Capitolo quarantottesimo.

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Nessuno al castello riusciva a darsi pace. Dana doveva ancora essere trovata.

Ariel era stufa di rimanere chiusa nella camera da letto. Doveva essere una luna di miele perfetta, invece si stava rivelando un vero fiasco.

Lei e Justin ormai non riuscivano a stare da soli nemmeno per un momento. C'erano sempre le due madri che per "motivi di sicurezza" non la lasciavano mai sola.

La ragazza non sapeva ancora per quanto avrebbe sopportato questa situazione.

Lo stesso pensiero lo aveva che Justin che stava sempre rinchiuso nel suo studio a coordinare le ricerche di sua cognata.

«Non so ancora per quanto sopporterò tutto questo.», disse Justin al suo amico Ryan un giorno.

«Non posso stare nemmeno da solo con mia moglie!», si alzò arrabbiato e uscì nel grande terrazzo.

«Non capisco perché tu non ti opponga. Alla fin fine sei tu il re e comandi tu.», disse Ryan incrociando le braccia.

Beh, non aveva tutti i torti. Era suo diritto stare insieme ad Ariel e questo nessuno glielo poteva togliere. Uscì a grandi passi dallo studio e cominciò a salire le scale arrivando davanti alla loro camera da letto.

Non bussò nemmeno ed entrò. Incontrò gli occhi di Ariel che erano come spenti.

«A cosa dobbiamo questa entrata senza nemmeno avvertimento?», chiede la madre di Ariel che stava ricamando.

«Sono il re, quindi sono nella posizione di poter fare ciò che mi pare più giusto. Quindi adesso vi chiede nel modo più gentile di andarvene. Voglio stare con mia moglie.», disse tenendo lo sguardo serio.

«Io sono qui per la sicurezza di mia figlia. Non me ne andrò di certo.»

«Io credo invece che andrete. O devo dedurre che avete combinato questo matrimonio solo per...soldi?», forse questa era una frase da evitare, ma non ce la faceva più.

«Come osate dire una cosa del genere?», la signora Tremblay si alzò e lo fronteggiò.

«Questa doveva essere la nostra luna di miele. Voglio stare insieme a mia moglie! Anche a costo di portarla via e nasconderla a tutti voi. Chiaro?», Justin alzò il tono di voce, ma si calmò quando al suo fianco venne Ariel.

«Madre, andate via. Ricordate quello che mi avete detto su Justin.», sua figlia la guardò negli occhi e sua madre, finalmente, cedette ed uscì dalla stanza.

Erano soli. Senza rendersene conto si stavano già baciando con una tale passione che entrambi pensavano di rimanere senza fiato.

Le mani di Justin cominciarono a sbottonare il vestito di Ariel, che cadde a terra.

La prese in braccio e andò verso il letto dove la fece distendere con delicatezza. Voleva godersi ogni piccolo secondo.

«Hai risposto a mia madre...pensavo fossi un ragazzo più tranquillo.», Ariel lo provocò.

«Possono dirmi come governare il regno, come vestirmi, come parlare. Ma quando toccano mia moglie divento una bestia. Non possono permettersi di dirmi come amarti.», le disse baciandola sulla fronte.

Dopo quella frase fecero l'amore. Non una volta, ma di più. Attorno a loro c'erano problemi ed altri sarebbero arrivati. Ma a loro non importava. Dovevano stare insieme, combattere insieme. Niente e nessuno li avrebbe divisi.

«Castle.»Where stories live. Discover now