Capitolo cinquantottesimo.

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I giorni passarono. Victoria divenne più morbida, soprattutto nei confronti di Ariel.

Odiava molto Justin, e glielo aveva fatto capire benissimo. Quest'ultimo decise che non avrebbe più provato ad avere un approccio con lei. Lasciò che ci pensasse Ariel.

«Quindi avete perdonato vostro marito.», disse un giorno Victoria, mentre stavano prendendo il tè in giardino.

«Voi sicuramente non sarete d'accordo, ma lo amo immensamente. E non voglio dargli la colpa se mia sorella è diventata così.», rispose Ariel guardandola.

«Ricordatevi che avete una sola vita. Ma se credete che questa sia la scelta più giusta, io non proferirò parola. Però, devo ringraziarvi.», Victoria poggiò la tazza e le sorrise.

Ariel non si mosse. Era la prima volta che vedeva un sorriso sul viso di quella donna.

«Vi ringrazio perché mi sopportate. Nessuna prima di voi c'era mai riuscita. Non ho ricordi di aver avuto conversazioni così lunghe con una donna. So benissimo di avere un carattere assai difficile, ma la vita a volte ti porta ad essere così.», sul suo volto passò un'ombra scura.

«Che cos'è che vi ha resa così restia nei confronti delle persone?», azzardò a chiedere Ariel. Si stava già preparando ad un sacco di insolenze per essere stata curiosa.

«Io e Derek proveniamo da un matrimonio combinato. Siamo esattamente come voi. Sono diventata così quando ho scoperto che non potevo avere figli.», disse con un velo di tristezza.

«Le abbiamo tentate tutte in questi anni. Vorrei con tutte me stessa dei figli. Anche io amo immensamente mio marito, e sapere di non potergli dare dei figli, è una sconfitta per me.»

«Ma Derek vi ha mai fatto pesare questa cosa?»

«No, lui è tanto caro e buono. Dice che se Dio non ha voluto questo per noi, non dobbiamo insistere. Ma so che ci sta male, perché sarebbe un ottimo padre.»

«Non posso dire di capirvi, però mi dispiace per voi.», Ariel era davvero sincera.

«Non siate triste. E voi? Avete già pensato quando mettere su una famiglia?»

In quel momento Ariel si svegliò. Lei e Justin non avevano ancora parlato ufficialmente di questa cosa. Era successe talmente tante cose, che i figli erano passati in secondo piano.

Sapeva che tra il matrimonio e l'avere un erede non doveva passare tantissimo tempo e forse loro dovevano iniziare a parlarne.

«Non è un obbligo anche questo alla fine? Perché non possiamo essere libere di avere figli?», disse sospirando.

«Parlatene con Justin. Dovete trovare un punto d'incontro anche su questo. Quando vi sentirete pronti a fare una famiglia, la farete. Anche se la gente parla, a voi non deve fregare. Parleranno sempre. Non smetteranno mai.», disse ridendo Victoria.

Ariel sorrise e prese la tazza fra le mani. Voleva davvero dare un bambino a Justin?

E soprattutto, poteva averne? Era molto giovane, ma la storia di Victoria la faceva riflettere.

Magari Justin, saputo che non poteva averne, l'avrebbe mollata.

Scacciò quel brutto pensiero dalla testa e decise di pensare al modo migliore per parlarne. Voleva entrare in argomento non subito. Justin non era uno sprovveduto però, avrebbe sicuramente capito che c'era qualcosa sotto.

No, era deciso. Ne avrebbe parlato con lui quella sera stessa. Ne avrebbero discusso e sicuramente trovato una soluzione insieme.

La cosa però la spaventava: e se invece fosse capitata la cosa inversa?

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«Castle.»Where stories live. Discover now