[CAPITOLO 25]

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Narratore esterno

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Narratore esterno

Quando la ragazza dalle iride verdi si addormentò, il cantante era nella sua stanza a comporre poesie per il suo libro Dancing The Dream, in particolare una, dal titolo:
Spiccare il volo senza di me.

Era Agosto, e stavo guardando il cielo. Con una mano sulla fronte per ripararmi dal sole, scorsi un falco che si librava in volo seguendo le correnti dell'aria calda. Salì a spirale sempre più in alto fin quando, con un urlo sinistro, non scomparve.
Tutto ad un tratto mi sentii lasciato in disparte. "Perché ha spiccato il volo senza di me?", sospirai. "Il modo del falco non è l'unico. I tuoi pensieri sono liberi come qualsiasi uccello", rispose il mio spirito. Allora chiusi gli occhi e la mia anima uscì, librandosi in alto come il falco e oltre, tanto che riuscii a vedere l'intero pianeta. Ma c'era qualcosa che non andava. Perché mi sentivo così freddo e solo?

"Hai preso il volo senza di me", mi disse il mio cuore. "A cosa mai può servire la libertà senza amore?". Allora mi avvicinai dolcemente al letto di un bambino malato e gli cantai una ninna nanna. Lui si addormentò con un sorriso e il mio cuore uscì e si unì al mio spirito nel suo giro sulla terra. Ero libero e pieno d'amore, ma c'era ancora qualcosa che non andava.
"Hai spiccato il volo senza di me", disse il mio corpo. "I tuoi voli sono solo immaginari". Allora consultai libri che fino a quel momento avevo ignorato e lessi di santi che erano riusciti a volare effettivamente. In India, Persia, Cina e in Spagna (e persino a Los Angeles!) il potere dello spirito aveva raggiunto non solo il cuore, ma ogni piccola cellula del corpo. "Come se fossi stata presa da un'enorme aquila", aveva detto Santa Teresa, "la mia estasi mi librò nell'aria".
Iniziai a credere in quest'incredibile fenomeno, e, per la prima volta, non mi sentii più lasciato in disparte. Ero il falco e il bimbo e il santo. Nei miei occhi le loro vite divennero sacre, e la verità salì a galla: quando la vita in ogni sua forma viene considerata divina, tutti possono spiccare il volo.


Egli, ormai effetto di insonnia, non dormiva, ma bensì lavorava anche di notte. Dedicando a quello che piaceva fare.
Creare la musica.
Creare poesie.
Ma in quella notte tempestosa stranamente il Re del pop non era del tutto concentrato, forse, era per la presenza di qualcuno, di una ragazza. A cui stava tanto a cuore.
Era la prima volta che Sandie dormisse da lui.
Sorrise solo a pensarci.
Ormai stava più che bene.
Lui era ritornato quello prima, mentre lei piano piano stava recuperando quella che era la sua brillantezza.
Era steso sul letto, a scrivere, e ancora a scrivere mentre sentiva i temporali e lo schiocco della pioggia.
Cacciò un sospiro, infastidito dalla sua poca concertazione.
Chiuse il quaderno con il mezzo la penna per lasciare il segno e si alzò dal letto.
Guardò la finestra entrando nel mondo dei pensieri.
Pensieri, che lo tormentavano da troppo tempo.
Pensieri in cui all'interno c'erano le sue paure più grandi.
Quello di rimanere solo.
Quello di non essere accettato dagli altri.
Quello di essere tradito dagli amici più cari.
Quello di non essere amato da una donna a lui innamorato.
E infine, il suo terrore.
Quello di non diventare padre.
A pensare a quel tormento lo distruggeva.
Michael amava i bambini.
Li amava più di ogni cosa.
Dichiarò in molte interviste che prendeva proprio dai bambini l'ispirazione per la sua musica.
Amando così tanto quelle piccole creature innocente create da Signore, perché erano così puri, senza pregiudizi e senza cattiveria.
Insomma, il contrario degli adulti.
Ma non voleva perdere le speranze.
Voleva ancora aspettare perché non aveva trovato ancora la donna giusta per lui.
Chiuse gli occhi godendo il forte rumore del temporale, lasciando dei sospiri profondi.
Michael amava la natura.
In tutte le sue forme ed esigenze.
Amava i temporali.
Amava le piogge.
Amava vedere pian piano crescere un fiore e curarlo.
Amava vedere quello che erano gli effetti della natura, rendendo il cantante pieno di fascino e ammirazione.
Aprii gli occhi e si guardò intorno, la sua mente diceva solo un nome.
Sandie.
Era ormai tarda notte.
Così penso di andare in camera sua a vedere se fosse ancora sveglia.
Invece no.
Dormiva beatamente.
Si abbassò per guardala meglio e sorrise.
Russava tramite i sospiri ed era così adorabile.
Dopo i bambini, Sandie veniva al secondo posto.
Non aveva mai conosciuto una persona così genuina come lei.
Priva di cattiveria, priva di pregiudizi, ma solamente piena d'amore e di forte altruismo.
Per un attimo aveva paura per lei.
Paura che il mondo, con tante persone cattive che c'erano intorno, la potessero ferire e farle del male.
Era così piccola e innocente.
Ma sapeva che era una ragazza molto Forte e determinata ad affrontare le difficoltà, e l'ammirava molto per questo.
Per lui, era come una piccola Lady Diana.
Non smetteva di guardarla, ed era bellissima, quelle labbra semichiuse, quelle chiocce dei capelli mori appoggiate lungo il suo candido viso.
Michael con dolce gesto, tolse le fastidiose ciocche di capelli così da permetterle di dormire meglio.
Ammirarla mentre dormiva lo rendeva sereno, dentro di se aveva una pace interiore.
E lei, era la sua pace interiore.
La voleva accanto a se, abbracciarla fortemente da non farla scappare mai più, prenderla in braccio e portarla nel suo letto stringendola come un morbido peluche.
Dopo quello che era successo mesi fa, non voleva più accadere nulla del genere.
Ma non voleva svegliare quella creatura così bella che dormiva beatamente.
Infondo, aveva avuto una giornata molto intensa con Ethan, ma allo stesso tempo divertente e piacevole.
Michael pensò molto ai sentimenti di Sandie, e si sentiva così in colpa.
Percepiva di quando lei avesse sofferto per colpa sua, per i suoi sentimenti.
E comprendeva a pieno di quanto facesse male un'amore impossibile.
Ma allo stesso tempo pregò che i suoi sentimenti svanissero.
Perché se un giorno Michael si sarebbe innamorato di lei, avrebbe fatto in modo di non farla entrare nel suo mondo, a costo di soffrire come un dannato per amore.
Pensò che sarebbe stata un'azione egoista, ma doveva farlo per il bene di Sandie, perché non avrebbe retto, fragile come lei, la forte presenza dei paparazzi e dei mass media.
Capaci di distruggere la persona anche con la parola più semplice pronunciata tramite un pezzo di carta, o da uno schermo.
E pregava.
Pregava che questo non accadesse.

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