Capitolo ottavo.

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Ariel prese posto nella poltrona difronte a lui. Aveva un'aria diversa. Sembrava che neanche lui fosse riuscito a dormire quella notte. I grandi occhi vagano per tutto lo studio con disinteresse. Mostrava noia e apatia per tutto ciò che lo circondava.

«Tutti e due sarete stati informati della guerra imminente che coinvolgerà entrambi i nostri regni.», cominciò il re con grande amarezza. Tutti e due i ragazzi si girano all'unisono verso di lui. «Il vostro matrimonio servirà ad entrambi i popoli per stabilire un determinato equilibrio. Non vorrei obbligarvi a queste nozze, ma non abbiamo altra scelta.», disse accasciandosi sulla grande poltrona.

Era per la salvezza dei loro regni, ad Ariel sembrò un motivo più che valido, ma il suo sogno di sposare l'uomo che amava ormai sembrava lontano. Doveva rassegnarsi a legarsi ad una persona che non conosceva e che non sarebbe mai riuscita ad amare.

Dall'altra parte anche Justin non era affatto contento di questo matrimonio. Continuò ad osservare Ariel e sentiva il suo cuore accelerare. Non poteva permettere di lasciarsi andare con una donna. Lui era un principe che a breve sarebbe stato incoronato re. Suo padre ormai non se la sentiva più di andare avanti, ed era sempre più propenso a lasciare il posto a suo figlio. Era cresciuto studiando ogni regola che un buon re deve seguire per farsi amare dai propri sudditi, e non sarebbe stata certo una donna a rovinargli i suoi piani.

Tutto sarebbe andato secondo il suo piano: avrebbe sposato questa sua principessa, l'avrebbe portata nel suo castello, tutto il popolo l'avrebbe accettata a dovere e lei sarebbe stata la moglie perfetta e la regina silenziosa che lasciava lavorare il proprio re.

Aveva solo bisogno di un buon alleato e di una donna che gli avrebbe fatto fare bella figura alle cerimonie. Il resto non gli importava. L'avrebbe viziata all'infinito pur di tenersela buona.

«Io e vostro padre, principe Bieber, abbiamo deciso che il matrimonio verrà celebrato fra due settimane. So che è molto presto, ma prima vi sposate e prima le alleanze si consolideranno.»

Ariel non poteva credere che fra quindici giorni sarebbe stata una donna sposata.

Doveva cercare di conoscere a fondo quest'uomo misterioso. Aveva come l'impressione che in lui si celasse un lato cupo. Era un ragazzo che in compagnia poteva permettersi di sorridere, ma in questo studio si rese conto che la sua natura era diversa.

«Se Vostra Maestà me lo permette, vorrei avere l'onore di condurre la principessa Tremblay nella mia tenuta estiva per queste due settimane. Credo che entrambi vogliamo avere la possibilità di conoscere chi andremo a sposare.», la sua voce fece rabbrividire Ariel.

Stava davvero chiedendo a suo padre di passare un po' di tempo con lei? Non era una cattiva idea, ma il pensiero che sarebbe rimasta sola con lui, la metteva a disagio.

Non avrebbero certo dormito assieme, ma comunque avrebbe condiviso dei momenti intimi e magari sarebbe successo qualcosa. Da futura moglie quale era doveva scambiare effusioni con suo marito. Sperava soltanto che le due misere settimane di fidanzamento sarebbero state tranquille, quindi niente di preoccupante o sconvolgente.

«Acconsento a tutto questo. Portate rispetto a mia figlia», disse il re con voce seria.

Justin non replicò nulla, fece solo un consenso con la testa. Ariel si alzò e dopo essersi inchinata, uscì da quello studio. Le mancava l'aria. Niente era andato come sperava. Adesso sarebbe dovuta partire e la cosa non le piaceva affatto.

Un'idea strana le balenò in testa. Sorrise divertita e corse in camera sua.

«Castle.»Where stories live. Discover now