#.00 kas, il sanguinario

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𝐏𝐑𝐎𝐋𝐎𝐆𝐎
" kas, il sanguinario "
— 𝒂𝒄𝒕 𝒐𝒏𝒆

𝐏𝐑𝐎𝐋𝐎𝐆𝐎 " kas, il sanguinario "— 𝒂𝒄𝒕 𝒐𝒏𝒆

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              HAWKINS 1981, una banale domenica mattina

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              HAWKINS 1981, una banale domenica mattina.

"Sta arrivando!"
"Chi?"
"Cosa?"
"Dove? Isabel, ti prego, dicci dove!"
"È pronto a tranciare le vostre teste con un sol colpo di spada. Sente sangue, uomini, esseri. Impugna la sua arma sanguinante ed avanza nelle tenebre. Vi fiuta. Sì, sì... siete voi la preda perfetta. Sì, sì... presto sarete sangue sulla strada retta!"

Oh, Dio solo sapeva da quando serbava quella rima! Era la prima volta che aveva l'occasione di usarla ed era stato un successone: tutti i ragazzi si stavano letteralmente facendo la pipì addosso dalla paura. Ma, alla fine, cosa ne poteva lei, la storia era questa e loro avevano accettato qualsiasi prezzo pur di imparare qualcosa su quel gioco.

L'aria intorno a casa Wheeler era tetra, cosa che aiutava particolarmente la performance di Isabel. Di certo lei non era famosa per essere una brava attrice. In quel momento, infatti, stava semplicemente imitando la vecchia esibizione di sua zia Red — per essere precisi Renita. Era stata lei ad averle insegnato come giocare a D&D, prima di lasciare Hawkins. Erano stati bei tempi, ma qualcosa in quell'aria sudaticcia di domenica mattina le diceva che ce ne sarebbero stati di nuovi. 

"No, no, non voglio morire, ti prego non oggi, Isabel!" pregò Lucas, indietreggiando leggermente con la sua sedia, spaventato dagli sguardi minacciosi che Isabel lanciava di qua e di là.
"Ah, andiamo, va' avanti" esclamò, invece, Dustin, che non era per nulla spaventato.
"Shhhh, silenzio in sala!" lo riprese la ragazza, "Kas è stato inviato da chi? Da chi?!"
"Da Vecna" risposero tutti i ragazzi in coro, ricordandosi della vecchia lezione su quel personaggio.

Ormai erano mesi che mandavano avanti quelle sezioni la domenica mattina. Anche Nancy, ogni tanto, partecipava, ma ormai ne aveva perse molte; Vecna, le creature mostruose e adesso anche questa. Non sarebbe stato semplice per lei recuperare, probabilmente non ci sarebbe riuscita mai. Era strana in quel periodo e Isabel era un po' che cercava di capire il perché — senza riuscirci.

"Bene, vedo che siete stati attenti... ma non abbastanza!" esclamò lei con una voce più roca, profonda e, allo stesso tempo, terrificante — perché
non era proprio capace ad essere credibile.
Will, Lucas e, bisogna ammetterlo, anche Mike emisero diverse urla; mentre Dustin si protese verso la sorella, curioso più che mai.

"Ma Kas non è come sembra, nessuno lo è. È quando la battaglia infuria, che tiriamo fuori davvero noi stessi. Kas, il sanguinario lì fece la sua scelta. Combatteva, fedele come un cane al suo padrone. Sterminava, sgozzava, sbudellava, godeva allo sgorgare del rosso sangue. Ma era esausto, stremato da tutto quel fare, dall'uccidere. Fu in quel momento che la sua spada sibilò qualcosa" il tono di Isabel si faceva sempre più incalzante, teatrale a tratti, "'Kas, Kas' lo chiamò. Lui sentì e si accostò a lei, mentre il cielo rosso per la strage lo sovrastava. 'Kas, Kas, uccidilo, uccidi il mostro'. Non disse nient'altro. Era chiaro. Un colpo secco, un altro ed un altro ancora. Vecna era caduto, ma non per sempre, non del tutto. Kas, però, divenne un eroe, per sempre, del tutto. Così, questo combattente tradì il suo padrone, tradì il male per il bene" sussurrò la ragazza nel silenzio totale, volgendo il suo sguardo fuori dalla finestra, "il male non era altro che nebbia e quel giorno, in quella battaglia la nebbia si dissolse"

Era finito, quella era lo storia di Kas, colui che fece la scelta giusta, al momento giusto.
Un applauso spontaneo si levò tra i ragazzi, abbastanza forte da risvegliare Isabel dai suoi vaghi pensieri.
Erano idee vuote, ma profonde. Osservando quel bianco spettrale fuori dalla finestra era facile perdersi, raggelare al sol pensiero che qualsiasi cosa poteva sbucare da lì dietro. Isabel, però, era quasi sicura di aver visto una sagoma. Era alta, umana forse, un ragazzo molto probabilmente. Il sangue arrestò il suo flusso: forse era lei adesso ad avere i pantaloni un po' bagnati. Forse era solo la sua immaginazione a giocarle un bluff degno di una super partita di poker. Dentro a quel seminterrato, però, si sentiva al sicuro, a casa. Probabilmente erano i ragazzi o semplicemente la calda luce delle lampadine a farla sentire meno sola del solito.

"Isabel, ehi, Isabel" sentì la voce di Dustin, che le scuoteva energicamente la spalla, "che hai?"
"Oh, ehm" iniziò a dire, cercando di far finta di nulla, "niente, solo... una sensazione, una stupida sensazione"


 una sensazione, una stupida sensazione"

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𝒂𝒖𝒕𝒉𝒐𝒓'𝒔 𝒏𝒐𝒕𝒆 . . .
ecco a voi il "primo" capitolo di questa quarta parte della storia. Inizia in modo un po' diverso dal solito, ma vedrete che presto riprenderà le sue solite modalità (il prossimo sarà, infatti, il capitolo). Spero che questa introduzione vi abbia incuriositi, fatemi sapere nei commenti e nel box di Instagram che pubblicherò tra le storie.
Spero vi sia piaciuto, ci vediamo al prossimo capitolo <3

𝐇𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧, 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐚 | Steve HarringtonWhere stories live. Discover now