0.7 "Billy Hargrove"

2.3K 141 11
                                    

I corridoi erano ormai pieni: persone sole, sorridenti, in ansia, stanche, in gruppo. Tutte diverse, parte di un quadro affascinante; ma non perfetto. Sbagliato e crudele.
La porta si aprì per l'ultima volta, spinta con la schiena da una figura: era di fretta, con il fiato corto e con le mani occupate; rovistava nel suo zaino, bagnato da una strana sostanza.
"Dannazione! Perché, perché..." imprecava, facendosi strada tra tutta quella gente. Nessuno la considerava m, guardava o salutava; ma non era quello il suo problema più grande.
Con uno scatto, si schiantò sul suo armadietto, lo aprì e vi infilò lo zaino: nessuno doveva vederlo, ma chi mai l'avrebbe guardato?
Dopotutto era il suo, quello della Stramba Henderson, del fantasma della scuola.
Improvvisamente la campanella suonó: era arrivata in tempo.
Velocemente, iniziò ad afferrare alcuni libri, poi si fermò: osservava il vuoto nero del suo armadietto. Era così che si sentiva lì: chiusa, vuota e sola. Abbassò lo sguardo, inspirando lentamente, cercando di ritrovare stabilità.
"Hey, tu... Stramba Henderson è così che ti chiamano" disse una voce alle sue spalle. Era dura, quasi crudele e mai sentita. Alzò gli occhi al cielo: non avrebbe risposto... non era più la Stramba Henderson, era Isabel, Isabel Henderson.
Uno strano calore crebbe nel suo corpo; percepiva pericolo, qualcosa dietro di lei calamitava la sua attenzione.
Si voltò a destra. Una mano sbattè sugli armadietti, sbarrandole la strada. Si voltò a sinistra. Un'altra mano le bloccò la strada con un tonfo.
Non si voltò, sentiva solo un forte respiro caldo sul collo, percependo la paura crescere. Era bloccata.
Prese a tremare, cercò di stabilizzarsi. Aveva paura, non si sentiva così da tempo.
Frustandosi coi suoi stessi capelli, si girò e lo vide: un ragazzo le stava letteralmente con il fiato sul collo; aveva capelli lunghi, puzzava di fumo e portava sulle spello una grande sacca da ginnastica. Ma non notò nulla di tutto ciò: solo due grandi occhi azzurri, colmo di odio, odio per lei. Ma perché? Era la prima volta che lo vedeva. Era odio ingiustificato.
"Che vuoi?!" esclamò Isabel, con poca forza.
Un ghigno inclinò gli occhi del ragazzo, colmandoli di tensione.
"Sai, stramba, dalle mie parti si risponde"
"Allora rispondimi!" disse spontaneamente, quasi sputandogli in faccia. Stava giocando col fuoco.
"Cosa, scusa?!" esclamò l'altro, ridendo in modo isterico.
"Ti ho fatto una domanda: cosa vuoi?!" continuò Isabel, credendo di poterlo sopraffare come con Coral e Tommy H. Avrebbe tirato ancora un po' quell'elastico, fino a farlo spezzare. Ma si ruppe, prima di quanto avrebbe potuto immaginare.
Con forza, il ragazzo sbatté i pugni sugli armadietti. Un centimetro e avrebbe colpito Isabel: forse non era come glia altri. Prese a schiacciarla, mettendola sempre più in gabbia. Nessuno Steve, nessun Jonathan, nessun Dustin o chiunque altro avrebbero potuto tirarla fuori da lì. Nessuno era lì con lei, era sola.
Cercò di indietreggiare, sperando di poter sprofondare tra gli armadietti, sparendo per sempre.
Le labbra del ragazzo si posarono sul suo orecchio, prendendo a bisbigliare: "Senti..." sospirò, senza pazienza "ti conviene non scherzare con me, con Billy Hargrove... fallo, anche solo una volta e ti troverai in guai seri, sono stato chiaro?!" chiese, indietreggiando leggermente.
Ma Isabel era paralizzata, la paura si era impossessata di lei, mentre la vergogna la faceva sprofondare in un vuoto senza fondo. Sperava solo che tutto finisse, presto.
"SONO STATO CHIARO?!" gridò il ragazzo, premendo la sua faccia su quella della ragazza. Isabel si risvegliò, sentiva tutto: risate, voci e un forte odore di fumo. Guardò in basso, cercando di sfuggire a tutto quell'odio.
"Sì..." bisbigliò, non si era mai sentita tanto impotente. Incapace di reagire.
Il ragazzo si riunì al suo gruppo, seguito da Tommy H. e Carol sorridenti dopo tanto tempo. Che divertimento c'era nell'odio, nella sofferenza di altri?
Isabel continuò a fissare i suoi piedi, era sola. Poi un sorriso si dipinse sul suo volto; a vederla sarebbe sembrata veramente stramba, ma nessuno la guardava. Aveva sentito le minacce, la paura e l'impotenza; eppure la vendetta era qualcosa che sentiva necessario. Anche lui l'avrebbe pagata, ma non avrebbe mai conosciuto il nome dell'artefice della sua punizione. Mai.
"Ah, e di a quei bambineggi di stare lontani da mia sorella" disse la voce del ragazzo d'un tratto.
Con uno scattò, la testa di Isabel a bocca aperta si rialzò: Billy Hargrove era il fratello della ragazza dai capelli rossi. Non sarebbero servite due vendette: solo una, piena dello stesso odio.
La ragazza si voltò: l'armadietto era ancora aperto e i libri stretti tra le sue braccia. Guardò davanti a sé: anche il suo zaino era ancora al suo posto, ancora bagnato di quella sostanza. Fissò la macchia più intensamente; sorrise: aveva tutto il necessario, la vendetta era pronta.

𝐇𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧, 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐚 | Steve HarringtonDonde viven las historias. Descúbrelo ahora