1.2 "Sigarette"

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Venerdì sera, c'è chi esce, c'è chi resta a casa e quel giorno Isabel sarebbe uscita. Non un appuntamento galante, non una festa, ma una sorpresa, questo era quello che Steve si era limitato a dirle.
Era marzo ed è risaputo come spesso questo mese giochi brutti scherzi a livello meteorologico. Piovevano gocce leggere, "innumerevoli dita" che suonavano "stromenti diversi". Isabel, però, non sapeva nulla e non avrebbe mai potuto immaginare che quell'atmosfera, che a lei quasi pareva magica, potesse invece essere un problema per quello che il ragazzo aveva organizzato.

Senza attendere - forse con fin troppo anticipo - si era fiondata sotto la doccia. Il rumore della pioggia lì pareva lontano, mescolato a quello delle gocce d'acqua che ricadevano sulle mattonelle bianche. Era felice, spensierata, come da anni non era più stata, tanto che si mise a canticchiare. Non aveva una cattiva voce, ma lei la detestava.
Così, aveva perso la cognizione del tempo e la percezione del mondo, tanto da non accorgersi che qualcuno aveva suonato alla porta.

"Proprio oggi, eh" borbottò Steve, sotto la veranda di casa Henderson. Guardava in direzione della notte scura, quasi a parlare con lei e a quel brutto tempo che aveva mandato tutto a rotoli. Erano settimane che aveva in mente quella sorpresa, che la preparava e ci sognava dietro, ma era bastato poco per rovinarla. Aveva faticato tanto, anche per lasciare che i suoi genitori gli permettessero di uscire con Isabel; quando c'era riuscito, ecco la pioggia.
"Sai che c'è: fottiti!" esclamò, rivolgendosi a quel temporale con un gesto veloce della mano. In quell'istante notò un bagliore, una finestra aperta e una sagoma dall'altra parte della strada. Doveva essere quel ficcanaso di un vicino, che non faceva altro che star dietro a Isabel; Dio, quanto non lo sopportava!
"Fottiti pure tu, tanto ormai...!"
"Come scusa?"
"Oh... scusi" esclamò subito il ragazzo, notando che la Signora Henderson era appena arrivata sulla porta, aprendola. Perché doveva sempre tutto andargli storto? Anche adesso, chissà che impressione le aveva fatto!
"Scusi, non intendevo lei" borbottò, provando un po' a rimediare, sentendo la gola farsi sempre più secca.
"Tranquillo, caro" sbadigliò la donna, "vieni entra"
Steve si stupì: di solito la Signora Henderson era sempre molto attiva, stava sempre dietro ai suoi figli; eppure adesso sembrava così stanca. In più i bigodini perfetti e quella vestaglia lilla comoda e larga sembravano proprio star ad indicare che la donna fosse già in procinto di andare a dormire.
"Isabel è di là, caro" esclamò, quando lui fu entrato ed ebbe chiuso la porta, "hai preso freddo?"
"No, signora, ero in macchina" sorrise lui, per quella carina preoccupazione che aveva avuto la donna, "solo un po' d'acqua" esclamò, alzando gli occhi verso l'alto, notando alcuni ciuffi dei suoi capelli parecchio bagnati.
"Oh, Isabel credo abbia tirato fuori il phon di là, potresti asciugarti con quello, caro, altrimenti rischi di prenderti qualcosa"
"Non si preoccupi" disse Steve con il solito sorriso smagliante, mentre con una velata timidezza percorreva il corridoio verso la camera della ragazza.
La Signora Henderson non andò avanti con le sue domande, non voleva stressarlo, e restò in silenzio, riprendendo la sua comune routine prima di andare a letto.

Arrivato davanti alla porta il ragazzo notò che era socchiusa e un piccolo spiraglio di luce proveniva da dietro l'anta in legno. Poggiò, leggermente titubante, la mano sulla maniglia e la sospinse, dando un'occhiata all'interno: non c'era nessuno, solo molto disordine; camera sua era identica, se non peggio. Sorrise a quel pensiero, introducendosi completamente all'interno, ma restando ad un passo dalla soglia e continuando a far vagare qua e là lo sguardo: c'erano vestiti poggiati sul letto, una piccola lampada sulla scrivania che illuminava il posto con una luce fioca e calda, tanti fogli erano stesi su quel ripiano, compresa una matita ed un registratore, no, il registratore. Steve, infatti, lo riconobbe subito: era quello che le aveva regalato a Natale; era bello sapere che lo stesse usando. Subito, fu pervaso da una forte sensazione di curiosità, come se volesse agguantare quell'oggetto e scoprire ciò che Isabel teneva nascosto lì dentro.

𝐇𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧, 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐚 | Steve HarringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora