Capitolo sessantaduesimo.

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«Vostra Altezza, quando volete iniziare i lavori per la cameretta del nascituro?», chiese Jonathan, l'architetto di corte.

«Vi ho già detto come voglio la camera. Dev'essere quella che ha la porta in comune con la nostra stanza. Chiaro?», disse Ariel seduta sul divano che leggeva il giornale.

«Perdonate la regina. In questi ultimi tempi ha i nervi a fior di pelle.», disse Celine ridacchiando.

Infatti Jonathan era l'ennesima persona che Ariel stava trattando male. Poco dopo sicuramente si sarebbe scusata, ma proprio non riusciva a tenere a freno la lingua.

La gravidanza procedeva bene, ma i suoi continui sbalzi d'umore mettevano a dura prova la servitù.

«Da quello che sto notando l'unico che ancora non hai maltrattato è Justin.», disse Bethany per provocarla.

Ariel la guardò male e non si abbassò a rispondere. Justin sapeva come prenderla ed aveva capito che non doveva contraddirla in nulla. In quelle settimane l'aveva riempita di qualsiasi cosa lei volesse.

«Per la festa di questa sera come andrai vestita?», chiese Celine prendendo una tazza di caffè.

«Mi è appena arrivato il vestito che mi sono fatta fare su misura. Sto mettendo su chili ed ho dovuto rifare l'intero guardaroba.», rispose Ariel tristemente.

«Devo ammettere che però sei in splendida forma. Hai un viso dolcissimo e i chili che hai preso ti rendono ancora più bella. Credimi.», Bethany le accarezzò la guancia con dolcezza.

«Non sei l'unica che ha notato questo mio cambiamento...», Ariel ridacchiò e pensò subito a Justin.

Come coppia facevano faville sotto le coperte, ma il primo periodo fu abbastanza difficile. Ariel continuava ad avere nausea e mal di testa, quindi avevano dovuto rimandare il divertimento. Poi si mise in mezzo anche la paura di poter far male al bimbo. Justin era terrorizzato da questa cosa, ma quando chiese consiglio al dottore che disse che potevano benissimo avere rapporti intimi, la paura era passata.

Però Ariel iniziò ad avere delle paranoie sul suo corpo. Si vedeva più grossa e si sentiva meno bella. Ma in poco tempo Justin le fece cambiare idea. Dalle paranoie passò alle voglie più disparate. Mangiava cibi che prima odiava e che mai avrebbe assaggiato.

Ma le voglie furono soprattutto perverse.

«Di che parli? Adesso siamo curiose,», Bethany mormorò avvicinandosi a lei.

«Diciamo che io e Justin ci stiamo dando da fare. Credo anche che sto iniziando a sfibrarlo. L'altra notte l'ho svegliato alle tre. Non riuscivo a calmarmi.», divenne rossa come un peperone. Celine e Bethany erano le sue migliori amiche, ma parlare di sesso era sempre una cosa abbastanza privata ed imbarazzante.

«Con la gravidanza i tuoi ormoni sono un po' scombussolati. Ma Justin sente la stanchezza?»

«Lui soddisfa a pieno le mie voglie. Solo che mi fa un po' di tenerezza...prima o poi si scaricherà del tutto.»

In quel momento entrò nel soggiorno Justin con un sorriso mozzafiato. Non sembrava affatto stanco o scarico. Bethany e Celine si scambiarono uno sguardo che diceva tutto: a Justin tutto quel sesso piaceva e non c'avrebbe mai rinunciato.

«Castle.»Where stories live. Discover now