Capitolo ventisettesimo.

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Justin non riusciva a darsi pace. Continuava a pensare a ciò che era successo. Se non fosse arrivato in tempo adesso la sua Ariel sarebbe morta e invece di organizzare un matrimonio, ci sarebbe stato da organizzare un funerale.

«Non riesco a comprendere l'azione di Dana.», la madre di Ariel era fuori di sé.

«Vostra figlia Dana evidentemente ha qualcosa che non va.», disse Pattie con tono brusco.

Tutti iniziarono a litigare furiosamente. Justin si tappò le orecchie, ma tutti si zittirono quando il suo bicchiere cadde a terra.

«La volete smettere? Eh? Pensate piuttosto a come si sta sentendo Ariel dopo questa vicenda!», urlò guardando tutti quanti. Non era uno che perdeva la pazienza facilmente, ma era stufo e voleva che la serata finisse in fretta.

S'incamminò su per le scale per andare a vedere come stava Ariel. L'aveva lasciata riposare perché ne aveva proprio bisogno.

Aprì piano la porta e trovò Ariel seduta sul letto che guardava un punto nel muro.

«Pensavo dormissi ancora.», disse prendendo posto accanto a lei.

«Appena mi addormento, la scena mi torna subito in mente. Vorrei tanto svegliarmi e scoprire che è stato tutto un incubo. Invece devo accettare che mia sorella ha tentato di uccidermi.», disse quelle parole con un senso di nausea fortissimo.

«So che non dovrei farti queste domande, ma cosa ti ha detto Dana?», Justin le prese con delicatezza la mano e la strinse.

«Mi ha detto che è solo colpa mia se è costretta a sposare un parente. Sarebbe dovuta essere lei la prima ad accasarsi, ma poi sei comparso tu che volevi assolutamente sposare me. Era fuori di sé e non la riconoscevo. Non è mai stata così. Questa cattiveria non c'è mai stata. Neanche l'invidia.», le lacrime ricominciarono a scendere.

«Sai, quando si è più piccoli non si capiscono determinate cose. Ma adesso che siete entrambe adulte, avete iniziato a capire quali sono le vostre responsabilità. Non sto giustificando il gesto che ha fatto, ma tu sai bene come funzionano le cose per noi.»

Si guardarono per infiniti secondi. Dovete sapere che Dana essendo la primogenita avrebbe diritto di sposarsi per prima, ma ci sono delle occasioni rare, come questa, dove accade che è la secondogenita a sposarsi per prima.

«Come potrò mai tornare a casa e stare tranquilla?», chiese posando la testa sulla sua spalla.

«Prima è stato detto che volevano condannare a morte Dana...», Justin lo disse a bassissima voce, ma Ariel sentì bene quelle orribili parole.

«Come posso condannare mia sorella? Eh? No, è fuori discussione!», si alzò dal letto e andò fuori nella grande terrazza. Justin posò le mani sulle sue spalle.

«Tuo padre ha detto che manderanno Dana nella vostra tenuta estiva. Vedrai che stando lontana da tutto questo, avrà modo di riflettere e magari tornare in sé.», la fece girare e le accarezzò una guancia dolcemente. «Io so che tua sorella non è una cattiva persona. Se ha fatto questo gesto sicuramente c'è qualcosa che non va.»

Per la prima volta Ariel si rese conto di aver trovato una persona con la quale avrebbe potuto parlare di qualsiasi cosa. Justin dall'esterno mostrava un carattere forte e determinato, ma all'interno era tutta un'altra persona. Ariel era riuscita a scovare il meglio di lui e voleva che tutti quanti lo vedessero per quello che era veramente.

Ormai si sentiva pronta a sposarsi con lui. La paura e tutto il resto non c'erano più.

«Castle.»Where stories live. Discover now