo della corsa; poi con veloce gesto della mano parcheggiò la vecchia bici.
In una macchina, poco distante, suonava la famosa melodia di "Total Eclipse of the heart", così la ragazza si avviò nella viva scuola canticchiando alcune note della canzone, come se nulla fosse mai accaduto.
Tutto normale, forse fin troppo.
Nel profondo una forte solitudine divorava ogni centimetro del suo corpo, vedeva tutto come una lunga ed infinita macchia a cui lei era estranea. Intorno a lei solo facce vuote, senza calore e prive di familiarità: una riduzione in scala del mondo che tanto disprezzava.

Un passo avanti e dopo un altro, in quella lunga sfilata, giunse davanti al suo piccolo armadietto. Lo aprì sperando in qualcosa, forse qualche sensazione o in un luogo sicuro in cui rifugiarsi. Ma era solo una porticina blu, spalancata con dentro una tristezza infinita.

Poi qualcosa arrivò, un tocco leggero e quasi invisibile proprio sulla sua spalla destra. Si voltò, piena di speranza. Finalmente era arrivato, finalmente si sarebbe potuta liberare da quelle facce anonime.
Ma no, non era chi si aspettava.
Era Steve.
Cosa voleva?
Poi altre figure, adesso poco chiare ed indefinite si innalzavano proprio dietro la figura del ragazzo.
Ma in quel momento nulla importava, l'unica domanda nella sua mente era il perché di tutto ciò.
Perché Steve Harrington, dopo anni, avrebbe dovuto considerarla tanto da presentarsi davanti al suo armadietto.

Poi una risata, straziante.

𝐇𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧, 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐚 | Steve HarringtonWhere stories live. Discover now