[Κεφάλαιο 17]

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Quella sera, Sandie tornò a casa con il sorriso sulle labbra, nell'aver passato i giorni più belli della sua vita

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Quella sera, Sandie tornò a casa con il sorriso sulle labbra, nell'aver passato i giorni più belli della sua vita.
Aveva finalmente trovato la felicità che le era stata sottratta da mesi, e l'amore incondizionato che tanto aspettava e desiderava da ben due anni.
Non avrebbe mai immaginato che sarebbe successo in un momento buio, solo al pensiero la commuoveva.
Poteva finalmente essere felice, e guarire dal tornando interiore che Diego le aveva trasmesso.
Con Michael, si sentiva la ragazza più amata dell'universo, si sentiva viva, desiderata, libera, senza nascondersi da niente e da nessuno. Poteva essere semplicemente se stessa. E si augurava che la loro relazione durasse a lungo di quanto immaginasse.

Ma dietro alla soglia della porta, c'era qualcuno che non era felice, che era seduta su una sedia di fronte al grande tavolo di legno della cucina, che a stento mangiucchiava il riso alla cantonese portandosi le bacchette di legno con un po' di riso sulla bocca carnosa della ragazza, per poi giocherellare con le dita.
Nicole aveva ordinato un bel po' di cibo cinese, aveva fame ma i suoi tormenti non la facevano mangiare correttamente.
Si toccò il ventre, con la speranza di poter sentire qualcosa, ma era ancora troppo presto di percepire dei movimenti.
Alla tv trasmettevano una puntata della serie comica "Willy, il principe di Beil Air" ma Nicole non guardò quella puntata poiché era troppo impegnata a pensare.
Mise una mano sulla fronte, lei aveva le idee chiare sul bambino, ma era sugli altri che la facevano preoccupare e creare panico.
La sua preoccupazione non era sua sorella, oppure sua madre che ci poteva passare sù, ma Cheyenne, e se l'avesse abbandonata durante la gravidanza? E se non volesse il bambino? Tutti quei pensieri la rendevano nervosa e affamata, così riprese a mangiare.

Arrivò al Beverly Hills Medical Center, Nicole andò verso un bancone in cui dietro c'era una signora, che al quanto capì gestiva gli appuntamenti dei pazienti.
«Posso esserle utile signorina?» domandò la signora, Nicole la intravide, era vestita con un tailleur azzurro pastello, i capelli biondi raccolti in uno chignon, con un make up molto leggero, era una donna molto affascinante.
«S-si, io ho prenotato una visita ginecologica per oggi. Ho telefonato un'ora fa.» la signora dai capelli biondi controllò su un quaderno.
«Okay, qual è il cognome?» domandò.
«Vrachnos.» rispose la riccia, e la donna con la matita controllò sulla lista, dando poi una leggera botta sul quaderno.
«Eccoti, allora Vrachnos, per le visite ginecologiche deve andare al terzo piano, in fondo al corridoio c'è il reparto di Ginecologia, troverai tutti i pazienti, e una segreteria che ti darà un numero per aspettare il turno.» spiegò con professionalità.
«Va bene, grazie mille.»
«Si figuri.» la mora dai capelli ricci andò verso l'ascensore, cliccò sul numero 3, e il marchingegno di metallo fece un rumorino inquietante fino a salire. Nel frattempo l'ansia dentro di lei cresceva a dismisura. Pensava che dopo tante volte in cui se l'era scampata, quella volta invece sarebbe successo il contrario. E cosa avrebbe fatto? Come avrebbe gestito la situazione?
Arrivata al terzo piano l'ascensore si aprì, ella uscì incamminando verso il corridoio trovando un cartello appeso con una ernome scritta "Ginecologia", poi trovò una porta, l'aprì e trovò un bancone con dietro una segretaria e giusto due signore.
Ella arrossí dal forte imbarazzo, poiché era la più giovane.
Si dirisse verso la segretaria, questa volta un po' più anziana, che indossava la divisa da infermiera.
«Mi scusi-»
«Questo è suo numero, aspetti che la chiamino ed entri.» disse porgendole il biglietto con scocciatura.
Nicole contò fino a dieci per non fare una scenata, e si sedette vicino ad una signora, la guardò ed era in dolce attesa. Si intenerì. Lo stesso anche la signora, vedere una ragazza così giovane come Nicole.
«D-di quanti mesi è?» domandò la ragazza con tono curioso.
«Oh, sette.» rispose dando una carezza alla pancia.
«P-posso?» domandò la ragazza facendosi rossa dalla vergogna.
«Ma certo, e poi ama le coccole.»
«È un maschietto?» la signora annuì, e Nicole accarezzò il pancione della signora, poté sentire di quanto era spessa la pancia, e per un momento si impressionò, fino a che qualcosa non si mosse.
Lei ritraè subito la mano, la signora ridacchiò.
«Ama davvero le coccole. Coraggio, non avere paura, accarezza.» incoraggiò la signora, così Nicole, riprese di nuovo ad accarezzare la pancia e il bambino dentro di lei, riprese a muoversi.
Per un momento Nicole, sentì un mix di emozioni, di lei, con quel pancione, accarezzandolo e sentire il bambino che si muoveva. Si commosse, e la signora si intenerì.
«Le faccio i miei splendidi auguri a lei e per il bambino signora.» disse la ragazza con tono commosso ritraendo la mano.
«La ringraziò signorina, se posso, come mai sei venuta a fare una visita? Problemi con il ciclo?» lei fece un'espressione perplessa.
«Più che altro ho dei dolori. Dei dolori di una presunta gravidanza.» confessò.
«Capisco, quindi sei venuta per avere delle certezze giusto?» annuì.
«La signora Sharman?» disse un dottore aprendo la porta con una cartella in mano.
«Arrivo. Ti auguro buona fortuna.» disse la signora facendo l'occhiolino, Nicole ringraziò e se ne andò verso la stanza dove avrebbe fatto la vista.

𝐓𝐑𝐄𝐀𝐓𝐌𝐄𝐍𝐓 [MJ]Where stories live. Discover now