Capitolo ventunesimo.

2.7K 129 6
                                    

In casa c'era fermento. I domestici salivano e scendevano le scale velocemente.

Il principe è scomparso! urlavano da una stanza all'altra. Nessuno riusciva a trovarlo.

Era impossibile che fosse uscito, perché le guardie lo avrebbero visto.

Non era stato rapito perché nessuno era entrato. Stava diventando un vero mistero, fino a quando non videro scendere il principe e la principessa mano nella mano.

Tutti si bloccarono al loro passaggio e fecero degli inchini molto solenni.

Lei indossava un vestito rosa pallido molto ampio. La grazia con la quale lo portava, la rendevano immensamente bellissima. Aveva un filo di trucco che rendeva lucida la sua pelle già perfetta.

Al suo fianco il principe indossava una semplice camicia bianca con pantaloni grigi. Ma la cosa che lasciò stupefatti tutti quanti era il sorriso che portava.

Non era finto e nemmeno tirato: era un sorriso vero. Salutò tutti calorosamente, mentre faceva strada alla sua fidanzata. La fece uscire nella veranda dove si accomodarono per la colazione. Era una stupenda giornata. Il sole già alto scaldava al punto giusto.

«Oggi verrà il signor Jones per la scelta dei fiori. Non credevo che organizzare un matrimonio fosse così difficile.», disse Ariel sbuffando. Justin le versò un bicchiere con del succo d'arancia sorridendole.

«Ma tu sai tenere tutto sotto controllo, quindi niente andrà per il verso sbagliato.», disse strizzandole l'occhio. «Oh Ariel, oggi devo partire e starò via fino a domani sera. So che questa sarebbe dovuta essere la nostra prima vacanza, ma ho degli affari da sbrigare.», la sua voce era davvero triste. Adesso che tutto andava bene, gli scocciava lasciarla da sola.

«Justin, non dirlo nemmeno per scherzo. Devi andare e basta. Sarai il futuro re di un regno molto grande e quindi io ti appoggerò sempre. Io andrò avanti con i preparativi non solo del matrimonio, ma anche della festa di fidanzamento.»

Lui le prese delicatamente la mano e gliela baciò. Avrebbe voluto baciare le sue labbra, ma doveva accontentarsi. Non potevano farlo in pubblico, non era ancora consentito.

Cominciarono a fare colazione parlando del più e del meno.

«Mia madre lo ha sempre detto: "Ho fatto figli per vederli sistemati e felici."», disse Ariel imitando sua madre. Justin rise di gusto, mentre continuava a tenere stretta la sua mano.

«Lo so benissimo che lei ci vuole bene, ma dovrebbe smetterla di vederci come carne da matrimonio!», la sua voce s'indurì.

Justin capiva benissimo il suo punto di vista. Entrambi stavano vivendo la stessa situazione.

Alle volte si chiedeva com'era vivere da persona normale, senza responsabilità.

Essere un ragazzo libero e poter fare ciò che gli pare, senza che nessuno dica nulla.

«Posso capirti benissimo. Essere dei reali a volte non è così bello.», si guardarono a lungo.

In questo preciso istante entrambi capirono di essere molto simili. Vivevano due vite parallele ed erano stati educati per diventare un futuro re ed una futura regina.

Il destino poi aveva deciso che si sarebbero dovuti unire in matrimonio contro il loro volere.

Dovevano accettare tutto questo e andare avanti, cercando di rimanere uniti. Non potevano permettersi di litigare o altro. Potevano solo immaginare una vita insieme ed essere felici. Col tempo avrebbero dimenticato il perché del loro amore.

«Mi fa strano dirlo, però...mi mancherai molto Justin. Anche se si tratta di due giorni.»

«Mancherai anche a me Ariel. Stai davvero diventando importante per me.»

«Castle.»Where stories live. Discover now