Capitolo quarantaseiesimo.

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Le giornate passavano molto velocemente. Ogni giorno Justin ed Ariel avevano qualcosa da fare. Justin decise di farle visitare musei e luoghi meravigliosi.

Insieme s'intendevano e passavano anche ore a parlare di arte, di musica.

«Che posti incredibili che mi stai mostrando. Ti ringrazio molto.», disse Ariel uscendo da un museo.

«Vedo che ci capiamo molto bene io e te.», Justin la prese per mano.

«Sarà brutto tornare alla vita di sempre.», Ariel abbassò la testa con fare malinconico.

«Lo credo anche io, ma se stiamo insieme, tutto andrà per il meglio.», le diede un bacio su una tempia e presero a camminare lungo la riva del mare.

«Già mi immagino mia madre appena torneremo a casa. Vorrà subito un nipotino.»

Justin deglutì, ma cercò di non mostrare segno di paura. Anche sua madre prima di partire lo aveva messo in guardia: oltre ad essere un viaggio di nozze, doveva essere il modo più romantico per avere un figlio. Un erede, come lo aveva chiamato lei.

«Mia madre mi ha messo pressione su questo. Non voglio tenertelo nascosto. Vuole che tu sia incinta prima di tornare.», mormorò lui, sentendosi in imbarazzo.

«Alle volte gli adulti non li capisco. Non credono che sia già difficile un matrimonio combinato? Mettici pure un figlio. Io ti amo, ma voglio prima instaurare bene il nostro rapporto. Un figlio deve essere deciso. Non può venire così, tanto perché deve accadere.», rispose Ariel stringendo il pugno.

«Io la penso esattamente come te. Quindi quando saremo pronti, avremo un figlio. Per adesso godiamoci la compagnia reciproca. Anche perché, devo ammetterlo, non mi dispiace affatto di una cosa.», Justin fece un sorriso malizioso.

«Di che parli?», chiese lei curiosa.

«Non mi dispiace affatto di come ci intendiamo sotto coperta.», risero entrambi e Ariel divenne rossissima.

«Pensavo dicessi una cosa romantica, invece te ne esci con questo. Sei inconcepibile.», incrociò le braccia e lo guardò con finta serietà.

«Tanto hai riso anche tu, quindi non serve che fai tanto la signora.»

Poco dopo arrivarono alla villa. Entrarono ridendo e scherzando, senza rendersi conto di chi li stava attendendo.

«Vostre maestà, nel soggiorno grande vi stanno aspettando i vostri genitori.», disse un domestico dopo l'inchino.

Ariel e Justin si guardarono. Come mai erano venuti fino in Florida?

Andarono in soggiorno e li videro seduti che parlavano.

«Tesoro mio. Che bello rivederti.», la signora Tremblay si alzò, e andò ad abbracciare sua figlia.

«Madre, a cosa dobbiamo questa visita così...inaspettata?», chiese Ariel scrutandoli tutti e tre. Nessuno rispose. C'era qualcosa sotto.

«Non volevamo rovinare la vostra luna di miele. Ma dovevamo vedervi.», disse il padre di Ariel con fare nervoso.

Justin abbracciò sua moglie da dietro, aspettando che qualcuno di loro parlasse.

«Tua sorella, Dana.», cominciò la signora Tremblay con le mani tremanti.

«È scappata dalla tenuta dove stava. Hanno trovato un biglietto nella sua camera che diceva che vuole vendicarsi...di te.» , disse indicando la sua figlia adorata.

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Scusate per l'assenza ma sono impegnata in questi ultimi tempi.
Fino ad adesso è stata una storia abbastanza tranquilla, ma d'ora in poi non sarà più così.
Un bacio. :)

«Castle.»Where stories live. Discover now