Capitolo quarantacinquesimo.

2.2K 114 4
                                    

Ariel aprì gli occhi e si guardò attorno. Il sole splendeva fuori. Girò la testa di lato e vedi Justin che dormiva profondamente. Gli spostò i capelli da davanti gli occhi per osservarlo meglio. Sembrava un angelo. Anzi, era un angelo.

Si alzò piano dal letto e si diresse in bagno. Stava per entrare nella vasca, quando sentì un urlo provenire dalla camera.

Corse fuori con il cuore che batteva all'impazzata. Vide Justin che si dimenava nel sonno.

Si avvicinò cautamente e lo scosse per svegliarlo. Lui spalancò gli occhi e appena incontrò quelli di Ariel, sembrò che si fosse rilassato. Aveva il respiro affannoso.

«Te ne sei andata vero?», mormorò piano, posando la testa sul petto di Ariel.

«Si, ma stavo andando a fare un bagno.», lei non sapeva cosa rispondere.

«Hai avuto un incubo?», chiese dolcemente.

Justin annuì, ma sembrava che non ne volesse parlare. La strinse ancora più forte e chiuse gli occhi.

«Ho sognato che tu non c'eri più. Mi svegliavo ed eri sparita. Dicevi che non volevi più stare con me perché ti avevo fatto male e quindi meritavi di meglio.», la sua voce s'incrinò. Sembrava che stesse per piangere. Ariel lo strinse ancora più forte.

«Non ti devi preoccupare. Ciò che hai sognato non accadrà mai. Mai potrei allontanarmi da te. E sappi che la notte che abbiamo passato assieme...è stata meravigliosa. Mi hai fatto sentire bene, amata.», gli accarezzò la guancia dolcemente.

Justin si sedette meglio sul letto, e spostò lo sguardo su di lei.

«Davvero? Devi dirmelo se...se ti ho fatto male.», sussurrò lentamente.

«E anche se mi avessi fatto male? Era la prima volta, cosa ti aspettavi? Non confondere il dolore fisico con quello mentale.», gli prese il viso fra le mani.

«Sei stato dolcissimo, sei stato attento a tutto.», lo baciò piano.

«Sono contento di questo. Non potrei mai farti del male. Mai.», la mise fra le sue gambe, stringendola.

Ariel chiuse gli occhi per assaporarsi questo momento unico. Si sentiva bene. Tutto andava per il meglio. Avrebbe voluto bloccare il tempo.

«Secondo te sarà sempre così?», chiese a Justin.

«Non lo so. Ma non voglio pensare al futuro. Voglio godermi il tempo con te secondo per secondo.», le fece alzare il viso ed ecco che le loro labbra si toccarono.

Qualcuno alla porta li fece sussultare.

«Signori, la colazione vi aspetta nella veranda.», la voce di una cameriera.

«Mi ero quasi scordata che non siamo assolutamente da soli...», Ariel diventò pallida e si alzò di colpo dal letto.

«Secondo te hanno sentito qualcosa stanotte? Oddio mio, pensa che imbarazzo!», le sue guance si fecero rossissime.

Justin sorrise, e si alzò prendendole le mani.

«Rilassati tesoro. Le stanze sono insonorizzate. Non hanno sentito nulla, ma sicuramente avranno intuito qualcosa. Sai, di solito quando due si sposano è tradizione che ci sia la prima notte di nozze.», portò le sue labbra sul collo di Ariel.

«Dai Justin, la colazione ci sta aspettando. Non vogliamo mica che la servitù spettegoli su noi due vero?»

Risero entrambi e dopo essersi cambiati, uscirono dalla camera, tenendosi per mano.

«Castle.»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora