[CAPITOLO 16]

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Record One Studios Hollywood, Los Angeles

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Record One Studios
Hollywood, Los Angeles.

29 luglio 1990

Michael

«Perdonami se sono stata poco presente, ma ho avuto da fare con il film.» scossi la testa.
«Non ti preoccupare, lo avevo immaginato.» Brooke si sedette sul prato, osservando a pieno l'atmosfera che si stava creando.
Timidamente mi sedetti accanto a lei, ammirandola dalla testa ai piedi. Quando poi incrociai i suoi occhi azzurri come la giada azzurra, il mio cuore perse un battito e le guance si colorirono di rosso.
«Ti faccio questo effetto Michael?» arrossii ancora di più.
«C-come?» Brooke si avvicinò a me con sensualità.
«Sai benissimo cosa intendo.» disse con voce calda, si avvicinò ancora più a me e mi baciò. Spalancai gli occhi, e ricambiai il bacio. Mi sciolsi completamente, e lei accarezzavo dolcemente la guancia. Mi staccai appena dalle sue labbra e le baciai il viso. Sentivo il profumo della crema idratante, ciliegia, era musica per le mie narici. Amavo il suo profumo, amavo lei in tutto. Ed io l'amavo sul serio.
«Ti hanno mai detto che sei bellissima?» sorrise e cacciò un sospiro.
«Baciami, baciami ancora Michael.» sorrisi a quella richiesta, e ritornai a baciarla.
Ma dentro di me urlava di volere di più, ma infondo ogni cosa ha il suo tempo.

«Michael, Michael!»
«Eh?» la voce di Teddy mi fece tornare alla realtà.
Oh dio
«Ma che hai? Hai la testa fra le nuvole eh Joker?» domandò con tono ironico.
«Nah, sono solo un po' stanco.» mentii.
Era vero quello che era successo con Brooke, ci siamo baciati e abbiamo fatto i fidanzati in quel giorno che ci vedemmo a Neverland.
Mi toccai appena le labbra e chiusi gli occhi, sentivo ancora le sue labbra così belle e carnose attaccate alle mie, baciare era come danzare. Ma non con le gambe e le braccia, ma solo con le labbra.
Percepivo ancora il profumo del suo viso, così dolce, lo amavo. Percepivo il suo contatto su di me. Ricordo che dopo ci eravamo stesi sul prato, e lei era sopra di me. In quel momento ero così teso che sudai tremendamente.
«Michael? Sei teso.» osservò lei
«N-no ... sono solo un- un po'-» mi interruppe con un bacio.
«Tu sei una droga. Ogni donna si ucciderebbe per baciarti. Queste labbra, sono delle strisce di cocaina.» mi bacio ancora e ancora.
Dio, avrei voluto che mi baciasse per sempre.

Canticchiai "Keep The Faith", la stavo scrivendo su un normalissimo foglio di carta, e mentre parlavo tranquillamente con Bruce, Teddy e il resto dello staff, sentii una fitta nei polmoni e gemetti dal dolore.
«Michael tutto okay? Che hai?» domandò Bruce appoggiando una mano sulla mia spalla con tono allarmato.
«Non, non è niente. Tranquillo, sto bene.»
Bugia.
«Sicuro? Guarda che sono sei ore che non stai smettendo di cantare.» puntualizzò Mic, il bassista, con tono preoccupato «Dovresti andare a casa.»
«No!» battei io «Decido io quando finire le registrazioni, che sia ben chiaro questo!» esclamai con tono arrabbiato.
«Michael, noi ci stiamo preoccupando per te. Stai male, in più prendi anche i medicinali.» spalancai gli occhi e guardai Mic con uno sguardo fulminante e pieno di rabbia «È inutile che mi guardi così Mike.» stavo per rispondere, quando poi squillò il telefono.
Andai fuori alla sala e risposi.
«Pronto?»
«Michael.» alzai gli occhi al cielo.
«Arnold, cosa c'è?» domandai con tono seccato.
«Vedo che sei di cattivo umore.» annotò con tono freddo.
Dio, oggi non è giornata.
«Dobbiamo prenotare l'appuntamento mensile ricordi?» sbuffai.
«Si, mi ricordo, almeno c'è Sandie che mi distrae un po'.» dissi pensando a voce alta.
«Sandie non verrà più.» il mio cuore smise di battere. Il petto incominciò a farmi male seriamente, misi una mano su di esso. Trattenni di non gemere dal dolore.
«C-come?» chiesi sconvolto.
«Non ricordi? Doveva fare solo sei mesi con me, in più Debbie è guarita e tornerà il mese prossimo.»
No ...
«Io voglio Sandie.» protestai.
«Michael, non fare il bambino capriccioso.» ridacchai nervosamente.
«IO HO BISOGNO DI LEI!» gridai allo stremo della rabbia.
«Michael-» scoppiai a piangere.
Perché dannazione!?
Non posso.
Ho bisogno di lei nella mia vita e nelle visite.
«Ti prego Arnold, io ho bisogno di lei, quando la vedo durante le visite mi fa dimenticare persino che sto facendo una visita di controllo. Debbie non fa altro che parlare dei miei problemi di salute creandomi disagio. Non metto assolutamente in dubbio la sua professionalità. Ma io ho bisogno di Sandie.» pensai a lei, a quella ragazza dagli occhi verdi posare sui miei, a chiacchierare con il suo raggiante sorriso mentre mi visitava delicatamente. Lei, nonostante fosse una studentessa, aveva il talento e il potere di mettere a proprio agio il paziente con dei racconti dolci e divertenti. Facendo dimenticare che eri ad una visita medica.
«L'appuntamento sarà fissato per il 20 agosto alle 16.30.» mi infuriai ancora di più alla risposta di Arnold.
«Bene, vedo che non te ne frega un cazzo di me. Buona serata e stammi bene Arnold.» attaccai il telefono sbattendo la cornetta con rabbia.
Mi piegai a terra gemendo dal dolore con la mano del petto. Le lacrime non smettevano di scendere, e la mia mente non smetteva ti proiettare l'immagine di Sandie.
Non potevo stare senza di lei, mi rendeva vivo e positivo. E pensai di vederla.
Vederla urgentemente.

𝐓𝐑𝐄𝐀𝐓𝐌𝐄𝐍𝐓 [MJ]Where stories live. Discover now