Capitolo quarantanovesimo.

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«L'unica maniera per risolvere questo problema è andarci a parlare. Se non farai questo, arriveremo alla guerra sicuramente.», Christian guardò Justin negli occhi.

«Come se fosse facile. Derek è un uomo con cui puoi benissimo trovare una soluzione. Ma è sua moglie il problema. Non riesce ad avere figli e quindi sfoga la sua frustrazione sul popolo.», Justin si alzò dal trono e scese gli scalini.

«Potresti partire insieme ad Ariel. Magari tra donne si capiscono.», si guardarono e l'idea non sembrava così male.

«Si, certo. Ma Ariel ha 18 anni e la regina Victoria ne ha 40...di cosa potrebbero parlare? Hanno due mentalità diverse. Ariel è spensierata, mentre Victoria è acida. Almeno questo è quello che dice il suo popolo.»

«Se stringi l'alleanza con il loro regno, avrai le spalle coperte per tantissimi anni. Cerchiamo di non arrivare alla guerra. Non ci serve altro spargimento di sangue.», continuò Christian debolmente.

«Ne parlerò con mia moglie. Non ho intenzione di tenerla all'oscuro di tutto. Cambiando discorso: hai scoperto qualcosa di più su Dana?», chiese Justin sedendosi su un divano.

«Ho fatto delle ricerche, ho scoperto che in realtà non è sposata con nessuno. Credo che lo abbia detto solo per fare scena. Ho anche scoperto delle cose più particolari...», Christian prese posto accanto a Justin e abbassò il tono di voce.

«Dana ha sempre avuto qualcosa che non andava dentro di sé. Una domestica che lavorava per i Tremblay mi ha riferito che faceva sempre dispetti e scherzi, soprattutto ad Ariel.»

«Beh, i dispetti fra sorelle ci stanno quando si è più piccole. Non ci trovo nulla di strano.»

«Le ha avvelenato un cavallo. Le strappava tutti i vestiti. Ammettiamolo: Dana non ha mai sopportato Ariel.»

«Suo padre ha sempre avuto un debole per Ariel. Credo che sia quella che più gli somiglia come carattere. Però, perché non mi ha mai detto queste cose?»

«Non state da tanto tempo insieme, ma potrebbe anche essere che abbia rimosso per il bene della sua famiglia. Avere una sorella malata in questa società non avrebbe certo aiutato un matrimonio. Se tua madre sapesse questo, tu e Ariel manco vi sareste conosciuti.»

Justin mise le mani davanti al viso. Doveva accettare ciò che Christian gli aveva appena riferito. Erano troppe cose insieme. Si alzò dal divano e decise di uscire in giardino dove Ariel stava distesa su un lettino a leggere un libro. Non sapeva come affrontare il discorso. Non voleva che nulla si rovinasse fra lui e Ariel. Forse doveva prima avere delle prove. Era meglio lasciare stare quel discorso.

«Ehi bellissima, prendi il sole?», si sedette accanto a lei, baciandola sulla fronte.

«No, ho la pelle sensibile, quindi leggo un libro all'aria aperta. La tua conversazione con Christian è finita?», chiese Ariel posando il libro.

«Si, diciamo che avremmo trovato un'idea che poi ti esporrò. Adesso voglio solo rilassarmi insieme a te.», si distese, posando la testa sulla sua pancia.

Ariel iniziò ad accarezzargli i capelli lentamente. Scese con le mani sulle spalle, ed iniziò a massaggiargliele.

«Sei un'ottima massaggiatrice. Sei piena di risorse tesoro mio.», alzò gli occhi verso di lei.

Ariel gli sorrise e abbassò la testa nella sua direzione. Lo baciò.. In quell'istante tutto sembrava perfetto. Sembrava che nessuno potesse rovinare quel momento.

Sembrava.

«Castle.»Where stories live. Discover now