Capitolo quarantatreesimo.

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Dopo aver lasciato la stanza, Justin le fece fare un giro panoramico della villa. Ariel ascoltava in silenzio: adorava la voce di suo marito. Parlava con un tono deciso e alquanto sexy. Si ritrovò a sorridere. Justin la guardava e non capiva come mai sorrideva così tanto.

Il sole stava tramontando. Stavano cenando in un grande salone.

«Qualcuno ti ha mai detto che hai la voce sexy mentre parli?», Ariel lo guardò mangiando.

A Justin mancò poco che gli andasse di traverso ciò che aveva in bocca.

«No, che io sappia no...», non sapeva come rispondere. Doveva abituarsi a questi complimenti un po' particolari. Ariel sembrava una che ci metteva poco a dirti ciò che pensava.

«Beh, sicuramente i tuoi genitori non te lo avranno mai fatto notare. Ma alcune donne forse si.», Ariel lo stava scrutando attentamente. Justin si sentiva osservato e decise di prendersi qualche secondo prima di rispondere.

«Non ho mai dato importanza a ciò che le donne dicevano di me. Sono dell'idea che voi donne siate molto brave nell'adulare un uomo. Siete maestre in questo.», le versò altro vino bianco e Ariel sorrise ammiccante.

«Diciamo che ci vuole poco per farvi inginocchiare a noi. A un giochetto molto simpatico devo ammetterlo.»

Il discorso si stava facendo interessante. Un gioco molto astuto che entrambi volevano vincere. Justin si pulì la bocca e spostò gli occhi su sua moglie.

«Un giochetto molto simpatico? Credi che ci metterai poco a farmi cadere ai tuoi piedi?», incrociò le mani sotto il mento aspettando una risposta.

«Sicuramente. Se vuoi possiamo scommettere.», lei fece lo stesso gesto con le mani.

«Ci sto, vediamo se riuscirò a resistere alla tua bellezza. Chi vincerà deciderà il premio e la penitenza.», si diedero la mano e Ariel si alzò dal tavolo dicendo che andava a rinfrescarsi.

Justin chiamò un cameriere e chiese che il dessert venisse servito nel terrazzo più grande.

Si alzò e uscì per ammirare il mare. Si stava così bene che era un vero peccato che un giorno sarebbero dovuti tornare a casa.

Ariel tornò poco dopo con addosso un vestito che faceva pensare alle peggio cose. Era talmente leggero che guardando meglio si notava ciò che indossava sotto. Justin deglutì e la fece accomodare su una poltrona del terrazzo.

Si misero a parlare della villa, ma Justin non riusciva a seguire il discorso. Continuava a portare lo sguardo sul corpo di Ariel. Lei accavallava le gambe apposta e adorava lo sguardo che lui faceva ogni santa volta.

Venne servito il dessert: una torta ricoperta di fragole.

«Oh, io amo le fragole. Sono così dolce e succose.», enfatizzò quest'ultima parola che fece cadere la forchetta a Justin. Lei ridacchiò e cominciò a gustare il dolce.

Justin fu felice di spostare l'attenzione dal corpo di Ariel al dolce. Solo che non si aspettava certo che la ragazza si alzasse e venisse a sedersi sulle sue gambe.

«Non smetti un secondo di guardarmi. So che stai impazzendo al pensiero di toccarmi. Ed è ciò che voglio che tu faccia.», prese una sua mano e se la posò sulla gamba.

«C'è la servitù...non credo che voglio che...», Ariel lo zittì con un bacio divorante. Le loro lingue iniziarono ad intrecciarsi. Justin la strinse così forte che aveva paura di spaccarla.

Voleva strapparle il vestito di dosso e baciare ogni centimetro di quel meraviglioso corpo. Ariel cominciò a sbottonargli i bottoni della camicia. Quella sarebbe stata una lunga notte.

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Credo che tutti abbiate capito che con il prossimo capitolo ci sarà una luuunga nottata d'amore.

Vi dico fin da subito che non sarà troppo perversa o altro. Voglio solo che tramite le parole venga fuori quanto i due ragazzi si amino.
Quindi ci risentiamo esattamente martedì 28 febbraio quando verrà postato il capitolo.
Se non dovessi riuscire martedì, entro mercoledì lo troverete comunque.

Un bacio, Arianna.

«Castle.»Where stories live. Discover now