1.0 "Aiuto, vi prego"

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*linguaggio forte*

L'acqua scorreva fredda, bagnando il corpo sudato dei tre ragazzi: Billy, Tommy H. e Steve. In silenzio, restavano sotto il getto, lanciandosi qualche occhiata.
Billy afferrò il proprio shampoo, rovesciandone una buona quantità direttamente sui capelli. Lo stesso fece Tommy H. con il suo flacone.
Quell'odore: Steve l'aveva già sentito... prese ad osservarli, cercando di capire da quale dei due provenisse. Sapeva, perfettamente, di che cosa si trattava.
"Preoccupato Harrington?!" chiese Billy, fissandolo dall'alto al basso.
Distolse lo sguardo, sfregandosi i capelli bagnati.
"Che c'è, ti hanno tagliato la lingua?!" infierì Tommy H., scoppiando in una sonora risata.
"La volete una curiosità..." continuò, smettendo di ridere "proprio ieri, la Stramba Henderson si aggirava qui negli spogliatoi... Harrington, non dirmi che ti sei trovato la ragazza" prese a ridere di nuovo.
"Stronzo" pensò Steve, degnandolo di una piccola occhiata "Perché era negli spogliatoi?"
si chiese, perplesso.
"Non preoccuparti Harrington" disse Billy "non è la tua giornata, amico"
"Già, non è la tua settimana" disse l'altro "vi siete lasciati da una settimana e già lei se la fa con il fratello del matto" continuò ghignando, riferendosi a Nancy.
"Cosa?! Nancy mi ha rimpiazzato, di già..." pensò, non accorgendosi della sua espressione sorpresa.
"Oh, cazzo, non lo sapevi" prese a ridere più forte Tommy H. "Jonathan e la principessa hanno fatto sega e non si sono visti... ma sarà solo una coincidenza, vero"
Si diffusero altre risate taglienti; allora era così che ci si sentiva - pensò Steve - ed essere umiliati. Era impotente e stufo, ma incapace di reagire.
"Non te la prendere, amico" disse d'un tratto Billy "I fighi come te non hanno da preoccuparsi; è pieno di puttanelle in giro" continuò, sfregando la cute sotto il getto d'acqua. Per quel secondo Steve fece caso ai suoi capelli: non sembravano lavati, forse aveva sudato davvero tanto.
"Dico bene...?" concluse Billy, spegnendo la sua doccia e quella di Steve, avviandosi verso la porta "Ne lascio qualcuna per te" esclamò, infine, uscendo dalla stanza.
Era rimasto solo, con un colpo secco riaprì la doccia. "Merda" disse "è tutto uno schifo" pensò, togliendo dai suoi capelli l'ultima bolla di shampoo.

* * *

Era un'ora che camminava avanti e indietro, forse quel giorno sarebbe stato quello giusto. Fuori dalla palestra, Isabel, nascosta dietro alcune piante, sembrava nervosa.
"No, forse non dovevo farlo? Ma ormai sono qui... ormai l'ho fatto; stop, basta!" cercava di dirsi.
Sulle spalle portava il suo zaino, mentre in una mano stringeva una piccola macchina fotografica. Guardandola, le venne in mente Jonathan... chissà, magari avevano capito che era stata lei a dargli il registratore; ma avrebbe preferito il contrario.
I primi ragazzi presero ad uscire e Isabel si fermò, poi avanzò per vedere meglio. Rimase nascosta. Passarono altri minuti, circa un quarto d'ora, ma sembrava sparito. Dov'era finito?

* * *

Steve ripose nella borsa l'ultima maglietta, avviandosi verso l'uscita. Era ancora solo, ma non gli dispiaceva affatto. D'un tratto, un forte vociferare si fece strada nelle sue orecchie: proveniva dal corridoio. Accelerando un po', aprì la porta: erano Billy e Tommy H.; avrebbe preferito restare dentro. Billy era rosso e non per il caldo; sembrava infuriato e lo stesso Tommy H.
"Che succede?" chiese, nascondendo una risata.
"Quella stronza!" esclamò Billy, senza far caso a Steve.
Un odore forte, d'un tratto, inondò anche le sue narici: era dolce, ma poi un'altra ventata gli fece cambiare idea; sapeva d'olio... no, forse di qualche fiore... Non riusciva a capire, sembrava un misto.
"Guarda, guarda!" gridò BIlly, afferrando una ciocca dei suoi lunghi capelli. Erano unti e uniti in tanti fili appiccicosi, puzzavano. Il ragazzo strinse la ciocca, ma quando spostò la mano quella gli rimase tra le dita.
"Cazzo!" gridò ancora più forte.
Steve non riuscì a trattenere una risata.
"Non è divertente Harrington" gli urlò Tommy H. "è stata quella stronza, la stramba... che vada all'inferno!"
"Io le avevo detto di stare attenta, quella brutta stronza" gridò ancora Billy "la pagherà!"
Faceva paura, anche Steve fu percorso da un brivido. Forse quella volta Isabel aveva esagerato, ma infondo quelli come Billy se lo meritavano.
Senza pansarci due volte, scostò i due ragazzi e, correndo, iniziò ad avviarsi verso l'uscita. Doveva trovarla, doveva dirgli a cosa era andata incontro. Era pericoloso.
Spinse la porta e prese a guardarsi intorno, sperando di incontrare il suo sguardo come il giorno prima. Un rumore di passi si diffuse dal corridoio: stava arrivando qualcuno, aveva poco tempo.
"Isabel..." sospirò, era la prima volta che la chiamava per nome. Un brivido nuovo lo percorse, ma doveva ignorarlo.
Improvvisamente, le piante si mossero e da dietro sbucarono due piccoli occhi azzurri, colmi di stupore. Sapeva a chi appartenevano e in un attimo fu abbastanza vicino da vederla in faccia.
"Te ne devi andare, ascoltami... vattene!" gridò, afferrandole il braccio, cercando di risvegliarla da quella sua sorpresa. Ma era troppo tardi.
Con un tonfo, la porta si riaprì di nuovo: era Tommy H. Non dovette neanche guardarsi intorno, che subito il suo sguardo fu catturato da quello dei due. Aveva trovato ciò che cercava: la Stramba Henderson. Sorrise, ghignando.
"E' qui!" gridò verso il corridoio. Tutto durò meno di pochi secondi: Steve e Isabel rimasero paralizzati, mentre un forte rumore di passi rieccheggiò nelle loro orecchie, poi un grido ed infine lui.
"Tu! Andrai all'inferno, stronza!" gridò Billy, fermandosi un secondo sul ciglio della porta.
Isabel guardò Steve: gli avrebbe dato ascolto, ma non in quel momento. Con una spinta, si liberò dalla presa del ragazzo, fuoriuscendo totalmente da dietro le piante. Strinse la macchina fotografica, puntandola dritta verso Billy; era nel mirino, perfettamente mostruoso, cliccò e scattò la foto.
Un urlò furioso fuoriuscì dalla bocca del ragazzo, con una spinta fece da parte Tommy H., fuoriuscendo dall'edificio. Correva. Isabel strinse più forte la macchina fotografica, voltandosi e procedendo a grandi passi. La paura si era impossessata di lei. Per un secondo incontrò gli occhi di Steve: perché? chiedevano delusi; perché non gli aveva dato ascolto.
Ma Isabel continuò correre. Sarebbe scappata. Sentiva il dolore incombere su di lei, tanto quanto il terrore.
Corse, ma non era mai stata veloce.
Era Billy a inseguirla questa volta: si vedeva già stesa per terra, tremante, e presa a botte fino allo sfinimento. Con le lacrime agli occhi, iniziò a rallentare, sentendo la presenza del ragazzo avvicinarsi.
Poi una presa, iniziò a farla retrocedere. I suoi occhi riversarono tutte le lacrime, mentre il dolore iniziò a sopraffare la paura. Billy l'aveva afferrata per i capelli, conficcadole le dita nella testa e tirava, tirava, tirava... presto si sarebbero strappati. Sentiva la pelle alzarsi e staccarsi, mentre gridava, sbraitava e cercava di divincolarsi in qualunque modo. Alzò un braccio, stringendo la mano di Billy, cercando di sdradicarla, ma era impossibile. Non si sarebbe fermato, fino a quando non gli sarebbero rimasti i suoi capelli tra le mani. Altre lacrime iniziarono scendere dai suoi occhi; era difficile da sopportare, impossibile.
"Basta!" gridò "Ti prego..." disse, quasi sospirando, mentre il dolore era solo un crescendo. Sentiva la sua pelle tirarsi al massimo, il collo contorto all'indietro e gli occhi quasi fuori dalle orbite. Gridò ancora.
"Aiuto! Vi prego, qualcuno..." urlò per il dolore, un'altra volta. Voleva solo che tutto finisse.
Ma nessuno sembrava arrivare: dopotutto era sola. Una risata si diffuse alle sue spalle: tutto ciò era divertente per Billy.
"Aiuto..." disse, con un filo di voce, sentendo la pelle alzarsi ancora di più. Era la fine.
Poi, come risvegliata dal dolore sempre più forte, afferrò l'ultima cosa che le sarebbe venuta in mente. Infilò la mano in tasca e ne tirò fuori l'accendino. Lo accese, stringendolo nella mano. Schiacciandolo il più possibile, lo alzò e alla cieca lo avvicinó al corpo del ragazzo.
Un urlò le perforò le orecchie e la presa si fece meno aggressiva. Billy era come il mostro, tanto crudele e sconfitto nello stesso modo. La presa si attenuò ancora, mentre alzava ancora di più la mano. Ma non mollava, Billy non la lasciava andare. Strinse ancora l'oggetto, premendolo alle sue spalle. Un altro urlò e poi fu libera. Billy l'aveva mollata.
Senza sentirsi più la testa, prese a correre più forte che poté. Si voltò per un secondo: Billy gridava toccandosi il viso e in lontananza vide Steve, stava fronteggiando Tommy H., era bloccato.
Si girò, con il fiato mancante, continuò ad avanzare, reggendosi in piedi a fatica. Sentiva lo stomaco divorato dall'acido, dalla paura; la testa ancora inarcata all'indietro e le gambe sprofondare. Avanzò nel bosco, correndo, barcollando.
Iniziò a inciampare sulle sue stesse gambe; aggrappandosi agli alberi continuò a procedere, senza voltarsi. Sentiva di essere ancora troppo vicina, non era mai abbastanza.
Inciampò di nuovo, rotolando a terra. Si rialzò, fece un passo, un altro; ma non aveva più forze. Cadde a terra.
Mentre gli occhi iniziarono a chiudersi e la vista si fece sempre più sfocata, vide qualcosa: una casa, nel mezzo di tutti quegli alberi.

𝐇𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧, 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐚 | Steve HarringtonWhere stories live. Discover now