Capitolo trentunesimo.

2.4K 99 4
                                    

La barca procedeva lentamente, Ariel teneva stretta la mano di Justin e continuava a riempirlo di domande. L'acqua delle cascate rinfrescava la loro pelle e non c'era posto migliore dove Ariel voleva stare. Quel luogo era magico e anche se incuteva un po' di paura, sapeva che aveva qualcuno che l'avrebbe protetta per sempre.

«Non ho mai visto niente di così bello come queste cascate.», mormorò Ariane sempre più estasiata. Justin non smetteva di fissarla, in realtà non ci riusciva.

«Io qualcosa di più bello l'ho visto.», disse lui facendo intuire che parlava di lei.

Ariane aveva voglia di baciarlo, ma non era da soli, quindi non le era permesso fare ciò.

«Non vedo l'ora di sposarti, solo per baciarti ogni volta che vorrò.», gli disse facendo intrecciare le loro mani.

«Oh, pensavo che mi avresti sposato perché sono irresistibilmente bellissimo.», Justin le fece un sorriso provocante.

«Principe Bieber, vi siete proprio sbagliato. La bellezza esteriore non vale nulla. Se uno non ha un cuore, nessuno lo noterà.»

«Mi mandi fuori di testa quando te ne esci con queste frasi.», disse Justin a bassa voce.

Mancavano veramente pochi giorni al matrimonio e all'incoronazione. Ormai tutto era pronto per l'avvenimento del secolo.

La tradizione del regno di Justin raccontava che il futuro re appena indossata la corona sarebbe stato lui a posare la corona sulla testa della futura regina.

Invece nel regno di Ariel accadeva il contrario. Per non far uscire litigi senza motivo, si era deciso che i futuri sovrani si sarebbero messi a vicenda le corone.

Un intero giorno ci avevano messo per provare, ma entrambi scoppiavano a ridere con niente. Justin le faceva facce buffe, per fortuna che le corone che usavano non valevano niente, perché Ariel l'aveva fatta cadere una decina di volte.

«Vostre Maestà, cercate di concentrarvi.», urlava il signor Black. Aveva avuto l'incarico di preparare i due giovani per il grande evento. Non voleva che niente andasse storto, ma sentiva anche che qualcosa di strano sarebbe successo.

All'inizio credeva che avrebbe avuto problemi con Ariel, ma si rese conto che Justin era cambiato e faceva di tutto per non concentrarsi. Non sapeva se era un bene o un male.

«Mio principe, cercate di non distrarvi. Vostro padre mi farà tagliare la testa se il giorno del matrimonio qualcosa andrà storto.», quel povero uomo rischiava la vita, mentre i due eredi preferivano farsi scherzi.

«Appena torneremo a casa dovrò scegliere il menù per il ricevimento. Mi viene già l'ansia.», disse Ariel scendendo dalla barca. Justin la prese sotto braccio.

«Tu scegli in base ai tuoi gusti. Almeno sul cibo non voglio limitazioni. Io dovrò assentarmi nuovamente per qualche giorno.», al suono di quelle parole Ariel si sentì mancare.

Non poteva permettersi di piagnucolare come una bambina, ma ormai Justin era diventato vitale per lei. Da sola in quella grande casa, non le piaceva affatto.

«Capisco...», non sapeva cos'altro dire. Justin percepì quel distacco ma non poteva mancare ai suoi doveri di principe.

«Ariel, fa male anche a me dovermene andare.», si fermarono insieme nelle vicinanze della carrozza. «Se potessi passerei ogni minuto della mia vita insieme a te, ma a volte mi ricordo che sono un principe e che ho dei doveri verso il mio regno.»

Salirono in silenzio. Ariel non seppe rispondere e preferì accettare a testa bassa.

«Castle.»Where stories live. Discover now