Capitolo ventesimo.

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Justin non riusciva affatto a dormire. Eppure tutto stava andando per il meglio.

Con Ariel le cose non potevano andare meglio. Allora perché i suoi occhi continuavano a stare aperti? Scostò le coperte e si alzò.

Forse una camminata in giardino gli avrebbe sicuramente schiarito le idee.

Lungo il corridoio il suo cuore cominciò ad accelerare in prossimità della stanza di Ariel.

Si avvicinò cercando di non fare rumore.

E se entrassi? Aveva voglia di vederla. Di stare insieme a lei. Magari stava dormendo e non amava essere disturbata di notte. Però un tentativo poteva benissimo farlo.

Cominciò ad aprire la porta, cercando di non farsi sentire.

Ariel stava beatamente nel mondo dei sogni. Justin si avvicinò piano al letto e rimase ad osservarla. Senza rendersene conto si stava inginocchiando a lei.

Sei così bella. La donna più bella che io abbia mai visto.

Le scostò una ciocca di capelli dalla guancia. Voleva baciarla.

La tentazione era molto forte, ma non poteva permettersi di fare pensieri del genere. Avevano già infranto un'infinità di regole dopo ciò che era successo la mattina.

Ariel muovendosi nel sonno, aprì gli occhi e non rimase molto sorpresa nel trovarsi Justin che la guardava con occhi adoranti. Stava proprio sognando di lui che veniva a trovarla durante la notte andando contro l'etica.

Loro due non potevano dormire assieme fino al matrimonio. Ma secondo lei tutte le coppie dormivano insieme anche prima. Se due vogliono stare insieme, vanno contro tutto e tutti. Alzò il busto tenendo il lenzuolo stretto sul petto.

«Speravo di trovarti qui.», mormorò Ariel con voce suadente. Justin rimase a bocca aperta dalle sue parole. La luna filtrava attraverso le tende e rendevano la sua principessa ancora più meravigliosa e magica.

«Non volevo svegliarti. Perdonami. È solo che non riuscivo a dormire e avevo pensato di andare a fare una passeggiata, quando mi sono ritrovato davanti alla tua porta.», disse Justin sentendo le guance diventare rosse.

«Vieni sotto le coperte con me. Nessuno ci beccherà. E poi devo ammettere che non mi interessa nulla.», Ariel spostò le coperte e gli fece spazio nel grande letto.

Lui non se lo fece ripetere due volte e dopo essersi tolto la vestaglia, si stese accanto a lei. Portò un braccio attorno alle sue spalle, dove Ariel si appoggiò guardandolo.

«Avete raggiunto un compromesso oggi?», chiese lui curioso.

«Certamente. Dato che sono io che comando, lei deve fare tutto ciò che le dico. Se non fosse per tutto il denaro che le diamo, non organizzerebbe il nostro matrimonio.», Ariel sbuffò e portò una mano sul petto di Justin che si alzava e abbassava ad un rimo regolare.

«Non vuole mettersi contro le nostre famiglie. Ma dato che ci obbligano a sposarci, almeno che ci lascino decidere a noi.»

Entrambi pensarono che era davvero bello stare nello stesso letto a conversare. Pian piano avrebbero anche parlato delle loro vite e di tutto il resto, ma era meglio non pretendere nulla ancora. Il loro rapporto era appena sbocciato e non era proprio il caso di rovinare tutto quanto.

Justin cominciò ad accarezzarle una guancia, fino a quando le loro labbra non diventarono una cosa sola. Come si poteva dire di no a labbra del genere? La mattina dopo sarebbe stata un'impresa svegliarsi. Ma ne valeva la pena.

«Castle.»Where stories live. Discover now