Capitolo quarantaquattresimo.

2.4K 122 3
                                    

Ariel stava nel suo bagno privato. Aveva poco tempo per prepararsi. Non voleva sbagliare nulla. Continuava a fare dei respiri profondi. E se Justin avesse trovato qualcosa di brutto sul suo corpo? No, Justin non era così.

Finì di spazzolarsi i lunghi capelli e si guardò allo specchio: le sue guance erano di un bel rosso acceso. Doveva trovare il modo di calmarsi.

Prese la vestaglia e la indossò. Avrebbe raggiunto Justin nella loro stanza e tutto sarebbe andato per il meglio.

Uscì dalla stanza e deglutendo, camminò lungo il corridoio, sentendo crescere in lei moltissime emozioni. Il suo cuore batteva sempre più veloce.

Posò la mano sulla maniglia e la fece scattare. Le finestre erano aperte e una brezza leggera stava entrando.

Osservò il maestoso letto a baldacchino. Si guardò attorno, sperando di incrociare lo sguardo di Justin, ma di lui non c'era traccia da nessuna parte.

Due mani si posarono sui suoi fianchi. Sussultò ma riconobbe subito il tocco. Justin posò le labbra sul suo collo.

«Profumi di buono...», mormorò lui togliendole la vestaglia e facendola cadere a terra.

Ancora non lo aveva visto, quindi non sapeva cosa pensare.

«Se non te la senti, possiamo anche...fare altro.», continuò Justin notando che Ariel era molto rigida.

«No, no! Io...ehm...credo sia solo un po' di agitazione. Ma io mi fido di te. So che non mi faresti mai del male quindi...si, voglio che accada.», cercò senza speranze di non balbettare.

Voleva sembrare più sicura di sé, tante volte aveva pensato alla sua prima notte di nozze con il suo futuro marito, ma erano sempre e solo pensieri...adesso sarebbe capitato veramente.

Justin la fece girare e notò subito che indossava solo un paio di pantaloni.

Beh, gli uomini sono più avvantaggiati di noi donne. Possono mettersi a petto nudo senza che nessuno dica niente! Pensò Ariel posando le mani sul suo petto.

Le loro labbra s'incontrarono, ma non era il solito bacio che si davano ogni tanto. Era qualcosa di più profondo, appassionante. Justin la strinse a lui più forte che poteva.

Con un agile movimento delle braccia, l'adagiò sul letto, facendola stendere.

«Voglio ammirarti. Non voglio passare per un maniaco, ma è da troppo tempo che aspetto questo momento.», le prese entrambe le mani e gliele baciò.

«Voglio che tu sappia di essere mia. Non è ossessione, ma appartenenza.», continuò lasciandole una scia di baci, lungo tutte e due le braccia.

Ariel alzò il busto e raggiunse le sue labbra, che però non baciò subito. Si sorrisero a vicenda, sapendo che avevano tanto tempo per fare tutto quanto.

Justin le tolse anche la camicia da notte. Anche lui tremava, perché finalmente stava accadendo quello che desiderava.

Prese a baciare ogni centimetro di quella pelle perfetta. Si sentiva come un vampiro quando assaggia del sangue. Non poteva farne a meno.

Ariel era sopraffatta dalle emozioni. Il suo corpo si stava abituando a questi baci e ne chiedeva sempre di più. Non riusciva più a controllarsi, soprattutto quando si ritrovò sopra di Justin. Si guardarono e Ariel si sentì completamente diversa.

Era più coraggiosa e voleva ringraziare Justin delle carezze che le aveva fatto.

Prese ad accarezzarlo, a baciarlo. Aveva anche lui un profumo delizioso che la fece eccitare. Si rese conto che non era un profumo: era l'essenza che emanava Justin. Era un mix di uomo, di virilità e malizia. Avrebbe potuto passare tutta la vita ad annusarlo, senza mai stancarsi.

Continuarono ad esplorarsi a vicenda. Si ritrovarono anche a ridere e scherzare quando magari sembravano goffi o impacciati.

Stavano bene insieme e non si resero conto di essere diventati una cosa sola.

All'inizio fece male, ma Ariel riuscì a rilassarsi, e la sua mente venne sopraffatta dal piacere. Il suo corpo non era più rigido, anzi, si muoveva con elasticità e leggerezza.

Justin la faceva sentire bene. La trattava con rispetto e dolcezza.

Andando avanti si resero conto che non riuscivano a stare zitti.

«Sei mia.», continuava a ripetere Justin. Ormai sembrava un mantra.

«Voglio essere tua.», rispondeva Ariel baciandolo.

I loro gemiti continuavano ad aumentare. Le loro voci dicevano cose senza senso e sentivano che si stavano avvicinando ad un limite comune.

Ma più andavano avanti e più ne volevano sempre di più.

Ariel fu la prima a mollare, il piacere era diventato immenso e doveva sfogarlo in qualche modo. Piantò le unghie sulla schiena di Justin, e si lasciò andare.

Aveva urlato. Si, aveva urlato a pieni polmoni. Si sentiva svuotata, ma incredibilmente felice.

Justin la baciò sulla guancia e si accasciò sul suo corpo. Il piacere aveva pervaso anche lui.

Gli unici rumori erano quelli del mare e i loro respiri affannosi.

«È stato...», iniziò Justin, ma non riuscì a finire la frase. Non c'erano parole per descrivere ciò che era successo.

«Immenso.», finì Ariel la frase. Si, per lei era stato immensamente piacevole. Non aveva mai provato niente di così bello fino a quel giorno.

Si ritrovarono faccia a faccia. Ariel posò una mano sulla guancia di Justin.

«Se stai per chiedermi se sto bene, sappi che sto benissimo.», disse lei precedendolo.

«Avevo davvero paura di farti del male.», mormorò lui in estremo imbarazzo.

Ariel gli si avvicinò e si accoccolò sul suo petto.

«Sei stato dolcissimo e premuroso. Il marito perfetto.», sussurrò accarezzandogli la schiena.

Rimasero in silenzio per una decina di minuti.

«Credi che sia strano voler iniziare di nuovo?», sbottò di colpo Ariel.

Justin fece scivolare le mani lungo il suo corpo.

«Non penso. Dicono che quando inizi, poi è difficile farne a meno.»

Ariel si spostò e finì sopra di lui. Tolse tutto ciò che le impediva di guardarlo.

Ormai non sentiva più l'imbarazzo crescere in lei. Voleva solo continuare a giocare con sua marito. Voleva sperimentare.

«Sono un po' dolorante, ma il pensiero di riprendere dove ci siamo fermati, ma eccita assai.», anche la sua voce era cambiata. Justin sembrò sorpreso.

«Sto iniziando a chiedermi chi diavolo abbia sposato. Non credo che tu sia la stessa ragazza.», risero insieme.

Ariel si abbassò e prese a baciarlo. Gli prese il viso tra le mani e si strusciò sul suo corpo.

Justin gemette di colpo, colto alla sprovvista.

Non mancava molto all'alba, ma non si preoccuparono di questo. Potevano permettersi di fare ciò che volevano, soprattutto rimanere a letto avvinghiati a fare l'amore.

____________________________________________________________________

Scusate l'attesa ma il sito non voleva collaborare. Spero vi piaccia, perché non sono voluta scendere in dettagli per non rendere la scena troppo perversa. Volevo che fosse semplice e dolce. Fatemi sapere cosa ne pensate.

Un bacio, Arianna.

«Castle.»Where stories live. Discover now