[CAPITOLO 18]

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NEVERLAND VALLEY RANCH,CALIFORNIA

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NEVERLAND VALLEY RANCH,
CALIFORNIA

29 agosto 1990

Michael

Quel giorno non volevo trattarla in quel modo, mi sentii uno stupido, un vero idiota. Anzi, uno stronzo, per essere sinceri.
Le dissi di venire da me il giorno dopo quando la telefonai per chiederle scusa. E lei si presentò.
Aveva un'espressione fredda e seria, e vedere Sandie in quel modo mi fece uno strano effetto. Perché lei non era così. Anzi, era lo zucchero quella ragazza.
Mi scusai più volte da vicino, ma lei mi disse che non c'era bisogno, e che andava tutto bene. Ma io mi sentivo sempre più in colpa di averle risposto in quel modo così gelido. Non ero così, assolutamente.
Chiarimmo, nulla di più, di fatto lei continuò con i massaggi, e mi accompagnava in ospedale per gli esami, per le TAC e così via.
Non avevo mai visto una persona che mi stesse così vicino. Era la prima volta che mi capitasse
una cosa del genere. Grazie a lei, ero ufficialmente guarito.
Talvolta quando lei se ne andava, mi chiudevo in bagno a piangere perché mi sentivo troppo in colpa. Non lo sapevo nemmeno io il motivo, forse perché avevo paura di essere un peso per lei, oppure ancora peggio, di perderla per sempre ...

Era il giorno del compleanno, e compiei 32 anni, Dio mio.
Ragazzo mio stai diventando vecchio! annotò la mia coscienza.
Smettila e sta zitta tu!
Ridacchiai mentre davo da mangiare ai miei amati lama.
Adoravo i miei animali, pensai che erano le creature più belle che Dio abbia creato.
Erano degli essere straordinari, e li curavo come se fossero figli miei. Quando mi vedevano scoppiavano dalla gioia, esaltando o facendo dei versetti così carini.
Quando arrivò il turno di Bubbles, subito si aspettava delle ciambelle, o comunque qualcosa di dolce.
Risi, era l'animale più goloso che avessi mai visto. Adorava mangiare cibo di ogni tipo, qualunque esso sia. In tutto ciò, gli diedi delle semplici banane.

Tutto questo lo feci alle 8.23 del mattino, e Dio mio, faceva un caldo bestiale, un caldo in cui avevi bisogno di fare un bagno.
E così feci.
Nonostante fosse mattina presto, andai verso la piscina. Mi spogliai rimanendo in boxer, chiusi gli occhi, espressi un desiderio, e tuffai.
Ormai era abitudine che prima di tuffarmi esprimevo un desiderio, lo facevo da quando ero un ragazzino. E i miei desideri si erano sempre avverati.
Amavo nuotare, lo trovavo così rilassante, l'acqua della piscina era così rifrescante, sopratutto di mattina.
Mi appoggiai sul bordo della piscina, guardai il cielo e sospirai.
«Beh, tanti auguri a me.»

Per fortuna il sole non era forte, ma a mezzogiorno il sole divenne molto forte, dovetti rientrare in casa per la mia allergia al sole a causa delle mie condizioni dermatologiche.
Decisi di fare una doccia, per togliere il cloro che avevo addosso.
Salutai educatamente le mie domestiche, facendomi gli auguri, le ringraziai con il sorriso, e mi dissero che erano arrivati circa 29 telefonate per il mio compleanno elencando le persone. Spalancai leggermente gli occhi, e le raccomandai che le avrei chiamate più tardi.
Andai verso il bagno, mi spogliai, e mi guardai allo specchio. Le macchie erano moltiplicate, sul mio corpo non c'erano altro che macchie.
I miei occhi si colmarono di lacrime, ma poi sbattei gli occhi per non piangere.
«Non oggi Michael, non oggi.» dissi cacciando un intenso respiro prima di entrare nella doccia.
Azionai, e scorse per tutto il mio corpo l'acqua tiepida. Passai le mani sui capelli, cacciando dei piccoli sospiri piacevoli. Quando poi la mente decise di fare un ritorno nei miei flashback.

𝐓𝐑𝐄𝐀𝐓𝐌𝐄𝐍𝐓 [MJ]Where stories live. Discover now