4.

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Quel pomeriggio Draco era di nuovo lì, di nuovo da lei.
Hermione era prigioniera da due settimane ormai ma ancora il Mangiamorte non era riuscito a sottometterla
« Per quanto sia divertente mi sto stancando Granger. »
La riccia era a terra, il labbro spaccato e sputava sangue.
La sollevò di peso ed ella si appoggiò al muro pulendosi la bocca con un polso.
« Vuoi continuare ancora per molto? Quelle ferite non guariranno facilmente. »
Dove Hermione trovò la forza non lo seppe ma riuscì a dargli un pugno ben assestato che gli fece cadere la maschera; riprese fiato mentre si stringeva la mano e Draco dopo qualche secondo di stupore la guardò con gli occhi che lanciavano scintille.
« Malfoy?! »
Il biondo ghignò togliendosi la mano dalla guancia.
« Dovevo capirlo, tu stronzo- »
L'afferrò rapidamente per il collo vedendola sbiancare.
« Ora che sai che sono io che farai eh? Le cose non cambiano. Tu sei mia, al servizio di un Malfoy, al posto che ti spetta. »
« Sei so-lo un bo-rioso ragaz-zino, un pal-lone gonfia-to- »
Draco strinse la presa sul suo collo.
« No-n mi in-chi-nerò, a ma-ggior ragi-one dav-anti a te. »
Il ragazzo aveva un'aria furibonda; gli occhi sembravano ribollire, i capelli spettinati e alcuni ciuffi ricadevano sulla fronte, la vena sul collo pulsava spaventosamente gonfia.
« Scommettiamo? Imperio. »
La lasciò e la riccia rimase immobile facendolo sorridere contento.
« Vedi Sanguesporco? Io vinco sempre. Inginocchiati. »
La riccia non si mosse e il Mangiamorte ripeté l'ordine, questa volta Hermione cominciò ad abbassarsi ma non abbastanza per Draco.
« Ho detto inginocchiati! »
Hermione riuscì a liberarsi dalla maledizione e provò a scappare data la porta della cella aperta ma il Mangiamorte schioccò le dita e il collare si strinse costringendola a fermarsi.
« Quanto mi fai incazzare Granger. »
La tirò indietro per i capelli e alcuni gli rimasero in mano, sciolse l'incantesimo solo quando le labbra di lei cominciarono a diventare bluastre.
Tossì per riprendere fiato e stanca non si alzò.
« Resistere ad un Imperius, complimenti Mezzosangue. »
« Stupito? » chiese lei tra i rantoli con uno strano sorriso sulle labbra.
« Parecchio, devo ammetterlo. »
« Draco? »
« Blaise. »
« Draco, Ruf mi ha fatto entrare e- questa chi è? »
Il biondo le tirò su la testa mostrando il viso gonfio ma riconoscibile all'amico.
« Non si saluta Mezzosangue? »
« La Granger?! »
« Si Blaise, è la Sanguesporco. »
« Merda Draco, l'hai ridotta tu così? »
Il biondo alzò le spalle.
« Quando imparerà ad obbedire starà meglio. »
Blaise vagò per un attimo con lo sguardo sul corpo martoriato della riccia e guardò l'amico.
« Perché non me la fai controllare? »
« Quando porterà rispetto Blaise avrà cure e un'alimentazione decente. Potrei anche pensare di darle un letto. »
« Draco alcune ferite sembrano gravi. »
« Mi hai sentito Blaise o devo ripetere ciò che ho appena detto? »
« No Draco. »
« Ottimo, andiamo. »
Il moro le offrì un ultimo sguardo sofferente e seguì il padrone di casa che sembrava -ed era- fiero di ciò che stava facendo passare a quella donna.
Zabini si era quasi arreso all'idea di aver perso il suo migliore amico.
La guerra lo aveva cambiato e pochi giorni dopo la fine di questa i suoi genitori erano stati giustiziati davanti a lui.
L'amico gli era stato a fianco quel pomeriggio di maggio; Lucius e Narcissa erano stati portati in mezzo al salone e costretti in ginocchio sotto gli occhi del loro unico erede. Il Signore Oscuro aveva preso la parola elencando i motivi per cui ciò stava accadendo e approfittando delle occasioni di deriderli poi aveva estratto la bacchetta e l'aveva puntata contro Lucius, il corpo era caduto a terra con un tonfo.
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato aveva poi spostato lo sguardo su Narcissa girandole intorno e aveva sostenuto che sarebbe stato un peccato sprecare una bellezza di quella portata, Draco in quel momento aveva sperato che il Lord la uccidesse subito e il pensiero di offrirsi per farlo gli era passato nelle iridi. L'Oscuro però aveva ribadito che lei era la traditrice e aveva lanciato l'anatema; Narcissa era morta dicendo al figlio che gli avrebbe sempre voluto bene, Blaise l'aveva guardato e rabbrividendo si era accorto dell'espressione fredda del biondo.
Da quel giorno Draco aveva cominciato ad allenarsi e ad affinare la sua bravura nelle arti oscure, un giorno sì e l'altro no frequentava il bordello più rinomato di Inghilterra insieme agli altri Mangiamorte poi con il tempo aveva smesso di uscire e frequentava i suoi compagni solo se necessario.
« Allora Blaise, cosa ti porta qui? »
« È il terzo giovedì del mese Draco. »
« Ti ho detto che possiamo piantarla con queste stronzate. »
« Draco- »
« Sei venuto per farmi girare i coglioni oggi Zabini? »
« Sono venuto per aiutare il mio migliore amico ma sei sempre peggio. »
Blaise pensò a quando da piccoli in un bosco avevano trovato un cerbiatto ferito e Draco l'aveva curato, il Draco di tempo fa non sarebbe stato capace di ridurre in quello stato una donna.
« Stai facendo il gioco del silenzio Zabini? »
« Stavo pensando. »
« A cosa? »
« A Nora. » mentì l'ospite ricordandosi di alzare le barriere per evitare che il biondo potesse leggergli la mente.
« Sapete già la data delle nozze? »
« No ma si avvicina, questione di mesi. Con Astoria come va? »
« Niente di ufficiale; vado a prenderla, la porto qua, scopiamo e la riporto ai suoi. »
« Quindi nessuna data? »
« Nessuna data. »
« Sai che se i suoi scoprono che non è più vergine- »
« Cosa pensi che possano fare? Sono nessuno rispetto a me. Staranno zitti e me la lasceranno sposare insabbiando ogni prova. »
« Giusto -mormorò il moro- beh, se non vuoi chiacchierare io non ho motivo di stare qua. »
« Il mio migliore amico che viene solo per farmi da psicologo. »
« Ho un altro appuntamento, se ci tieni alla mia presenza posso tornare. »
« Non scomodarti. »
Blaise non uscì neanche dalla porta, si smaterializzò lì lasciando Draco da solo nello studio.
La mattina seguente i due amanti erano nel letto, le coperte accartocciate al fondo di esso.
« È ora di pranzo Astoria, vuoi- »
« Si! -rispose con tanto entusiasmo da attirare su di sé lo sguardo di Draco- Ho parecchia fame. »
« Ruf. »
« Si padrone. »
« Preparate il pranzo. »
« Il padrone lo vuole in sala o qui? »
« In sala. »
L'elfo fece un inchino veloce e sparì, Astoria si alzò e andò in bagno, Draco indossò i pantaloni e la seguì.
« Draco i miei vogliono organizzare un ballo. »
« Ah sì? »
La fece girare per guardarla negli occhi e l'attirò a sé.
« Draco? »
Gli occhi del biondo sembravano impauriti.
« Draco stai bene? »
« Non lo so Astoria. »
« Che succede? »
« Sono un bugiardo. Ti ho mentito per tutto questo tempo. »
Si chinò su di lei poggiando timidamente le labbra sulle sue, la bionda portò le braccia intorno al collo dell'uomo mentre egli impacciatamente la baciava.
« Se è questa la verità non fai altro che rendermi felice. »
Sussurrò la ragazza sulle labbra del Mangiamorte prima di baciarlo ancora.
Le loro lingue si accarezzarono timidamente per qualche secondo poi i due di allontanarono di qualche centimetro e Draco la guardò sorridere.
« Sei bellissima Astoria. »
« Pensavo di dover aspettare una vita per sentirlo. »
« Pensavo che non te l'avrei mai confessato. »
Le posò un bacio veloce sulle labbra e la portò con sé nella doccia.
***
Draco era seduto in sala e stava discutendo di affari con degli ospiti quando dal camino comparve Astoria.
« Draco? »
« Astoria- »
« Oh-... scusa io- »
« Signori ne riparliamo domani, sta sera manderò una missiva con luogo e orario. »
« Certo Lord Malfoy. »
Tutti uscirono accompagnati dall'elfo e il biondo si avvicinò preoccupato alla ragazza.
« Che succede? »
La giovane gli si fiondò tra le braccia piangendo e si sentì stretta dall'uomo.
« Astoria... »
Le asciugò le lacrime e la fece sedere sul divano poi di accorse della vesta casalinga che indossava.
« Astoria cos'è successo? »
« Io- io aspetto- un bambino. »
« Cosa?! »
« Io- non mi veniva il ciclo così non potendo chiamare il medico di famiglia sono uscita e sono andata da una maga di cui avevo sentito parlare e ha confermato che sono incinta. »
Scoppiò di nuovo a piangere e Draco le accarezzò i capelli cercando di calmarla.
« Ehi, Astoria ascoltami. Ora chiamo Blaise. »
« Non ti- fidi? »
« Non di quella megera. »
A fine visita il moro ritirò gli utensili e guardò i due.
« È incinta. »
Draco la sentì singhiozzare e guardò il guaritore.
« Ne sei sicuro? »
« Sì Draco. »
« Grazie Blaise. » rispose freddo.
« Draco posso- »
« Andare? Si Blaise, puoi. »
Il Serpeverde sbuffò e si smaterializzò.
« Astoria? »
« Ho sempre preso la pozione, sempre fatto gli incan-tesi-mi. Per-chè? »
« Astoria guardami. »
« Sono un diso-nor-re. »
« Astoria! »
La ragazza lo guardò con gli occhi gonfi, rossi e lucidi.
« Io ti sposerò. »
« Cosa? »
« Ti sposerò al più presto. Diventerai mia moglie e nasconderemo tutto. »
« Ne sei- »
« Si. »
Astoria si sciolse sotto quel bacio poi Draco di alzò ma la giovane l'afferrò per un polso.
« Non voglio tornare a casa. »
« Allora rimarrai qua. »
Disse porgendole un vestito preso dall'armadio.
« Grazie. »
Le strinse l'abito e l'abbracciò sorprendendola.
« Non preoccuparti per questa cosa okay? »
« Si Draco. »
« La risolveremo. »
« Lo so. »
Le baciò una guancia sorridendo e la convinse ad uscire in giardino, lì la guardò e ammise a se stesso di volerle un gran bene.
« Draco? »
« Si, scusa. »
Astoria rise e Draco sorrise.
« A cosa pensavi? »
« Ti guardavo semplicemente. »
La strinse ancora e lei ricambiò l'abbraccio.
« Sembri contento Draco. »
« Lo sono. Lo sono sempre stato con te in realtà. »
« Davvero? »
« Si Astoria. »
La sera si sdraiarono entrambi nel letto e la bionda lo bacio.
Draco ribaltò le posizioni ritrovandosi su di lei e sorrise portando le mani sul ventre della donna poi si chinò a baciarlo.
L'aveva fatto altre mille volte durante il sesso ma in quel momento ad entrambi fece provare tutt'altro, gioia e... l'idea di un futuro nuovo.
Tra i due la prima a svegliarsi il giorno dopo fu Astoria, si rigirò nel letto e guardò il ragazzo al suo fianco.
Le coperte lo coprivano fino all'ombelico, un braccio era appoggiato sulla pancia e l'altro sulla testa e lasciava visibile il Marchio Nero.
Astoria ricordava bene il loro primo incontro al di fuori di Hogwarts; si era svolto a Malfoy Manor, lei e la sua famiglia erano entrati dal portone principale ed erano stati accolti dai coniugi, Astoria aveva cercato il ragazzo con lo sguardo e l'aveva trovato seduto su una poltrona in sala, le gambe accavallate e lo sguardo assente.
Come i loro sguardi si erano incontrati lui si era alzato e l'aveva salutata.
Si erano seduti in salotto a parlare fino a che Lucius non aveva sostenuto che i due dovessero conoscersi e aveva dato loro il permesso di uscire.
Avevano camminato in silenzio per il viale per qualche minuto.

« Drac- »
« Io non voglio farlo okay? Non sono pronto e non voglio ancora pensare al matrimonio. Mi dispiace. »
« Non sei l'unico. »
« Davvero? »
« Ovvio, non è una delle mie aspirazioni rimanere incinta a diciotto anni. »
« Già. »
« Però mi ritengo fortunata. »
« Come mai? »
« Eri il migliore sulla lista dei candidati. Erano tutti molto più grandi di me... Vuoi tirarti indietro? >>
« No, non posso e immagino tu tanto meno. »
« Esatto. Beh... tu puoi sempre cambiare ragazza. »
« Non lo farei Astoria. -si guardarono negli occhi- Non rovino la tua fortuna. »

« A cosa pensi? »
Astoria sorrise.
« Al nostro primo incontro. »
« Tre anni fa. »
« Si, un po' di più oramai. »
« Sembravi imbarazzata. »
« Lo ero. »
Draco si mise seduto e le baciò una guancia.
« Andiamo a fare colazione? »
« Volentieri. Devo solo cambiarmi. »
« Ti aspetto sotto. »
La bionda tornò a casa soltanto due giorni dopo ma come Draco immaginava il padre di lei non si arrabbiò per questa lunga assenza, al contrario, ribadì al Mangiamorte la sua libertà di scelta sulla promessa.

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora