[CAPITOLO 56]

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Aeroporto internazionale di Milano

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Aeroporto internazionale di Milano

Ore 00:21

Da poco Sandie era entrata all'interno dell'aeroporto, ormai il momento si stava avvicinando.
Il ritorno a casa.
Annalisa decise di accompagnarla e andarono
come previsto due ore di anticipo prima del volo.
«Dunque, vediamo.» prese i biglietti, e guardò il tabellone per vedere il suo aereo «Eccolo li, ore 03:10.»
«E verso che ora arriverebbe?» domandò la bionda.
Sandie fece il calcolo a mente.
«Conta che sono quarttorci ore di volo, e che a Los Angeles ci sono 8 ore indietro rispetto a qui. Quindi invece di arrivare verso le cinque del pomeriggio dovrei arrivare verso le nove del mattino, se non erro. La matematica non è stato il mio forte dovrei chiedere al pilota.» ridacchiò.
«Su questo non sei l'unica.» obiettò la biondina, risero.
«Però Sandie.» esordì lei.
«Si?»
«Scrivimi.» disse guardandola negli occhi «Promettimelo.» bottò Annalisa, la mora sorrise prendendole la mano.
«Te lo prometto.» sorrise.
«Mi sa che non potrò accompagnarti, mi dispiace che dovrei stare due ore da sola.» disse la ragazza con tono dispiaciuto.
«Non ti preoccupare, per fortuna ho qualche libro con me che mi sono portata, e che Diego non ha distrutto.»
«Ti scriverò per le novità del processo, mi hanno detto che inizierà tra due settimane.» disse l'amica con tono diretto, lei guardò in basso annuendo.
«Va bene, tienimi aggiornata.» le due si scambiarono l'ultimo abbraccio, si strinsero fortemente, lasciando che una lacrima delle due ragazze rigarono sui loro bellissimi volti «Abbi cura di te.»
«Sono io quello che devo dirlo a te, cerca di distrarti il più possibile. Non sarà semplice, ma vedrai che poi passerà tutto. E ... ti chiedo scusa.» Sandie alzò gli occhi al cielo.
«Ancora? La colpa è mia e sarà sempre mia An, quindi non sentirti in colpa. Ripeto, siamo state entrambe vittime. Non carnefici.» lei sospirò con le lacrime agli occhi «Ehi ...»
«Non me lo perdonerò mai.» affermò poi tra le lacrime.
«Ti prego non fare così.» supplicò la ragazza con tono strozzato.
«Perdonami, mi dispiace.» lei prese un fazzoletto dalla borsa e si asciugò le lacrime, mentre Sandie trattenne con forza le lacrime.
Guardò in basso e diede un bacio sulla guancia dell'amica che doveva dire arrivederci.
«Ti scriverò.» disse la mora.
«Anch'io, ti vorrò sempre bene, quando mi capita di venire a Los Angeles verrò a trovarti.» sorrise.
«Sarebbe bellissimo.» disse lei con il sorriso «Così ti farò conoscere mia sorella è praticamente uguale a te.» disse ridacchiando «E.. grazie per aver fatto rivedere la mia sorellina in te.» disse la giovane con le guance rosee.
«Sandie ...» mormorò lei con tono tenero, dopo di che la ragazza prese la valigia andando verso il check in.
«Sandie!» la chiamò la biondina di nuovo, si girò e fece il segno con la mano di venire verso di lei.
Così fece «Ecco ... prima che tu te ne vada, mi sono dimenticata di dirti una cosa. Quella collana.» indico la collana che Sandie portava al collo.
«Oh, intendi questa?» domandò Sandie con il sorriso toccando la stella dorata, Annalisa annuì, Sandie guardò un punto fisso pensando al ragazzo che l'aveva regalata, il ragazzo dal grande talento, colui che l'aveva fatta sorridere, colui, che non aveva mai smesso di amarlo nemmeno per un instante della giornata e che nonostante ciò, continuava ancora ad amarlo «Me la regalò un ragazzo che ho amato tempo fa.» rispose lei con il sorriso.
«Intendi quel ragazzo che mi raccontasti quando ci vedemmo la prima volta?» lei annuì.
«Amo questa collana, è un simbolo per me, anche tutte le persone che mi conoscono da tanto tempo mi hanno sempre chiamato stellina. Probabilmente per lui, ero la sua stellina.»


𝐓𝐑𝐄𝐀𝐓𝐌𝐄𝐍𝐓 [MJ]Where stories live. Discover now