[Κεφάλαιο 15]

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BEVERLY HILLS

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BEVERLY HILLS

15 aprile 1992


«Mi raccomando, non ti dimenticare i libri Ethan.» raccomandò Milly dall'altro capo del telefono mentre preparava la borsa.
Ethan invece, che teneva il telefono con la spalla poggiato sulla mandibola, sbuffava in segno di scocciatura mentre trovava i libri che servivano per andare a studiare con i Milly in biblioteca, e per la lezione del giorno.
«Guarda che ti ho sentito sbuffare.» lo beccò la ragazza.
«Senti Milly non cominciare, questa università di merda voglio che bruci.» lei rise.
«Dai.»
«Ti giuro sono così stanco che non sto più dormendo la notte.» parlò il ragazzo seriamente.
Era vero, ormai la situazione per Ethan era diventata tragica, i suoi tormenti per quell'esame lo torturavano fino allo stremo.
La paura di non passarlo, di chiudere i rapporti con il padre gli facevano male tutti gli organi del corpo.
Fino a non farlo dormire la notte cercando di studiare il meglio possibile, ma ovviamente non smetteva di somministrasi delle piccole dosi di Sufentanil.
Così piccole che aveva paura di finire le boccette che aveva a disposizione. Le voleva utilizzare con precauzione.
In più, anche con i farmaci, la situazione era diventata la stessa.
Insomma, tutto dipendeva da uno esame.

Ma Ethan stava combattendo, stava resistendo pur di riuscire a riallacciare i rapporti con suo padre.
Avrebbe tirato l'anima dal suo corpo per lui, per i suoi genitori. Per far capire a loro quanto lui li amasse. E che figlio speciale avessero.
Ma Ethan non si rendeva conto che erano troppo ciechi per capirlo.

«Ethan, tutti gli studenti stanno nella stessa barca non solo tu.» aggiunse Milly, egli sbuffò di nuovo.
«Non ho chiesto il tuo parere Milly.» rispose nervoso.
«Vedo che ti sei svegliato con il cazzo storto eh?» rise «Ah! Ti ho fatto ridere!» esclamò soddisfatta.
«Sei unica.» commentò il ragazzo tra il sorriso.
«Non mi smentisco mai tesoro, io sono Milly Annabelle Anderson.» disse la ragazza imitando una voce come quelle delle celebrità.
«Si certo, Annabelle.» la stuzzicò, lei odiava il secondo nome.
«Non mi chiamare Annabelle! Lo sai che lo odio Cristo.» lo riprese.
«Ma perché lo odi? È così caruccio.» disse Ethan mettendo una matita, due penne nere, e un evidenziatore giallo dentro allo zaino.
«È un nome inquietate, mi fa venire i brividi sembra il nome di uno spirito maligno.» il ragazzo ridacchiò « Perché ridi?» domandò lei.
«No ora ti racconto una storia.»
«E quale?»
«In un lontano 1968, un'infermiera studentessa ricevette una bambola in dono. Ma la bambola si sarebbe comportata in modo strano e un medium disse alla studentessa che la bambola era infestata dallo spirito di una ragazza deceduta di nome "Annabelle".»
«No no no, senti bello mio. Non ti permett-»
«La studentessa e il suo coinquilino avrebbero quindi accettato di tenere la bambola posseduta nella loro abitazione, tuttavia la bambola avrebbe mostrato in seguito comportamenti maliziosi e spaventosi. Fu a questo punto che i Warren, che erano degli investigatori del paranormale e demonologi
sarebbero stati contattati per la prima volta e che, giunti nel luogo, presero la bambola per portarla al loro museo dopo averla dichiarata "posseduta demonicamente".»
«Ethan, dopo questa storia posso dirti una cosa?» sorrise.
«Certo Milly, dimmi pure.»
«Vaffanculo, figlio di puttana!» il fanciullo non potè fare a meno di ridere a crepapelle «Cazzo! Ora odio il mio secondo nome ancora di più Cristo santo, fammi fare il segno della croce.» ella dall'altro capo del telefono fece il segno della croce «Dio mio, Dio mio, Dio mio. E ora chi dorme più la notte? Spero di non sognare questa merda di bambola con il mio secondo nome.» parlò la bionda con tono spaventato.
«Dai, non esagerare. Se ti può consolare la bambola è conservata in una cassa di vetro in un museo. Solo che non mi ricordo dove.»
«Basta che sia chiusa in quella cazzo di cassa, punto. Mi basta sapere questo.» sospirò sollevata «Gesù Ethan, era proprio necessario raccontarmi questa storia così raccapricciante?» domandò con il cuore a mille.
«Mhmm, solo per farti capire quanto sia bello il nome Annabelle.» rispose il riccio sorridendo.
«Mi stai prendendo per il culo?» domandò lei seria.
«No, niente affatto tesoro.» fino a che Milly non attaccò il telefono in faccia al suo amico.
A quel punto il ragazzo, fece una grossa risata completamente divertito dalla telefonata.





𝐓𝐑𝐄𝐀𝐓𝐌𝐄𝐍𝐓 [MJ]Where stories live. Discover now