Capitolo nono.

3K 149 3
                                    

«So benissimo qual è il vostro piano principe. Sarò vecchio, ma i trucchetti li conosco anche io.», disse il re con un sorrisetto. Justin sbatté le palpebre nervosamente.

«Volete una moglie solo per fare bella figura in pubblico e per fare in modo che vostro padre via dia il suo trono. Mi chiedo solamente perché abbiate scelto proprio Ariel.», poggiò le mani sul mento e lo osservò accuratamente.

Justin si mosse sulla poltrona e cercò le parole migliori. In quegli ultimi giorni anche lui si era chiesto perché avesse scelto proprio lei. Una bellissima ragazza e di buona famiglia, ma ce n'erano altre che avrebbe potuto sposare.

«L'amicizia che lega voi e mio padre va avanti da parecchi anni. Mi ha sempre parlato bene di voi e soprattutto delle vostre figlie. Però devo ammettere che ha sempre avuto una parola in più per la principessa Ariel. L'ha sempre reputata una regina. Credo che sarà felice di sapere che la sposerò.», aveva detto la verità. Le parole che suo padre aveva speso su quella ragazza lo avevano colpito. Jeremy, suo padre, di solito non spendeva mai tempo per elogiare una donna, ma quando scoprì che suo figlio avrebbe potuto sposare Ariel, i suoi occhi s'illuminarono e partirò complimenti splendidi.

«All'inizio ero un po' scettico. Mio padre descrisse Ariel come una creatura magnifica e degna di essere una regina. Me la descrisse dettagliatamente e credetemi che fui felice di vederlo così.», disse Justin con un accenno di sorriso. «L'ha designata come la donna perfetta e colei che sarebbe stata un'ottima moglie. Istruita, intelligente, simpatica senza eccedere. Insomma, la donna adatta a me.», il suo tono di voce cambiò e divenne roco.

«Sapete, io non sono un tipo facile. È verissimo che voglio una moglie solo per il mio preciso piano, ma non posso fare altrimenti. Una guerra si sta avvicinando ed ho bisogno di una figura femminile che mi voglia bene e che mi accolga sempre a braccia aperte. Ho bisogno di una moglie che sappia tenere in piedi un castello se io dovrò assentarmi e che il popoli ami infinitamente.»

Il re lo guardò commosso. Justin era sempre stato bravo con le parole, quindi ringraziò i suoi insegnanti che lo avevano istruito per bene. Aveva imparato anche ad usare la sua bellezza come mezzo di persuasione.

Però qualcosa lo stava turbando: s'accorse di dire la verità mentre parlava. Voleva davvero una moglie così. Forse non sarebbe mai riuscito ad amarla, ma aveva il disperato bisogno di avere qualcuna accanto.

Le due settimane che stavano arrivando, sarebbero stata la prova per vedere se la loro relazione avrebbe funzionato. Aveva visto lo sguardo della principessa: lei non era contenta di questa vacanza insieme a lui. Se voleva che il suo piano funzionasse, doveva prima di tutto prendersi la fiducia di Ariel. Non era affatto una stupida, anzi, le avrebbe dato del filo da torcere.

Justin si sentiva pronto per qualsiasi cosa. Amava le sfide.

Ariel sarebbe caduta ai suoi piedi e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui.

Fece un sorriso trionfante, che svanì quando pensò ad una cosa: e se fosse stato lui a cadere ai piedi di quella splendida creatura? Una donna con un portamento tale da essere scambiata per regina. Una donna con due occhi che lo avevano subito catturato.

Una donna che aveva un corpo affascinante che lui voleva vedere assolutamente privo di ogni vestito. Voleva così intensamente quella principessa da sentirsi un completo idiota. Si ritrovò a pensare a lei e per la prima volta il suo piano non sembrò così interessante.

«Castle.»Where stories live. Discover now