73.

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Hermione si smaterializzò al San Mungo e data la reception vuota semplicemente si incamminò verso la stanza di Blaise, si richiuse la porta alle spalle e sospirò alla vista dell'amico.
« Ciao Blaise. »
Si sedette sulla sedia accanto a lui e cercò il suo polso per ascoltare il battito cardiaco, il corpo di Blaise sembrava avere una temperatura più bassa di quella che avrebbe dovuto avere.
La Grifona estrasse la bacchetta e lanciò un incantesimo diagnostico generale.
Lesse i parametri vitali, tutti buoni, battito, saturazione, anche la temperatura seppur più bassa non era preoccupante.
Analizzò gli organi uno per uno a partire dal cuore, alla ricerca di segni, danni, qualcosa che segnasse l'evidenza di un incantesimo in corso.
Venne interrotta quando la porta si aprì e una giovane infermiera entrò guardandola sorpresa e sull'attenti.
« Mi scusi... lei come- sembrò riconoscerla ed Hermione mise via la bacchetta sorridendo- oh, Lady Malfoy, oh mi dispiace averla interrotta. Nessuno mi ha- »
« Non si preoccupi. »
« No mi dispiace. Nessuno mi ha avvertita della sua presenza. »
« Perché nessuno lo sapeva, la reception era vuota quando sono arrivata e io sapevo dove trovare la stanza. È colpa mia non si preoccupi. » spiegò la riccia sorridendo.
« Se posso chiedere... come mai è qui? »
« Blaise Zabini è un amico e voglio cercare di aiutarlo. Non che non mi fidi del San Mungo ma una mente in più è sempre utile a mio parere. »
« D'accordo, segnerò solo la sua presenza. Se possiamo aiutarla in qualche modo... »
« Si, vorrei la cartella clinica di Zabini, per sapere quali esami o studi avete fatto. »
« Certamente. Le porto subito tutto il materiale. »
« Grazie. »
La guardò uscire dalla stanza e si girò verso Blaise, si avvicinò e gli strinse una mano.
« Ti riporteremo da noi Blaise. Te lo prometto. »
Passò la mattina a studiare i documenti dell'ospedale.
Avevano eseguito una marea di esami in soli due giorni ma nessuno aveva dato spiegazioni o piste su cui lavorare. Blaise sembrava davvero solo addormentato e incapace di svegliarsi.
Lavorò fino a quando la porta si aprì di nuovo e questa volta fu Draco ad entrare, la guardò sorpreso e dopo aver richiuso la porta si avvicinò.
« Non pensavo di trovarti ancora qua. »
« Sì, è stata una mattinata... impegnativa. -disse indicando tutti i documenti sparsi sulla poltrona e sul pavimento- E la tua? »
« Ho trascorso il tempo a fare un sopralluogo dei campi. »
« Pensavo fossi stato a casa... con Isaac. » sottolineò appositamente per vedere la reazione di lui visti i comportamenti che aveva con suo figlio, e la vide, Draco si irrigidì ma finse che tutto fosse a posto.
« Avevo davvero tante cose da fare. »
Lo seguì con lo sguardo mentre anche lui si avvicinava a Blaise.
« Hai scoperto qualcosa? »
« Hanno fatto tantissimi esami ma loro non hanno trovato niente, ho appena iniziato, ci lavorerò a fondo. Glielo devo. »
« Bene. »
Restò in silenzio per un po' poi sentendosi osservato da lei ricambiò lo sguardo e inclinò un pochino l'angolo della bocca in su, abbozzando un timidissimo sorriso.
La raggiunse, le strinse le mani e la baciò rapidamente.
« Scusa. »
« Ti sforzi. » constatò lei facendolo sospirare.
« Mi sto solo riabituando. »
Hermione gli accarezzò delicatamente il viso e lo attirò a sé baciandolo ancora.
« Torna da me Draco. » sussurrò sulle sue labbra.
« Sono qui Hermione. » rispose stringendole le braccia intorno al corpo, lei si godette quell'abbraccio ma dopo qualche minuto si costrinse ad allontanarsi.
« Hai detto che sei andato ai campi... com'è la situazione? »
« Parliamone a casa okay? Non voglio che ci sentano. »
« Certo. -rispose sorridendo- Va bene. »
Draco tornò dopo di lei con la scusa di aver ancora delle cose da fare, quando atterrò nel salone trovò la moglie seduta sul divano con il piccolo in braccio.
« Draco. »
« Papà! »
« Ciao. » e come Hermione si aspettava non si avvicinò, non subito almeno.
Prese tempo prima di sedersi a fianco a loro e Isaac gli salì subito sulle gambe chiedendogli di essere preso in braccio.
« Va bene, va bene. »
Con la coda dell'occhio vide la donna sorridere e provò un vuoto nel petto.
« Che situazione hai trovato nei campi? Non ci ho mai più messo piede perché non è mai stato necessario. »
« I prigionieri sono quasi dimezzati. »
« Dimezzati? »
Draco annuì cercando di controllare Isaac che non stava fermo.
« Merda... » mormorò per poi portarsi le mani alla bocca e guardare l'espressione sorpresa ma divertita di Draco.
« Scusa... »
« È sempre strano sentirti usare queste parole. »
Lei sorrise e appoggiò la testa sul divano continuando a guardare il marito alle prese con il figlio.
« Hai un'idea di quale sia il piano dell'Oscuro? »
« Sei sicura che li abbia prelevati lui? »
« Si, gestisco i suoi documenti. La ragione scritta è "esperimenti". »
« E tu non ci credi? »
« Non ho mai sentito parlare di ricerche qui in Inghilterra e voi avevate il vostro centro a quanto so ora. Avete ricevuto delle persone dall'Inghilterra? »
« No. »
« Allora no, non ci credo. Penso che stia tramando qualcosa. Hai provato ad andare dall'Oscuro? »
« No, non ancora. »
« Non ti riceverà. »
« Cosa? »
« L'Oscuro non riceve più. Nessuno lo ha più visto da un mese a questa parte. »
« Perché? »
« Non lo so... te l'ho detto... stanno accadendo delle cose strane. »
Draco la guardò e per un attimo cercò di studiarla, di capire le sue intenzioni.
« Ne verremo a capo Hermione. Solo... non fare la Grifondoro okay? Lascia che il tempo ci aiuti. »
« Sì Draco. »
« Promesso? »
Hermione sorrise e gli si avvicinò abbracciando il bimbo che si sporse verso di lei.
« Promesso Draco. »
***
La riccia si svegliò nel pieno della notte sentendo dei rumori provenire dal posto a fianco a lei.
Draco si agitava nel sonno, aveva il viso contratto e mormorava parole sconnesse.
Hermione non lo aveva mai visto avere gli incubi e pensò a cosa fare, avesse provato ad entrare nella sua testa avrebbe potuto avere delle risposte alle sue domande, lui con lei l'aveva fatto, più volte, ma lei non era brava come lui. Prima che riuscisse a prendere una decisione Draco si svegliò mettendosi seduto e lei gli fu subito accanto.
« Dra... »
Provò a toccarlo ma lui non glielo permise scostandosi per cui si limitò a stringergli una mano quando glielo lasciò fare.
« Draco... calmati, respira... Dra... »
Restò accanto a lui fino a quando finalmente tornò a respirare normalmente.
« Come stai? »
Lui annuì soltanto e lei appoggiò la testa sulla sua spalla.
« Vuoi parlarne? »
Draco di nuovo non rispose, scosse semplicemente la testa cercando di togliersi dalla testa l'immagine del bambino biondo morto davanti a lui, poi si alzò diretto al bagno, scomparve per poco e tornò in camera con una boccetta di vetro in mano.
« Draco... cos'è? »
« Sonno senza sogni. »
« Draco... -lo raggiunse e lo bloccò prima che potesse berne il contenuto- Draco ascoltami! »
Lui la guardò negli occhi e lei lo vide arrabbiato.
« Prendere quella non servirà a risolvere il problema, lo sotterrerà solo. Ti prego Draco parlami. Lo puoi affrontare e sono qui accanto a te. »
Gli strinse il polso quando lui cercò di liberarsi.
« Draco... fidati di me. »
« Lasciami. »
« Draco- »
« Lasciami! » lo gridò facendo trasalire Hermione e svegliando Isaac che quella notte stava dormendo nella stessa camera dei genitori.
« Malfoy- »
Il Mangiamorte con un movimento troppo rapido perché lei potesse capire cosa fosse successo si liberò dalla sua presa e fu lui questa volta a stringerle il polso sentendola gemere.
« Quando ti dico lasciami... devi lasciarmi Granger. Intesi? »
« Stai tremando Draco... » constatò dalla sua presa e lui la lasciò all'istante.
« Smettila di fare l'eroina Granger! »
« L'eroina?! Non sto facendo l'eroina Malfoy! Sto cercando di aiutare l'uomo che amo! »
« Certe cose non possono essere sistemate. Dovresti saperlo ormai. »
« Ma tu non sei una cosa da sistemare! E non sei una persona qualsiasi! Sei mio marito! Sei l'uomo con cui ho deciso di passare la mia vita! »
« Deciso? Davvero Granger? Hai deciso da prigioniera di passare la tua vita con me, il tuo carceriere? »
« Quello era prima. » disse lei scossa da quelle parole.
« É sempre stato così Granger. »
« Lo dici perché sei arrabbiato. Perché ti stai chiudendo a riccio e stai facendo lo stronzo per tenermi lontana. Come fai quando stai male! Vuoi sapere perché dico che ho scelto? »
« Granger- »
« No Malfoy. Chiudi quella bocca e ascoltami Salazar per una volta nella tua vita. »
Draco si zittì guardandola tra il sorpreso e arrabbiato.
« Ho deciso di passare la vita con te perché non me ne sono andata da qui dopo che ho preso il marchio, perché quando ho scoperto di essere incinta ti ho detto da subito che l'avrei tenuto, perché quando ho ssaputo che sarei stata costretta a sposarti e a legarmi a te con un rituale del sangue avrei potuto scappare, o abortire invece ho amato entrambi, tu e Isaac, perché siete la mia famiglia, quella che io mi sono creata, e che ho scelto, in un modo o nell'altro. »
« Mama... »
« Arrivo Isaac. -sussurrò prima di tendere la mano verso l'uomo davanti a lei- Dammi quella pozione Draco. Non ti aiuterà. »
L'uomo la squadrò dall'alto in basso poi spostò lo sguardo sul figlio che sembrava sull'orlo delle lacrime.
« Tu pensa ad Isaac invece di preoccuparti per me. »
« Perché non lo fai tu? » tanto oramai la discussione era iniziata, tanto valeva approfittarne e buttare tutto dentro.
« Perché non stai con lui ora che puoi? Merlino Malfoy ti sei perso un anno e mezzo di tuo figlio, la persona per cui hai lottato e ora che finalmente puoi godertelo e recuperare il tempo ti comporti come se non avesse importanza. Cos'è? In questi anni ti sei pentito delle scelte che hai fatto? Ti fa schifo avere un figlio Mezzosangue? »
Draco scattò in avanti e le strinse un braccio sentendola gemere di nuovo, questa volta anche lui si accorse di aver stretto troppo la presa.
« Non. Mettere. In dubbio. L'amore. Che provo voi. -ringhiò lui a denti stretti- È l'unica cosa di cui sono certo. »
« E allora dimostralo! »
Qualsiasi cosa l'uomo volesse dire venne interrotto dal bambino che era sceso dal letto e sembrava tentare di aggrapparsi alle gambe di Draco, solo quando lui tentò di prenderlo in braccio si accorsero che in realtà stava cercando di colpirlo.
« Isaac no! -disse Hermione piegandosi per sollevarlo in braccio- Non si fa. »
Si aggrappò al collo della madre e quando Draco fece un passo verso di loro e cercò di avvicinarsi fino a toccarli Isaac gli spinse la manina contro la guancia tentando di allontanarlo.
« Isaac smettila! » lo sgridò Hermione guardandolo imbronciarsi fino alle lacrime.
« Granger- »
« Non ora. » lo liquidò rapidamente lei uscendo dalla stanza per mettere di nuovo a dormire il figlio.
In poco tempo Isaac si addormentò ma lei rimase lì, aveva bisogno di sbollire la rabbia e riavvicinarsi a Draco in quelle condizioni non avrebbe aiutato.
Restò accanto al letto del figlio per più di un'ora prima che un'ombra si stagliasse sulla soglia della camera.
Il Mangiamorte entrò silenziosamente e le sistemò la vestaglia sulla schiena per ripararla dal freddo poi prese la bacchetta e facendo luce controllò prima il braccio che aveva stretto troppo poi il polso, un po' sollevato dall'assenza di segni le baciò i capelli e si sedette a fianco a lei.
« Non avresti dovuto sgridarlo. »
« Si Malfoy. »
« Ti stava proteggendo. »
« Da suo padre, senza motivo. Non gli darò insegnamenti del genere. »
« Il motivo- »
« Ti prego Draco... basta. »
Lo sentì sospirare dietro di lei poi si alzò e le porse la mano.
« Andiamo a dormire. »
« Hai preso la pozione? »
« Si. -nella penombra vide l'espressione della moglie indurirsi- Ne avevo bisogno. Mi dispiace. »
Le strinse la mano e senza aggiungere altro l'accompagnò di nuovo nella loro camera.
Quando furono entrambi sotto le coperte lui si avvicinò a lei e le fece passare un braccio sulla pancia.
« Lo affronterò Hermione. Lo sto già facendo, ci sto provando. »
La riccia intrecciò le dita con quelle del biondo e annuì.
« Lo spero Draco. »
Quando la mattina dopo lei si svegliò era di nuovo sola nel letto, come tutte le mattine da quando lui era tornato.
***
Hermione arrivò al San Mungo di buon ora, da quando aveva visto Blaise la prima volta vi si era recata tutti i giorni, al di fuori dell'orario di visita e aveva iniziato a fare esami e studi senza fermarsi.
In quattro giorni aveva scartato quasi tutte le idee che aveva avuto ed era arrivata alle ultime due possibilità, qualsiasi cosa avesse colpito Blaise era legata al sistema nervoso.
Quella mattina terminò le analisi che portava avanti dal giorno precedente e quando la punta della bacchetta smise di illuminarsi proiettando il sistema nervoso periferico del Serpeverde Hermione sospirò sconsolata e si sedette sulla poltrona.
Anche quello era pulito e libero da qualsiasi traccia magica che non fosse quella dell'uomo, questo significava che la causa doveva essere annidata nel sistema centrale e ciò complicava le cose.
Prese un sorso dalla tazza di caffè che aveva appoggiata sul tavolino, erano anni che non lo beveva, non era una bevanda così diffusa nel mondo magico ma l'aiutava a concentrarsi per ore sul caso.
Rilesse gli appunti presi il giorno prima poi prese una pergamena nuova, vi scrisse la data e stilò tutte le analisi quel giorno e il risultato a cui era arrivata, si fermò sospirando di nuovo, davvero preoccupata e scrisse un altro titolo: sistema centrale. Prese un altro sorso di caffè e strinse la bacchetta avvicinandosi di nuovo all'amico.
« Okay Blaise... -gli sistemò le coperte addosso e sorrise amaramente guardandolo- Sarà impegnativo ma te l'ho promesso. Ce la farò. »
Sopra di loro comparve l'immagine tridimensionale del cervello di Blaise, fatta di pura luce ed Hermione lo guardò senza riuscire a trovare dei segni evidenti a prima vista, lanciò un altro incantesimo più profondo e la costruzione di luce di dissolse per formarne un'altra rappresentante tutti i collegamenti cerebrali; la riccia si rimboccò le maniche e cominciò ad esaminarli uno ad uno tracciando la mappa e l'analisi su un foglio di pergamena.
Lavorò fino all'orario di visita, saltando il pranzo e ma arrivò a neanche un quarto del lavoro.
Prima che arrivasse Nora raccolse tutti i suoi studi riordinandoli nella cartellina e si smaterializzò a casa.
Draco come lei si aspettava non c'era e il primo a salutarla fu Isaac che la raggiunse con una corsa un po' traballante e si fece prendere in braccio.
« Ciao tesoro. »
Il biondino rise stringendole i capelli e lei gli baciò una guancia sentendolo emettere un gridolino divertito.
« Signora, bentornata »
« Ciao Ruf. »
« Ruf ha fatto preparare il pranzo. » gli occhi di Hermione si illuminarono felici mentre il suo stomaco ringhiò dalla fame e annuì.
« Grazie. Mangio più che volentieri. »
« Ruf farà scaldare il pranzo. »
Hermione si sedette sul divano della sala con il figlio in braccio e appellò uno dei libri del piccolo. Lo aprì e cominciò a leggere mentre Isaac guardava interessato tutte le parole scritte a caratteri giganteschi sulle pagine spesse.
« Questa... guarda Isaac... questa parola... -la indicò con un dito- Cane. »
Isaac la guardò con la fronte aggrottata e lei rise.
« Perché mi guardi così? Cane -ripetè guardando di nuovo il libro- sai ripeterlo? »
« Ca-ne. »
« Esatto! »
« Cane! » gridò lui buttando le braccia in alto e guardando la madre che rise di nuovo. Adorava l'entusiasmo di quel bambino per tutto.
Gli indicò un'altra parola e lui la ripetè ma alla terza non le diede più attenzione e si sbracciò per scendere.
« Va bene, va bene. -disse lei ridendo, lo sollevò e lo mise in piedi sul pavimento- Vai. »
Lo guardò raggiungere il peluche bianco e tornare da lei mostrandoglielo.
« Fuetto. »
« Furetto. »
« Fuetto! »
Hermione prese sorridendo il peluche e si incantò a guardarlo, il sorriso la scomparve dalle labbra mentre tutti i pensieri cupi su suo marito le riempivano la testa.
« Mama. »
Si riscosse dai pensieri e guardò Isaac che allungò le mani verso di lei.
« Bracio. »
« Certo amore. »
Lo strinse a sé e il piccolo si accoccolò tra le sue braccia.
***
Hermione seduta sul letto della sua vecchia camera stava leggendo il libricino comprato da Magie Sinister.
L'aveva letto e riletto più volte da quando ne era entrata in possesso. Aveva preso appunti e poi studiato gli appunti e quando questi erano diventati troppo confusi aveva ricominciato da capo. Il libro già antico ora sembrava quasi consumato.
Le prime prove di utilizzo certo di magia degli Horcrux risalivano all'antica Roma ma alcune fonti collocavano la nascita di questa pratica secoli prima.
Creare un Horcrux non sembrava complicato dal punto di vista meramente tecnico, il processo era semplice, consisteva nel frantumare l'anima tramite l'omicidio e legare il frammento ad un oggetto tramite un rituale che richiedeva l'utilizzo del sangue. Rabbrividì all'idea che fosse la stessa magia alla base del legame che ora aveva con Draco.
L'oggetto poteva essere scelto a caso, non erano necessari legami particolari con esso.
Hermione era convinta che le cose successe nei campi fossero collegato a questo. Voldemort restava alla continua ricerca dell'immortalità e lei era sicura di ciò.
Cercò di finire di scrivere la frase ma venne interrotta dalla voce di Draco che rimbombò per i corridoi facendola sobbalzare sul materasso.
« HERMIONE! »
Richiuse il libro nascondendolo nel cassetto della scrivania e uscì di corsa.
« HERMIONE!!! »
Si incontrarono sulle scale e lei guardò il suo sguardo furioso.
« Cos- »
« Dov'è Isaac?! »
« Era con Ruf fino a- loro- cos'è successo? »
« Non sai dov'è nostro figlio!? »
Ruf si smaterializzò a fianco a loro e abbassò le orecchie davanti all'espressione di Draco.
« Ruf stava intrattenendo il Signorino in giardino. Il Signorino ha finito gli esercizi per oggi e Ruf- »
« Grazie Ruf. -lo interruppe Hermione attirando lo sguardo di Draco- Portalo dentro e mettetevi davanti al fuoco, non voglio che si ammali. »
« Agli ordini Signora. »
La creatura scomparve e lei guardò Draco.
« Cosa ti è preso? »
« L'ho cercato dappertutto e non c'era! Mi sono spaventato. »
« Draco, siamo al sicuro qua. Non escono mai dai confini della proprietà e gli incantesimi di protezione sono sempre alla massima efficienza. »
« Non è l'esterno che mi preoccupa. »
Le diede le spalle ma lei che aveva sentito quelle parole solo mormorate scattò in avanti e gli strinse un braccio, Draco sobbalzò tornando a guardarla e lei lasciò subito la presa.
« Hai paura di far male ad Isaac Draco? »
Il Mangiamorte deglutì prima di ringhiare un "cosa?" e a lei ciò non sfuggì.
« Non ti preoccupa l'esterno, è per questo che non passi del tempo con Isaac? Temi di ferirlo? »
Hermione aspettò una risposta che non arrivò, lo guardò negli occhi e sospirò.
« Se è successo qualcosa al fronte, che ora ti spaventa e ti impedisce di stare con nostro figlio... Draco sono certa che qualsiasi cosa sia possiamo risolverla. Io ti ho visto, quando Isaac era piccolo, come stavi con lui, e sono sicura che tu non sia un pericolo. Sei suo padre. »
« Sono cambiato Hermione. » mormorò lui sommessamente.
« No Draco... -gli si avvicinò e si stupì quando lui lasciò che lei gli stringesse le mani- Non è vero. L'unica cosa che è successa è che hai ricostruito la tua armatura e ora hai di nuovo paura di togliertela. Sei stato il Generale e un Mangiamorte ma qui, per me e Isaac, sei solo Draco. »
« Mama! »
Draco vide la moglie sorridere e scuotere la testa.
« Qualcuno reclama attenzioni dal piano di sotto. »
« Ti conviene andare allora. »
Hermione si alzò sulle punte per baciarlo poi gli sorrise.
« Andiamo allora. »
***
Draco sentì le mani della riccia sulle proprie spalle, poi salirono lentamente sul collo e ancora fin tra i capelli alla base della testa, sorrise e cercò con il braccio di arrivare a lei alle sue spalle.
Le mani di Hermione si spostarono scivolando sul suo torace, già lì l'uomo intuì le sue intenzioni ma la fermò solo quando la mano destra arrivò troppo vicina al cavallo dei pantaloni.
Le strinse il polso e sospirò.
« Granger- »
« Mi sei mancato Draco. »
Lo sentì respirare a fondo e lo guardò intrecciare le loro dita prima di portarsi la mano della moglie alle labbra a baciarla.
« Anche tu Hermione ma- »
« Tempo... lo capisco. »
L'uomo annuì e lei lo abbracciò, restarono in silenzio per qualche minuto, entrambi a godersi quel calore e quella sensazione di casa prima che lui parlasse.
« Perché cerchi sempre di trovare del buono in me? »
La Grifona nonostante la sorpresa di quella domanda sorrise e si sporse in avanti per guardarlo.
« Io non cerco di trovare del buono Draco, io so già che c'è, l'unica cosa che faccio è cercare di tirarlo fuori perché possa accorgertene anche tu. »
« Ti sbagli Granger. Io sono un Mangiamorte, torturo, uccido e- »
« Draco, ti ho già detto che il Generale- »
« Ma non è solo lui Granger! -il Mangiamorte si alzò di scatto dal letto e si portò le mani tra i capelli- Ho ucciso quando ero nelle sue vesti, ai campi, nelle ronde, al fronte ma ho ucciso anche in altre occasioni! »
« Draco- »
« Ho ucciso Smith quando ero quello che tu chiami Draco! »
Hermione si zittì mentre i ricordi di quell'incubo la travolgevano.
« È stato un incidente Draco. » disse freddamente.
« No! Non lo è stato Hermione! Ho fatto sparire il vetro e l'ho fatto cadere. L'ho fatto perché ti aveva toccata, perché aveva osato pensare di poter fare quello che voleva. L'ho ucciso Granger, senza alcun rimorso. »
« Io... no... ricordo- »
« Ricordi quello che IO volevo che ricordassi. Sapevo che l'Oscuro avrebbe voluto vederti e che con il trauma non saresti riuscita ad occludere l'argomento. Ho manomesso i tuoi ricordi. Tu non sai cos'è successo davvero. »
La riccia si alzò dal letto, nel petto provava un misto di rabbia, preoccupazione e soprattutto confusione.
« Hai detto che non hai rimorsi, allora perché lo tiri in ballo? »
« Perché devi capire che io- »
« Io non devo capire niente Malfoy! Tu devi capire invece che c'è una differenza. Smith ha cercato di stuprarmi quella sera e tu mi hai protetta. Tutte le uccisioni al fronte, per mano tua, mi danno i brividi, è vero, ma sono la prima che per proteggere la mia famiglia ha consegnato nelle mani dell'Oscuro le persone che mi sono state accanto tutta la vita. Avrò rimorsi per sempre ma noi -gli prese le mani e si avvicinò ancora- siamo salvi. Ci si adatta, l'hai sempre detto. È quello che abbiamo fatto. »
Draco l'attirò a sé fino a far si che si toccassero e la baciò, lei sentì tutta la disperazione che lui stava provando.
« Non me lo fare più ripetere Draco... abbiamo preso le nostre scelte, avremo dei rimorsi, questo è ovvio ma abbiamo sempre scelto per una buona causa. Dobbiamo solo andare avanti e proteggere Isaac. Stagli accanto, ti prego. »
« D'accordo. » Hermione strabuzzò gli occhi quando dopo quasi un minuto di silenzio quella parola uscì dalle labbra del marito.
« Davvero? »
« Sì Hermione, è mio figlio, e... mi fido di te. »
Silenziosamente lui la portò di nuovo nel letto e si addormentò accarezzandole i capelli. 

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Hermione sta riuscendo a riportare indietro Draco anche se con molta fatica.

Ad alti e bassi, come sempre, perché ognuno lotta con i propri demoni interiori.

Come si evolverà la situazione secondo voi?
Cosa ne pensate di questo capitolo e di come Hermione affronti pazientemente la situazione di Draco?

Fatemi sapere e ci vediamo martedì prossimo con il 74esimo capitolo (in cui tutti i nodi verranno al pettine)

Elly💗

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionWhere stories live. Discover now