81. Epilogo I

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L'inizio della fine.

Weasley rientrò nella casa sicura, si abbassò il cappuccio scrollandosi di dosso la neve e di godette il calore della casa.
« George? »
« Si. »
« Com'è andata? »
« Bene, non ho avuto problemi e mi sono procurato quello che serve. » disse poggiando la borsa sul tavolo.
« Ottimo, grazie. Mentre non c'eri è arrivata questa. »
Neville gli porse una pagina di giornale umida e stropicciata e si sedette al tavolo guardando George fare lo stesso.
L'espressione del rosso cambiò già dopo le prime righe diventando piena di gioia.
« È Bill. -disse ripiegandola prima di guardare Neville- Le forze dei Mangiamorte hanno ceduto in Ucraina, lui e i suoi compagni stanno tornando in Inghilterra. »
« Harry sarà davvero fiero di noi George. »
***
Nora uscì dalla stanza del marito al San Mungo e si schiacciò contro essa per lasciar passare una barella circondata da infermiere che gridavano ordini, sdraiato su essa c'era un uomo, forse troppo giovane per essere definito tale, con tutta la parte destra del viso sfregiata, le lenzuola sotto di lui zuppe di sangue.
Aspettò che fossero lontani e si incamminò per i corridoi pensierosa.
« È il quinto che arriva oggi. »
« E sono solo le undici del mattino. »
Si fermò e guardò le due infermiere poi l'uomo davanti a loro, nonostante il viso quasi coperto dal cappuccio riconobbe Davies, il Mangiamorte che aveva perquisito casa sua; lo vide congedare le infermiere con un gelido gesto della mano e venne raggiunto da altri due.
« Cos'è successo? »
« Abbiamo incontrato dei resistenti. Le ronde erano tranquille da tempo e invece nelle ultime due settimane stiamo subendo attacchi e vittime senza riuscire a contrastarli. Quelle larve hanno incantesimi di cui noi non siamo a conoscenza e non si fanno scrupoli ad uccidere. »
« Come ci organiziamo? »
« Non abbiamo ordini dal Signore Oscuro? »
« No, neanche Hunt ha comunicazioni da darci. »
« L'ho visto l'altro giorno ai campi. Vuole svuotarli. »
« Cosa intende? »
« Abbiamo troppe forse impegnate in essi. L'idea migliore è quella di eliminare i prigionieri e richiamare tutti a combattere. E io lo appoggio. »
« Anche io. »
Nora si schiacciò contro il muro e respirò a fondo, si accorse che le mani le tremavano. Non era capace di fare questo genere di cose -spiare-, si passò le mani nei capelli e facendo finta di niente proseguì per la sua strada.
« Signora Zabini. »
Ne era certa. Si girò e si finse sorpresa, fingere era una cosa che sapeva fare.
« Oh... Davies. »
« Immagino sia venuta qui per suo marito, come sta? »
« Blaise... è stabile, ma non si sveglia. »
« So che Hermione Granger si era presa carico delle cure. Non ha novità? »
La donna sorrise ricambiando il ghigno di sfida del Mangiamorte.
« Come le ho già detto Davies, non ho contatti con la ricercata da mesi oramai. Visto l'ammontare della ricompensa, gli avessi avuti ve l'avrei già comunicato in modo da avere o di nuovo Hermione qua o del denaro per pagare uno specialista che vista la situazione di guerra non è facile trovare. »
« Ci tengo a ribadire che se dovessimo scoprire che ha contatti con- »
« Con la stronza che ha abbandonato me e mio marito in condizioni morenti dopo avermi promesso che l'avrebbe salvato? Mi creda, l'avrei consegnata da tempo. »
Guardò l'uomo sorridere tra il divertito e il soddisfatto.
« Se non le dispiace ora vado, mia figlia mi sta aspettando a casa. »
« Buona giornata Signora Zabini. »
Nora proseguì fino ai camini dell'ospedale e tornò a casa dove Amelia le andò incontro appena la vide.
« Mamma. »
« Ciao tesoro. »
Forse aveva sbagliato qualcosa in quella conversazione. Aveva cercato di separarsi il più possibile da Hermione per non attirare sospetti ma forse aveva detto troppo, se avessero tentato di attirarla qui con Blaise? Avrebbe dovuto scrivere una lettera, doveva dirle di fidarsi solo delle sue informazioni su Blaise e nient'altro.
Amelia si aggrappò al suo vestito richiedendo attenzioni e la donna sorrise stringendo la figlia tra le braccia.
***
Si incontrarono a metà delle scale, Draco stava scendendo per raggiungerla in sala mentre lei stava salendo diretta alla loro camera con una tazza di cioccolata calda, piena fino all'orlo.
« Stavo proprio venendo da te. »
« Io stavo andando a riposare. »
Il biondo le tolse la bevanda dalle mani e le porse il braccio vedendola sorridere.
« Come stai? »
« Ho un leggero mal di testa che quasi sicuramente aumenterà e stesse fermo, o ferma, mi farebbe un piacere. »
Draco seduto accanto a lei si piegò a lasciarle un bacio sulla pancia e sentì la mano di lei tra i propri capelli.
« Vado a vedere cosa stanno facendo Ruf e Isaac. Se hai bisogno chiama. » sussurrò prima di baciarla.
« Lo farò. »
Lo guardò uscire dalla stanza poi si portò la tazza alle labbra e prese un sorso.
Un altro calcio le fece trattenere il fiato poi sorrise appoggiando la testa ai cuscini, nel giro di dieci minuti il mal di testa aumentò cominciando a picchiare sulle tempie e lei abbandonò la tazza sul comodino con lo stomaco chiuso dalla nausea.
Sarebbe stata un'altra giornata sprecata, passata a stare a letto invece di poter studiare un modo per riportare Blaise alla sua vita, o aiutare Ruf con il suo malessere non identificato, o impedire che il Marchio potesse uccidere Draco.
Chiuse gli occhi sopraffatta dalla rabbia, ingoiò la disperazione e cercò di svuotare la mente per poter dormire.
Quando i due biondi entrarono nella stanza, un'ora dopo la trovarono addormentata.
« Mamma? »
« Tua madre dorme Isaac, fai silenzio. »
Il piccolo si portò un dito alle labbra come lei gli aveva insegnato e annuì.
Draco si sedette accanto a lei e Isaac lo imitò prima di sdraiarsi anche lui sul letto e chiudere gli occhi.
« Vuoi stare qui Isaac? »
Il bambino annuì ancora e il Mangiamorte si sistemò più comodamente sul letto, la testa del piccolo sulle gambe e la mano tra i ricci della moglie.
***
Nora richiuse la lettera dei suoi parenti con il batticuore e cercò di calmarsi.
La Francia era caduta. I resistenti avevano liberato i territori ed ora erano diretti in Inghilterra.
Prese i giornali dei giorni precedenti e cercò qualsiasi notizia potesse darle più informazioni sulla situazione, solo in quel momento si accorse che mancavano notizie sui fronti, che gli unici articoli davano numeri che risultavano essere gli stessi da più di due settimane. La Gazzetta del Profeta aveva smesso di essere attendibile troppo tempo prima.
Avvertì gli elfi che sarebbe uscita poi ci ripensò. L'avessero vista aggirarsi in piena nevicata per le vie dei Diagonally alla ricerca di un giornale diverso da quello ufficiale del regime avrebbe rischiato troppo.
Chiamò un elfo e gli ordinò di recuperare una copia di ogni giornale disponibile che non fosse la Gazzetta e soprattutto di essere il più invisibile possibile, lo guardò smaterializzarsi e si sedette di nuovo sul divano della sala riprendendo in mano la lettera dei genitori.

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionWhere stories live. Discover now