Capitolo ottantunesimo.

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«I tuoi poteri stanno migliorando tantissimo. Sono fiera di te.», Dorothea stava sorridendo ad Ariel. Avevano trovato una vecchia arena nascosta nel bosco, dove Ariel poteva allenarsi con i suoi nuovi poteri. Ormai riusciva a fare tantissime cose.

Riusciva ad utilizzare i poteri anche solo con la mente. In modo tale che nessuno potesse percepire strane cose.

«Voglio migliorare sempre di più. Posso farti una domanda?», chiese Ariel sedendosi per terra. Dorothea annuì guardandola.

«I miei genitori sono ancora vivi?», voleva saperlo assolutamente.

Dorothea si prese del tempo per rispondere, alla fine si sedette davanti a sua nipote.

«Si, sono ancora vivi. Però non so esattamente dove siano. Quando tu sei nata, loro erano al settimo cielo. Erano così felici di avere finalmente un bambino. Avevano provato molte volte ed avevano perso anche le speranze. Anche se abbiamo poteri magici, alla fine siamo come tutte le persone. Poi però un vecchio nemico di tuo padre si rifece vivo e cercò di rapirti. Allora i tuoi genitori mi chiesero di nasconderti. Preferivano vivere senza di te, sapendo che tu saresti stata al sicuro. Mi chiesero anche di coprirti con una barriera contro la magia, in modo tale che tu potessi fare una vita normale. Io feci come dissero e ti lasciai davanti alla porta dei Tremblay. Ma sappi che per tutti questi anni ho sempre vegliato su di te.», Dorothea si stava commuovendo. Ariel le prese la mano e la strinse forte.

«E adesso loro dove sono? Vorrei tanto conoscerli. È come se nella mia vita mancasse un pezzo del puzzle. Adesso sono cresciuta e so badare a me stessa. Non devono avere paura che mi accada qualcosa.»

«Non so esattamente dove siano. Ma tu potresti rintracciarli con la magia. Potresti farti sentire e fargli sapere che stai bene e che vorresti entrare in contatto con loro.»

Ariel non se lo fece ripetere due volte e si alzò in piedi. Chiuse gli occhi e cominciò a respirare profondamente.

«Focalizza la tua mente su ciò che vuoi trovare. Libera la mente da tutto ciò che può ostacolarti. So che non hai idea di come sono fatti, ma se ti concentri potrai vederli e trovarli.», Dorothea si mise dietro di lei a motivarla.

Attorno ad Ariel cominciò ad alzarsi un'aura completamente bianca. Davanti a lei comparì un enorme specchio che le mostrò un uomo ed una donna che si stavano guardando attorno. Stavano percependo la presenza di Ariel.

«Bravissima Ariel, stai andando benissimo. Ti stanno percependo. Ma adesso devi fare in modo che lo specchio compaia anche a loro, in modo tale che possano vedere il tuo riflesso.», Dorothea non credeva ai suoi occhi.

Ariel riprese a concentrarsi e ciò che sua zia le disse di fare, accadde. I suoi genitori la stavano guardando e sua madre scoppiò a piangere. Ariel riaprì gli occhi e si ritrovò anche lei a piangere in silenzio. Portò una mano sulle specchio, ma accadde qualcosa di meraviglioso: la sua mano e quella di sua madre si strinsero e dallo specchio vennero fuori. Ariel indietreggiò spaventata. Com'era possibile?

Sua madre le sorrise e si accorse che si assomigliavano come due gocce d'acqua. Accanto a lei c'era suo padre che era sconcertato quanto sua figlia.

Cinque secondi dopo tutti e tre si stavano abbracciando di nuovo dopo circa 18 anni. Ariel in quel momento si rese conto che la sua vita era finalmente completa. Aveva ritrovato i suoi veri genitori ed a casa c'erano suo marito e sua figlia che la stavano aspettando.

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Honeys cari, sappiate che in questo capitolo vi lascerò un link della mia nuovissima storia.
Dopo tanto tempo sono riuscita di nuovo a scrivere qualcosa e spero che anche la nuova storia vi piaccia.

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«Castle.»حيث تعيش القصص. اكتشف الآن