[Κεφάλαιο 12]

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12 aprile 1992

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12 aprile 1992

NEVERLAND VALLEY RANCH


Sandie si svegliò di soprassalto a causa di un fortissimo tuono, sentì dalle finestre una forte e potente pioggia, e il rumore vento che accompagnava l'impetuosa atmosfera.
Si alzò dal letto, e vide dalla finestra, oltre le gocce che galleggiavano sul vetro, un terribile vento che faceva sventolare in modo molto violento gli alberi e le varie giostre del Ranch.

La ragazza d'un tratto sentì freddo, un freddo quasi autunnale, ma insopportabile.
Sandie non aveva una vestaglia, così si mise di nuovo sotto le coperte del letto a stare al caldo, sentendo e rimanendo scioccata dal forte rumore del temporale.
Durante quei due giorni ospite dal cantante, gli incubi di Sandie cessarono piano piano, e man mano stava accentando la situazione. Del fatto che Diego ormai era morto e che doveva solo mettersi la coscienza in pace e vivere la sua vita in piena tranquillità. Ci stava riuscendo, tutto questo grazie a Michael, che le stava dando una mano enorme a superare questo piccolo periodo.

«Dannazione! Io non vengo con questa pioggia!» mentre Sandie si riscaldava le mani vicino alla bocca, udì la voce di Michael urlare imbestialito.
Curiosa come una bambina, uscì senza farsi sentire dalla stanza, andando verso le scale che conducevano il piano di sotto, dove c'era Michael, che camminava avanti e indietro per tutto il living room con il telefono in mano appoggiato all'orecchio.
«Dio santo ma sei deficiente o cosa? Non m'importa se era importante John! Io non vengo nel tuo ufficio per firmare, ancora, delle carte del cazzo con questa pioggia torrenziale. Non mi va di finire carbonizzato da un fulmine oppure che la mia macchina, insieme a Cole, veniamo trascinati dal vento volando come due maledetti pellicani! Chiaro!? Al massimo voglio vederci tu passeggiare con questa pioggia, io sto a casa, che ti piaccia o no. Ma vaffanculo.» attaccò la chiamata buttando il telefono per il divano. Era nero dalla rabbia, e arrabbiato.
«Possibile mai che nessuno mi viene incontro a delle cazzate come queste? Ma che cazzo.» disse camminando sempre avanti e indietro mettendo una mano sulla fronte.
Il suo tono era furibondo, e doveva calmarsi, lui sapeva che Sandie stesse ancora dormendo, e che doveva stare attento con il tono della voce per non svegliarla.
Sbuffò e Sandie lo vide andare via in cucina, da lì non riuscì a vedere niente più.
Sandie poggiò la schiena al muro, fece un sorriso divertito alle sue spalle, per lei era divertente vedere Michael che si arrabbiava, la faceva divertire. Anche quando diceva le parolacce. Si stendeva per terra dalle risate. Ma certo, quando Michael si arrabbiava sul serio, erano cazzi amari.

D'improvviso ci fu un blackout per tutta la casa, Michael spalancò gli occhi.
«No ti prego, ma oggi chi mi sta nominando?» domandò il cantante con tono esausto asciugandosi la fronte con un fazzoletto.
Sandie era lì, in quella posizione, aveva paura.
Michael per fortuna accanto a sé aveva una torcia, la prese e l'accese.
Sbuffò andando piano piano, verso l'ingresso di casa sua dove aveva il piccolo mobiletto di latta bianco, con dentro i fili e gli interruttori della corrente.
Michael provò a toccarne qualcuno, ma niente, la luce e la corrente non tornò.
«Ma che palle, tutta colpa di questo temporale di merda.» aggiunse lui mentre andò nel piano di sopra per controllare Sandie, ma poi vide che era poggiata sul muro rannicchiata e impaurita.
«Sandie, ehi stellina mia.»
«Che è successo Michael? P-perchè è andata via la luce?» domandò la ragazza con tono impaurato, lui si abbassò verso di lei per accarezzarle il volto.
«Sshh, tranquilla, è solo un blackout. È a causa di questo terribile tempo che la luce è saltata e- Sandie ma tu stai tremando. Hai freddo?» lei lo guardò con quegli occhioni verdi e teneri, insieme alle bellissime guance rosee. Lei annuì «Stellina e quando me lo dici che hai freddo? Opla!» la prese in braccio, tenendo anche la torcia.
«Michael, non sono malata. Posso camminare, non c'è bisogno che mi prendi in braccio.» affermò lei imbarazzata.
«Ma io voglio che tu stia sempre con me stellina. Non vuoi che io ti tenga sempre con me?» lei a quella domanda sorrise «Bene, allora lasciati prendere in braccio dal sottoscritto.»
«Ma sono pesante Michael.» annotò lei guardando da un'altra parte con il sorriso.
«Ma che dici? Sei leggera Sandie, non pesi per niente. E poi, amo tenerti in braccio.» disse andando verso la camera del cantante, l'aprì e attento a non cadere, appoggiò la ragazza sul letto e Michael mise la torcia sul comodino.
«Spero che le pile non siano scariche, sennò saremo al buio.» disse lui mettendosi accanto alla ragazza dalle iride verdi.
«Anche se saremo al buio, io non ho paura, perché sei al mio fianco. E poi, il buio con te è più bello. Lo si affronta con più coraggio.» lui udite quelle dolci parole si avvicinò per baciarla.
Ancora una volta, dentro di loro sentirono i fuochi d'artificio, la passione e l'amore evadere nei loro corpi.
Un'adrenalina e attrazione incontrollabile.
«Baciami per sempre.» disse Sandie tra i baci evasa dall'amore.
«Sempre e per sempre.» si volevano, si volevano eccome.
Erano dannatamente simili, e così fottutamente belli, che persino l'arte contenuta nei piccoli quadri appesi in quella stanza, di commossero vedendo una tale visione come la loro.
«Sandie ... tesoro mio.» mormorò il Re del pop staccandosi lentamente dalle labbra della ragazza, sorridendo con un velo di imbarazzo.
«Quanto è bello baciarti, Dio Michael. È inspiegabile sentire le tue labbra sulle mie.» lui con il pollice accarezzò le labbra della sua stellina, gonfie e bagnate.
«Non quanto le tue, sono la cocaina, l'eroina, varie tipo di droga mixate insieme. Tu sei la mia droga Sandie.» sorrisero, ma a quel punto un tuono fortissimo fece spaventare Sandie a morte, il che si gettò tra le braccia del moro, lui la coccolò con amore.
«Ho paura ... io ho paura dei tuoni. Non andare via Michael.» disse stellina terrorizzata.
«Stellina, ci sono io con te.» lei annuì «Non potrei mai abbandonarti.» sorrise.
«La stessa cosa vale per te, piccolo Peter Pan.» si guardarono negli occhi quando poi Michael fece un piccolo respiro per poi canticchiare una canzone.

𝐓𝐑𝐄𝐀𝐓𝐌𝐄𝐍𝐓 [MJ]Where stories live. Discover now