[CAPITOLO 21]

273 23 78
                                    




LOS ANGELES, CALIFORNIA

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.



LOS ANGELES, CALIFORNIA

14 Febbraio 1991


Michael

Un mese.
Esattamente.
Un mese senza vedere Sandie.
Non avrei mai immaginato di interrompere un'amicizia così bella come la nostra.
Mai avrei dovuto pensare che sarebbe accaduta una cosa del genere.
Mi sentivo in fondo di averla persa.
Ma non del tutto.
Nel profondo del mio cuore sentivo di averla persa in tutti modi.
Quello, non me lo aspettavo.
I primi giorni furono difficili, ero troppo arrabbiato, che essa mi accecò totalmente.
Non la telefonai.
Non più da quella telefonata che mi spezzò il cuore.
E mi sentii solo, di nuovo.
Davo la colpa a me stesso, forse, di non essere stato attento con lei.
Capii una cosa, che Sandie mi amava.
E per colpa dei suoi sentimenti per me, che in quel momento decise di allontanarmi dalla sua vita.
Diventai confuso, non capivo più niente dentro di me. Ma rifiutavo da ogni tipo di sentimento forte per Sandie, perché ero ancora innamorato di Brooke. Capii subito, che questo allontanamento, mi avrebbe fatto bene. Non solo per me. Ma per entrambi.

Era il giorno di San Valentino, ed ero nello studio di Klein per la solita visita mensile.
Come al solito, mi stava sempre addosso per la quantità di pillole che dovevo prendere.
«1o.» bottai io.
«Nossignore, facciamo 5.» prescisse Klein su un foglio, ed io cacciai uno sbuffo «Non ricominciare Michael, sono il tuo medico, e tu devi eseguire quello che ti dico e ti prescrivo, intesi?» mi raccomandò Klein con tono severo, non risposi, non avevo per niente voglia di litigare con lui.
Sentii una mano sopra la mia spalla, mi girai ed era Debbie che mi guardava dolcemente.
Pensai a Sandie, ma scossi la testa per cacciarmela dalla mente.
Dannazione ...
Feci un mezzo sorriso, ma la testa era immersa nei miei pensieri.
«Michael, ultimamente ti vedo giù di morale, per caso è successo qualcosa che ti ha fatto star male?» domandò Debbie con tono preoccupato.
Oh, tu non sai ...
Avrei voluto dirle di Sandie, ma non avevo voglia di parlare di lei. Se lo avessi fatto, sarei stato ancora più male.
«È tutto okay, sta tranquilla, sono solo un po' stanco.» mentii.
«Hai visto Sandie in questo periodo? Sai, non la vedo da quando ha lasciato lo studio. Come sta?» mi bloccai, per poco non piangevo talmente che questa situazione mi faceva ar di poco star male.
Mi mancava.
Mi mancava profondamente.
Intensamente.
Enormemente.
Avrei voluto averla con me, per parlare di cose stupide, giocare, e vedere film.
Ma lei non era con me.
E mi domandavo tutti i giorni come stesse, cosa stesse facendo, e come andavano gli studi.
Ma parlare di lei era una fitta al petto.
«Non la sento da un mese, forse sarà impegnata con gli esami.» dissi mettendo gli occhiali da sole.
«Capisco, se la vedi di nuovo, salutamela.» annuii, salutati Klein e Debbie andandomene via, con l'angoscia nel cuore.

Kylie mi stava aspettando in macchina e una volta entrato partimmo senza proferire una parola.
«Com'è andata la visita Mr Jackson?» domandò Kylie per sciogliere il ghiaccio.
«Tutto ok.» risposi, ma sapeva benissimo che non ero per nulla soddisfatto.
«Mi dispiace molto vederla in quello stato. Posso fare qualcosa per lei? Magari andando a mangiare qualcosa.» spalancai gli occhi, di solito Kylie non era per nulla così tenero, anzi, si era sempre mostrato un ghiaccio. Ma lo conoscevo bene, a quella statua di ghiaccio, c'era un cuore tenero. Sorrisi.
«Mi piacerebbe molto, solo che non posso entrare da nessuna parte, lo sai.» dissi con la tristezza nel cuore.
Nonostante amassi il mio lavoro, non ero libero di fare niente, né di andare al parco, né di andare ad un negozio, né di andare in un bar in piena di tranquillità. Non ero libero di vivere una vita normale. La mia popolarità era alta, la gente mi riconosceva subito per strada e succedeva il finimondo.
Fans dappertutto cercando di abbracciarmi, alcuni lo facevano in modo gentile. Altri cercavano addirittura strappatemi gli abiti.
Odiavo i fans che cercavano di strapparmi gli abiti, era come se mi strappassero l'anima.
«Non si preoccupi, mi fermerò da Dunkin' Donuts a prenderle qualcosa. Per caso un frappé al caramello e delle ciambelle?» sorrisi, mi conosceva perfettamente, amavo le ciambelle, anche i frappé non mi dispiacevano. Annuii e gli diedi i soldi «No, offro io.» disse con tono diretto.
«No, offro io.» ribadii.
«È San Valentino Mr Jackson, mi permetta di fare questo regalo.» ridacchiai, in realtà non volevo nessun regalo. Io non volevo i regali, volevo l'amore.
Non risposi e Kylie scese dall'auto andando da Dunkin' Donuts, mentre io ero a leggere un libro "I dolori del giovane Werther." un romanzo epistolare, lo avevo già letto una volta, ma quando ero un adolescente, così decisi di rileggerlo dopo tanto tempo. Era come la prima volta.



𝐓𝐑𝐄𝐀𝐓𝐌𝐄𝐍𝐓 [MJ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora