Capitolo tredicesimo.

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Quando aprì gli occhi Ariel si rese conto che era tutto vero. Era in una splendida suite e nella stanza accanto dormiva il suo futuro marito.

La notte era stata ricca di sogni che l'avevano resa ancora più confusa. Sognò Justin che le prometteva una vita piena d'amore. E con suo rammarico lei nel sogno accettava tutto quello. Forse doveva solo dare una possibilità alla loro "relazione".

Uscì dalla stanza e rimase a bocca aperta appena vide un cesto pieno di rose.

Le sue guance presero colore e con delicatezza ne sfiorò una. Aveva paura di rovinarle.

In cima spiccava una piccola busta. La prese e ci trovò dentro un biglietto.

La calligrafia era quasi magica. Mai vista tanta perfezione.

Vi regalo queste rose come segno del mio perdono.

So che per voi dev'essere molto difficile accettare questa nuova vita.

Spero con tutto il cuore che fra di noi le cose possano andare meglio.

Siete bellissima e vi ho scelta per delle ragioni non da poco.

Non sapevo come farmi perdonare, poi mi sono venute in mente le rose bianche.

Voi e le rose bianche siete le cose più attraenti in questo mondo.

Però posso affermare con certezza che superate di gran lunga le rose.

Con affetto.

Principe Bieber

Rilesse quel biglietti un'infinità di volte. Non poteva credere che Justin le avesse davvero scritto quelle parole. Lui voleva che fra loro funzionasse.

L'aveva scelta per dei motivi validi che Ariel voleva a tutti i costi sapere.

Aveva paragonato la sua bellezza a quella delle rose. Era riuscito a farle tornare il sorriso.

Allungò lo sguardo e vide che sul tavolo era appoggiata una colazione abbondante.

Si chiese se Justin avesse già mangiato, ma non c'erano piatti sporchi e il cibo era perfetto.

Una maniglia scattò e Ariel si girò trovandosi davanti Bieber che con una mano reggeva una tazza fumante di caffè, mentre con l'altra teneva il giornale.

Entrambi si bloccarono e lei si rigirò fra le mani il bigliettino.

«Vedo che avete trovato le rose che vi ho mandato. Spero vi piacciano.», prese posto al tavolo e le sorrise. Ariel si accomodò accanto e mise il bigliettino sul tavolo. Entrambi potevano osservarlo, leggerlo.

«Le parole che mi avete scritto mi piacciono ancor di più delle rose.», mormorò Ariel spostando gli occhi su di lui.

Justin annuì e le versò un tazza di caffè con un po' di latte. Indicò lo zucchero e Ariel fece segno che le bastavano due cucchiaini.

«Non volevo farvi stare male ieri. Vi ho fatto tutte quelle domande per curiosità, non volevo certo guastarvi l'umore.», disse mortificato Justin.

«Sentite, ci troviamo entrambi in questa situazione. Dobbiamo accettare la realtà e provare ad avere pazienza. Col tempo le cose miglioreranno. Ne sono certa.»

«Quindi darete una possibilità al nostro matrimonio?», Justin le prese la mano.

Ariel sentì come una forte scarica elettrica percorrerle tutto il corpo. Aprì la bocca ma non uscirono parole. Voleva davvero che fra loro due funzionasse? Sarebbe riuscita a mettere da parte i sogni del vero amore per un matrimonio combinato?

Non sapeva le risposte, ma sapeva benissimo che voleva rischiare con Justin.

«Si, insieme daremo una possibilità a questo matrimonio.», le loro mani s'intrecciarono.

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