25.

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Dopo il ritorno da Parigi le cose non erano peggiorate ma nemmeno migliorate.
Si incontravano solo per i pasti e a volte neanche quelli, Malfoy era spesso fuori casa o chiuso nel suo ufficio.
Parlavano come sempre poco. Hermione non aveva più fatto domande e lui non si era più interessato alla sua morbosa curiosità.
Si alzò dalla poltrona dietro la scrivania dopo un pomeriggio di lavoro e recuperò il libro lasciato all'ingresso per ricordarsi di riportarlo in biblioteca.
Quando entrò la stanza era già soffusamente illuminata e scorse la sagoma della riccia.
« Granger. »
« Oh, Malfoy. »
Si avvicinò ed Hermione vide le labbra incurvate verso l'alto, sempre per via del solito ghigno.
« Cos'è quel tono di sorpresa? Stupita di trovarmi qui? »
« No, solo sorpresa di vederti. Oramai sembra che tu abbia deciso di vivere nel tuo studio o dall'Oscuro. »
Draco mise a posto il libro e notò lo scaffale studiato da lei.
« Magia nera. »
Le si avvicinò e lei lo guardò senza essere ricambiata.
« Da quando ti interessa la magia oscura? »
« Ho pensato che per conoscere il mio nemico dovessi iniziare dalle basi. »
« Perché sei così dannatamente ostinata? »
« Perché non ho intenzione di arrendermi a Vold- »
« Non osare pronunciarlo Mezzosangue! » disse puntandole il dito contro.
« Paura Malfoy? »
Fece un passo avanti e lei ne fece uno indietro ritrovandosi contro la libreria.
« E tu? Hai paura Granger? »
« Di te? »
« Di tutto. »
A pensarci razionalmente avrebbe dovuto dire di si, ovviamente si, ma la verità era che in quella casa, con lui, iniziava a sentirsi protetta.
« No Malfoy. »
« No? »
« No. D'altronde sono con il generale no? » credeva che si sarebbe arrabbiamo invece Draco la guardò in silenzio per un istante poi rise.
« E quindi? »
« Beh, se ho capito bene come funziona sei al grado più alto sotto Tu-Sai-Chi- »
« Come sei arretrata Granger, Tu-Sai-Chi. » la canzonò ricevendo un'occhiataccia.
« Non lo chiamerò mai Signore Oscuro. È come riconoscere il suo potere e non lo farò. »
« Sarebbe anche ora. »
Hermione afferrò il libro che aveva adocchiato e tentò di sorpassarlo fulminandolo con lo sguardo.
Draco l'afferrò per un braccio e l'attirò a sé, più vicino del normale, tanto che lei dovette lasciare rapidamente il libro sul tavolino e appoggiare le mani sul suo petto per cercare di allontanarsi.
« Non hai finito di raccontarmi ciò che hai capito. »
« E ti interessa? » chiese bruscamente strattonando per liberarsi dalla sua presa.
« Certo Granger. »
Prese tra le dita un riccio sorridendo ai suoi tentativi di fuga sempre meno forti.
« Annoiami pure. »
« Sei proprio stronzo! »
Draco rise ancora ma non la lasciò.
« Dai Granger, voglio davvero sapere cos'hai capito. »
« Perchè? »
« Perché si. »
« Semplicemente che sei il primo sotto Tu-Sai-Chi per cui tutti rispondono ai tuoi ordini, l'unico di cui dovrei temere è Tu-Sai-Chi. »
« E perché non lo temi? »
« Mai detto questo. »
Guardò il suo ghignò e sospirò.
« É razionale avere paura del proprio nemico. »
Draco cercò di ignorare il calore che i palmi della riccia, appoggiati sul suo petto, stavano diffondendo oltrepassando la leggera camicia nera. La Grifona osservò il pomo d'adamo alzarsi ed abbassarsi mentre l'uomo deglutiva a vuoto.
« Quindi non mi consideri un nemico. »
« Cosa? »
« Hai detto che è razionale avere paura del proprio nemico ma non hai paura di me, seguendo la tua logica io non sono un tuo nemico. »
Il Mangiamorte raddrizzò la schiena e lei sentì i suoi muscoli muoversi sotto le sue mani, si affrettò a toglierle e strinse i pugni come a non voler lasciare andare quel calore.
Draco lesse il titolo del libro.
« Babylonian Magic and Sorcery. Sei agli inizi. »
« In realtà ho già fatto il primo scaffale. Non sapevo da dove iniziare quindi ho deciso di seguire l'ordine che c'era lì. » spiegò indicando con un dito lo scaffale dietro all'uomo.
« Potevi chiedere. »
« Certo. » rispose sarcastica.
Hermione fece passo indietro stringendosi il libro al petto mentre lui le stringeva ancora il braccio ma dopo qualche secondo la lasciò e prese un libro dalla sezione dei classici sorprendendosi di non vederla fuggire.
« Faccio preparare la cena. » annunciò prima di sorpassarla e uscire dalla biblioteca.
La donna lasciò andare il respiro che non si era accorta di star trattenendo e si appoggiò allo schienale della poltrona.
Aveva ancora sui palmi la morbidezza della camicia del biondo, la durezza dei suoi pettorali e il calore della sua pelle.
Scacciò con rabbia questi pensieri dalla mente e tornò in camera dove lasciò il libro e prese dei vestiti puliti da indossare dopo la doccia.
Sapeva che non avrebbe avuto tempo ma la voglia era troppo forte per cui invece di aprire l'acqua della doccia cominciò a riempire la vasca. Scelse dal cestino a fianco ad essa un'essenza alla lavanda e ne versò un tappino.
Il profumo si sprigionò subito riempiendole le narici e facendola sorridere.
Si spogliò e si immerse nell'acqua bollente lasciando che quel calore le arrivasse fino alle ossa.
Quando l'acqua fu abbastanza alta da coprirla tutta chiuse i rubinetti e prendendo un respiro profondo si immerse completamente.
Si sfregò una mano sulla coscia per eliminare un fastidioso pizzicore e la guardò poi scivolare tra le gambe indecisa se fermarsi o farlo davvero. Continuò ad osservarla come se si stesse muovendo senza il suo controllo poi chiuse gli occhi quando il medio affondò tra le grandi labbra.
Appoggiò la testa al bordo appositamente rialzato della vasca e riprese il controllo della mano che tornò su per poi scendere di nuovo, aggiungendo l'anulare.
Portò la punta delle dita sul bottone di carne sensibile e le sfuggì un sospiro.
In poco tempo si ritrovò con il fiato corto e il viso bollente, le dita che affondavano lentamente nella carne per poi uscire e ricominciare da capo.
Si fermò prima di arrivare all'orgasmo, riprese fiato e si mise seduta nell'acqua.
Si lavò velocemente e indossò un vestito grigio, ingenuamente si mise a pensare a quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che aveva indossato un paio di pantaloni.
Raccolse i capelli ancora bagnati con una pinza e uscì dalla stanza convinta di essere già in ritardo per la cena invece quando arrivò in sala trovò Draco seduto sul divano a leggere; inconsciamente tirò un sospiro di sollievo.
Si sedette all'altro estremo del sofà, accavallò le gambe appoggiando il collo sul morbido e sorrise stranamente rilassata.
« La cena è servita. »
Annunciò un elfo prima di sparire con un 'pop' ed Hermione si alzò guardando il biondo che invece rimase seduto ancora per qualche minuto, fino a che non finì il capitolo.
Le arrivò alle spalle senza che lei se ne accorgesse e sobbalzò quando lo vide.
« Hai i capelli bagnati. »
« Mi sono lavata. »
Draco estrasse la bacchetta dai pantaloni e con un rapido movimento glieli asciugò poi senza dire una parola la sorpassò e si sedette a tavola per la cena.

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionWhere stories live. Discover now