21.

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Draco scese le scale aggiustandosi un polsino e fece un mezzo sorriso alla donna seduta sul divano. Hermione lo osservò per una manciata di secondi dubbiosa sulle sue intenzioni ma le parole del biondo chiarirono la situazione.
« Io esco. »
« Dove vai? » non seppe nemmeno lei perché lo chiese ma non riuscì a trattenere quella domanda spontanea.
« Ho una cena. -rispose il biondo afferrando il cappotto che l'elfo gli stava porgendo poi guardò l'espressione sorpresa di lei- Non te l'ho detto? »
« No. » disse scuotendo la testa.
« Beh ora lo sai. »
Dopo qualche secondo di silenzio Hermione pose un'altra domanda.
« Vai da Blaise? »
« Cos'è tutta questa curiosità? »
« Pura curiosità. » spiegò alzando le spalle.
Le si avvicinò sorridendole divertito e la riccia tirò un sospiro di sollievo notando che lo schienale del divano gli impediva di avvicinarsi troppo.
« Vado a cena da colui che tu chiami "il mio capo". Sai, ti inviterei ma non sarebbe molto piacevole per te. »
Hermione osservò il nodo della cravatta non più ben centrato, lo sistemò sotto lo sguardo stupito di lui e quando ebbe fatto riprese in mano il suo libro.
« Buona cena Malfoy. »
Draco indossò il suo cappotto.
« Tornerò tardi. »
Hermione senza alzare lo sguardo dal libro sentì il portone chiudersi, finì il capitolo e l'elfo si smaterializzò in sala.
« La Signorina vuole cenare? »
« Volentieri, grazie. »
Mangiò seduta al tavolo, in silenzio, continuando a leggere il suo libro, poi salì al primo piano e il suo sguardo cadde sulla porta della stanza con il pianoforte. I suoi piedi si mossero da soli portandola fino a lì poi lei afferrò la maniglia e questa scattò.
Al primo passo che fece nella stanza le candele si accesero, posò il libro sulla coda del pianoforte e si sedette sullo sgabello.
Accarezzò i tasti d'avorio con la punta delle dita e fece una leggera pressione su uno, il suono si propagò per la stanza.
Le sue mani si mossero da sole a comporre il motivo iniziale di "Per Elisa", si sentì felice ma fu una felicità che durò poco perché nel mentre la sua mente si mise a viaggiare e lei si ritrovò a Grimmauld Place, al suo fianco Ron, poco più in là Harry con il boccino in mano e pensieroso. Erano nel mezzo della guerra, già ricercati ma erano insieme. Le mancavano i suoi amici.
Per la prima volta dopo tanto tempo pianse, un pianto vero, non per paura o rabbia ma per pura tristezza. Un pianto lungo e singhiozzato, si sfogò, si liberò di tutto quello che si teneva dentro da mesi poi quando ebbe finito, ancora un po' singhiozzante ma con una stanchezza pesante addosso tornò in camera e si addormentò rapidamente senza neanche mettersi sotto le coperte.
Draco rientrò davvero tardi come aveva detto, erano le due quando finalmente rimise piede nel salone del Manor.
Si tolse le scarpe per fare meno rumore e salì le scale; la porta della camera di Hermione era aperta così come quella della stanza con il piano.
Malfoy avrebbe dovuto essere arrabbiato ma ciò non successe, era talmente tanto stanco che si limitò a chiudere la seconda e si chiuse in camera.
***
Hermione entrò nella biblioteca e con uno schiocco di dita accese le candele dei lampadari.
Guardò la sezione dei gialli, quella dei saggi, quella dedicata alla storia e si spostò ancora trascinando il dito sullo scaffale fino a soffermarsi curiosa su una sezione.
Magia nera.
I Malfoy avevano nella loro biblioteca un intero scaffale dedicato alla magia nera.
Inizialmente passò oltre, schifata, ma dopo qualche attimo ci riflettè. Sapeva qualcosa di magia nera ma probabilmente non abbastanza, il suo nemico la padroneggiava egregiamente, lei aveva lanciato qualche maledizione Imperius durante la guerra e il poco che rimaneva era pura teoria, storia, nessuna maledizione a portata di mano.
Cominciò a pensare che avrebbe dovuto studiare, o almeno provarci, per poter essere più preparata a qualsiasi eventualità.
Osservò per qualche minuto l'intero scaffale leggendo vari titoli poi non sapendo da dove iniziare ne prese uno in cui avrebbe potuto partire dalla storia di tali arti.
Tornò in camera e cercò nei cassetti della scrivania dei fogli e dell'inchiostro, sistemò i libri in modo da avere spazio e dopo anni dall'ultima volta che lo fece si mise a studiare.
Quando sollevò gli occhi era arrivata a metà del libro e il sole era basso; dedusse che fosse quasi ora di cena, per sicurezza nascose tutto nei cassetti e uscì trovando un elfo davanti alla porta.
La creatura la guardò e fece un passo indietro.
« Il Padrone la sta aspettando per la cena. »
« Grazie. »
Di fatti Draco era già seduto a tavola, la prima portata era già stata servita ma lui non aveva ancora iniziato.
Il camino in sala era acceso e Hermione ebbe un brivido causato dal cambio di temperatura.
Si sedette davanti a lui che non disse una parola e iniziarono a mangiare.
Il Mangiamorte sembrava assorto nei pensieri così passarono tutta la cena in silenzio, non che fosse una novità.
Gli elfi sparecchiarono ed Hermione si alzò dirigendosi in camera.
Draco invece rimase seduto al tavolo, ordinò ad un elfo di portargli da bene; si riempì il primo bicchiere, il secondo, il quarto e il settimo.
L'orologio scoccò la mezzanotte e il biondo si alzò trascinandosi al piano superiore, si fermò davanti alla porta della riccia ma ebbe ancora la capacità di ragionare e di lasciar perdere qualsiasi idea che la riguardasse. Entrò in camera, si sdraiò sul letto e nonostante l'alcol non riuscì a prendere sonno.
Le idee malsane gli tornarono in mente quando sentì la porta di Hermione aprirsi.
Si alzò velocemente cercando di ignorare il giramento di testa e la vide nel corridoio.
« Granger. »
Hermione si fermò e sospirò.
« Sto andando a bere Malfoy. Niente di più. »
« Non mi interessa. »
« Allora cosa vuoi? »
Chiese voltandosi a guardarlo.
Lui la guardò con uno sguardo perso, come se non la vedesse.
« Sei ubriaco Malfoy. »
Il biondo si accigliò senza risponderle.
« Mi hai chiesto perché ti tengo qui. »
« Sei un egoista, me l'hai detto, parecchi giorni fa, perché ci torni su? »
Draco rise avanzando lentamente e in modo instabile.
« Sono solo. »
Hermione rimase sorpresa e fece un passo indietro.
« Tu sei ubriaco. »
« Solo un po', sono abbastanza lucido per ragionare. »
Si avvicinò ancora.
« Guardami Granger, -aprì le braccia mostrando lo spazio intorno a sé- ho questo enorme maniero e ci vivo da solo. »
La Grifona che non si aspettava una conversazione del genere non sapeva cosa rispondere ma non riusciva a voltargli le spalle e lasciarlo a smaltire la sua sbornia da solo.
« Hai gli elfi. »
Si accigliò di nuovo poi rise.
« Loro non parlano. -un altro passo li avvicinò ancora di più- Tu sei di compagnia, anche quando mi fai incazzare. »
« Dovresti andare a dormire Malfoy, sei palesemente ubriaco. »
Draco perse il sorriso e si raddrizzò mentre lei fece un passo indietro, gli voltò le spalle e scese le scale per andare a prendere quel bicchiere d'acqua.
Aveva percorso i primi gradini quando sentì un gemito e un tonfo.
Si voltò rapidamente e salì i gradini di corsa vedendo il biondo accasciato a terra intento a vomitare.
Sospirò pesantemente e gli si avvicinò con lentezza non sapendo come avrebbe reagito.
L'uomo gemette ancora e si accasciò a terra evitando fortunatamente la pozza di vomito.
« Malfoy? »
Si accovacciò vicino a lui senza sapere cosa fare poi gli afferrò un polso.
« Ti aiuto a andare nel letto. »
Tentò di alzarlo ma lui quasi urlò così lei gli si inginocchiò a fianco e pensò a cosa fare iniziando ad essere preoccupata per l'espressione dolorante e i suoi gemiti sempre più straziati.
Guardò uno degli elfi accorsi e raccolti intorno a loro.
« Puoi smaterializzarti? »
La creatura guardò il padrone a terra senza rispondere.
« Puoi smaterializzarti? È importante! »
Hermione guardò Malfoy e gli diede due leggeri schiaffi per fargli aprire gli occhi.
« Malfoy dagli il permesso. »
« Rispondile Ruf... obbediscile. »
« Ruf può smaterializzarsi Signorina. »
« Vai da Blaise Zabini, sveglialo e portalo qui. »
L'elfo si smatelizzò e lei guardò il biondo sistemandosi i capelli dietro all'orecchio.
Lui tentò di alzarsi ma due mani sulle spalle lo tennero a terra.
« Fermo. »
La guardò ed Hermione soffrì quell'espressione dolorante. Le tornò in mente l'ultima sera a Parigi e mentre si perdeva in quei ricordi dolorosi passò la mano tra i capelli del biondo togliendoglieli dalla fronte sudata.
Un 'pop' annunciò l'arrivo di Blaise.
« Granger?! »
Lo guardò raggiungerla quasi di corsa.
« Cos'è successo? »
« Ha bevuto, non so quanto, e poi mentre parlava si è accasciato a terra, ha vomitato e ha iniziato a lamentarsi per il dolore. Volevo portarlo sul letto ma ha troppo male. »
« Va bene, ci penso io. »
Si alzarono e Blaise fece levitare il biondo fino al letto.
Lì lo spogliò mentre Hermione dopo aver chiesto al moro se avesse avuto bisogno di aiuto e aver ricevuto un no in risposta si sedette sulla poltrona non riuscendo ad andarsene.
« Smettila di lamentarti Draco. Lo so che fa male, avresti solo dovuto smettere di bere quando te l'ho detto. Parecchie volte fa. »
Dopo quasi mezz'ora di visita Blaise mise l'amico sotto le coperte e riordinò gli strumenti tirati fuori poi si sedette accanto alla riccia.
« Deve smettere di bere. »
« Devi convincerlo. »
« Chiedi troppo Granger, ho bisogno del tuo aiuto. »
« Devo aiutarti ad aiutarlo? >
« Si, devi assicurarti che non beva. »
« Devo fargli da balia. »
« Non posso stare sempre qua e gli elfi gli obbediscono, tu no. »
« Va bene. »
« Gli ho dato queste, -le consegnò un barattolino di pastiglie bianche- sono forti quindi sarà rincretinito per un po'. »
« Devo somministrargliene altre? »
« Solo se non lo sopporti e vuoi metterlo fuori gioco per un paio d'ore. »
« Non mi tentare. » rispose la riccia con un leggero sorriso.
Draco si mosse nel suo letto e la riccia incontrò il suo sguardo vacuo.
« Astoria... »
Blaise si irrigidì sulla sedia e sentì la riccia sbuffare.
« Ogni volta che è ubriaco mi chiama Astoria, eppure io non ho mai visto questa Astoria qui. Chi è? Perché mi chiama così? »
« Devi... devi chiederlo a lui. »
Hermione osservò bene l'espressione del Serpeverde e sorrise amaramente.
« Tu sai chi è? »
« Cosa te lo fa pensare? »
« Io tuo sguardo, è... addolorato. Le è successo qualcosa di grave vero? »
« Astoria... »
Hermione si alzò dalla sedia sospirando e si sedette sul letto accanto al biondo, strizzò il fazzoletto di stoffa dopo averlo imbevuto d'acqua.
« Per l'ennesima volta Malfoy, non sono Astoria. »
Posò il pezzo di stoffa umido di nuovo sulla fronte del biondo e guardò Blaise.
« Che cos'ha? »
« Si sta rovinando il fegato, come qualsiasi alcolista. »
Distolse per un attimo lo sguardo.
« Starà bene? »
Blaise rimase stupito da quella domanda.
« Non pensavo ti importasse di lui. »
« Mi sta proteggendo. -disse stupendo anche sé stessa- Fa lo stronzo egocentrico ma è una persona anche lui. Come me, come te. Il passato segna ognuno in modo diverso. -non seppe più cosa dire così guardò di nuovo il moro- Mi ha fatto vedere dove sarei senza di lui. »
« In mano a qualcuno? »
« Ai campi. »
Il viso di Blaise si contrasse.
« Lavori lì? » chiese lei.
« Solo qualche volta. »
« Quanti sono i prigionieri? »
« Un campo che contiene tra i settecentocinquanta e i mille. »
Si zittirono entrambi al lamento del biondo.
« Deve prendere queste tre volte al giorno, prima dei pasti. Quelle bianche solo se ha male o vomita. »
« D'accordo. »
Zabini si alzò e lei lo seguì.
« Te ne vai? »
« Vuoi che mi fermi? »
« Beh... io... -guardò il biondo- non so bene cosa fare. »
« Va bene, d'altronde è solo l'una di notte. »
Terminò ironicamente poi guardò l'espressione preoccupata di Hermione e le sorrise.
« Scherzo Granger. Mi fermo volentieri. »
« Faccio preparare una tisana? »
« Buona idea. »
Hermione tornò sulla poltrona.
« Sai che non mi risponderà quando gli chiederò di Astoria. »
« Molto probabile. »
La riccia versò ad entrambi la tisana alla cannella e dovendo aspettare che si raffreddasse tornò dal biondo.
Gli tolse il fazzoletto dalla fronte, lo rinfrescò, gli pulì il viso e dopo averlo bagnato a strizzato di nuovo lo riposò sulla fronte.
Passarono le ore, accompagnate da parecchie tazze di té, quando nel silenzio Blaise guardò la poltrona dove Hermione dormiva, le posò una coperta addosso e si avvicinò all'amico anche lui addormentato.
« Ti giuro Draco, che se ti farai scappare anche lei o se le farai ancora del male ti prenderò a schiaffi con le stesse mani che adesso ti stanno curando. »

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora