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Hermione sospirò affranta e abbassò la bacchetta con un fondo di frustrazione.
Aveva provato di tutto per intaccare quella bolla nera ma niente si era rivelato utile.
Si sedette sulla sedia a fianco al letto del moro e lo guardò sentendo la gola bruciare e gli occhi riempirsi di lacrime.
« Ci sto provando Blaise... davvero. »
Non riuscì a trattenere un singhiozzo e lasciò che le prime lacrime le scorressero sulle guance fino a staccarsi dal mento e cadere sulle coperte.
« Se riuscissi a dirmi qualcosa... perché so che sei qui, che mi senti, che pens- »
Non terminò la frase colta da un'improvvisa illuminazione.
I pensieri. Blaise era vivo e sano, se quella macchia non fosse lì per causare problemi fisici ma psichici?
Strinse nervosamente la bacchetta tra le dita alzandosi in piedi e prese un respiro profondo. Non era brava come Draco nella legimanzia ma aveva studiato, di sicuro non avrebbe fatto dei danni.
« Legilimens. »
Sussurrò con un leggero movimento di bacchetta e si sentì come risucchiata.
Era la prima volta che eseguiva quest'incantesimo e cercò di muoversi cautamente un po' perché non voleva far male a Blaise e un po' perché ad essere sincera non aveva la minima idea di dove fosse e di come tutto ciò che la circondava funzionasse; intorno a lei fluttuavano alcuni ricordi in cui non entrò e andò a sbattere qualche volta contro delle barriere che non provò a superare.
Si fece strada schivando ostacoli per qualche minuto poi provò un brivido gelido e uno stridio le fece male alle orecchie.
Alla sua destra trovò ciò che stava cercando. Guardò quella gigantesca bolla nera davanti a lei che fluttuava e muoveva i propri filamenti con aggressività. Sembrava una creatura informe ed oscura pronta ad attaccare.
La studiò cercando di calmare la paura che stava provando e che in quel momento non le permetteva di muoversi o pensare lucidamente. A vederla era spaventosa, emanava pura magia nera che lei poteva percepire e cercò di non andare nel panico pensando a cosa stesse provando Blaise da quando quella cosa si era annidata in lui.
Strinse la bacchetta nella mano sempre più sudata e la puntò contro quella bolla e fece l'unica cosa che pensò potesse aiutare, serviva della luce, della magia bianca e potente.
« Expecto Patronum. »
Dalla sua bacchetta non uscì altro che un piccolo filamento argenteo ma questo bastò per ottenere una reazione dell'oscurità.
Hermione si ritrovò catapultata fuori dalla mente di Blaise e provò un dolore acuto che le fece emettere un urlo.
Le sembrò che qualcosa fosse esploso nella tua testa, le orecchie fischiarono rabbiosamente e quando aprì gli occhi la vista risultò macchiata di nero.
Atterrò sulla sedia quando le gambe non ressero e lasciò cadere la bacchetta portandosi le mani alle tempie.
Un'infermiera entrò poco dopo attirata dall'urlo, cercò di aiutarla mentre Hermione non rispondeva cercando di calmare il dolore.
La riccia non seppe quanto tempo le passò ma le sembrò poco prima che nella stanza rimbombasse un passo cadenzato che avrebbe riconosciuto sempre, nella sua visuale ancora macchiata di nero entrarono le scarpe ludice di Draco e i suoi pantaloni sempre perfettamente stirati, le sue mani le toccarono le braccia e lo vide inginocchiarsi davanti a lei.
« Hermione. » la sua voce sembrava lontanissima e ovattata.
« Hermione mi senti? »
Le forzò le mani per togliergliele dalle orecchie dove le aveva messe nel disperato tentativo di bloccare quel fischio insopportabile.
« Guardami. » ringhiò forzandole lo sguardo e dopo qualche secondo lei sentì il proprio sangue bruciare, respirò a fondo capendo che Draco stava cercando di calmarla ma questa volta, rispetto alla precedente, percepì anche la rabbia potente che lui stava provando.
Gli strinse la mano in risposta, ancora incapace di ragionare lucidamente ma ora più tranquilla e il bruciore si interruppe lasciandola al freddo della stanza.
Il Mangiamorte congedò l'infermiera e quando la porta si chiuse si alzò lasciando la moglie ancora sulla sedia; con un colpo di bacchetta riordinò tutti gli appunti e si fermò per qualche secondo a guardare l'amico sdraiato sotto le coperte.
Hermione lo vide di nuovo a fianco a sé e cercò di alzare la testa pesante come un macigno.
« Posso smaterializzarmi? » le chiese cercando di mascherare il tono nervoso ma fallendo.
Lei mimò un lievissimo 'si' con la testa e lui si smaterializzò.
Atterrarono nello studio di Draco che sbatté la cartella di Blaise sulla scrivania e fece sedere la moglie sulla poltrona per poi allontanarsi e tornare con delle pozioni.
La Grifona cercò di parlare ma nonostante tutti gli sforzi non ci riuscì.
Draco la esaminò cercando di capire cosa le fosse successo e dopo qualche minuto (e tantissimi sforzi per trattenersi) sbottò.
« Si può sapere che cazzo fai? »
Hermione strizzò gli occhi quando la voce di Draco le rimbombò dolorosamente nella testa.
« Non mi serve a niente salvare Blaise se per farlo ti crei dei danni cerebrali! »
Lei non rispose e lui sbuffò per poi restare ad aspettare in silenzio, le braccia incrociate sul petto e un'espressione davvero incazzata.
Aspettò per dei minuti in silenzio fino a che lei finalmente alzò la testa e lo guardò negli occhi.
« Stai meglio? » le chiese con tono duro.
« Si. »
« Bene. Ora mi dici che cazzo pensavi di fare? »
« Aiutare Blaise. »
« Non sacrificandoti! »
« Non sapevo che sarebbe successo. » sussurrò lei.
« Cosa stavi facendo Granger? »
« Ho pensato che il blocco agisse sulla psiche invece che sul fisico per cui ho usato la legimanzia e sono entrata nella testa di Blaise. Lì l'ho trovata e l'ho studiata meglio, è una bolla nera, pura magia nera Draco e chissà quanto sta soffrendo Blaise. Ho provato a contrastarla con un patronus ma mi ha buttata fuori e il contraccolpo è stato pesante. »
Draco continuò a rivolgerle uno sguardo duro e lei sospirò.
« Volevo solo aiutarlo. »
« Ascoltami Granger. -l'uomo appoggiò le mani sui braccioli della poltrona e si sporse verso di lei che si schiacciò sullo schienale- Voglio bene a Blaise ma amo te e non ho intenzione di perderti. Vedi di non fare altre stronzate. »
« Non volevo farti preoccupare. » sussurrò lei allungando una mano verso la sua guancia ma non riuscì a toccarla.
« Mi ha convocato con estrema urgenza il San Mungo per te Hermione! Cosa dovevo pensare? Che avessi buone notizie?! »
« Lo so, lo so, solo... non volevo. »
« Andiamo. » disse tendendole una mano.
« Dove? » chiese lei mentre il marito la tirava in piedi.
« Tu a dormire. »
« Draco- »
« No! Ascoltami. -la fronteggiò, di nuovo arrabbiato e lei si sentì piccola sovrastata da lui- Non farai altro oggi. Non ti è permesso studiare, o leggere o fare qualsiasi altra attività che richieda uno sforzo mentale. Te ne starai buona per ventiquattro ore in modo che possibili danni che io non ho individuato si rimettano a posto da soli. Bevi queste tre -disse indicando le pozioni sulla scrivania- e ti riposi. »
Hermione avrebbe dovuto arrabbiarsi ma era ancora talmente stanca e intontita che cercò solo di opporsi.
« Non puoi- »
« Posso eccome Granger se ne va della tua salute. »
La portò in camera facendola sedere sul letto e chiamò Nancy che si smaterializzò a fianco a loro poi cominciò a porgerle una pozione dopo l'altra e lei le prese con poca resistenza.
« L'ultima era distillato della pace. -disse lui chiudendo la boccetta e poggiando anche quella insieme alle altre vuote sul comodino- Non opporre resistenza e dormi. »
« Tu dove vai? »
« Starò con Isaac fino alle quattro, poi ho un appuntamento e Ruf baderà a lui. Tu non devi preoccuparti di niente oggi. »
La presa che lei aveva ottenuto sul polso dell'uomo diventò molle e Draco le fu di nuovo accanto in tempo per evitare di cadere dal letto mezza addormentata per via del distillato che stava già facendo effetto.
« Dormi. » ripeté facendola sdraiare e sistemandole le coperte poi guardò l'elfa rimasta in disparte.
« Fino a quando non torno non potrà avere niente che possa sforzare la sua mente, niente libri, niente carta e penna, è un ordine Nancy e se te lo chiederà, se te lo ordinerà tu non l'ascolterai. Intesi? »
« Si Padron Draco. »
Hermione ebbe ancora il tempo di sentire le direttive che Draco chiede all'elfa prima di sprofondare in un sonno profondo.
Il Mangiamorte si assicurò che la moglie fosse profondamente addormentata prima di baciarle la fronte e uscire dalla stanza.
In salone venne raggiunto da Ruf e Isaac.
« La Signora... » cominciò l'elfo incerto e Draco annuì.
« Starà bene. Deve solo riposare. »
Si piegò a prendere in braccio il piccolo che rise felice di ricevere delle coccole.
« Ciao peste! »
« Dove mamma. »
« Tua madre deve riposare. »
« Gioco. »
« Vuoi giocare? »
« Furetto. »
Draco sbuffò sonoramente e si girò a cercare il peluche.
« Ancora non capisco come possa non essere arrabbiato per questa cosa. -disse mentre Ruf gli porgeva il pupazzo- Tua madre è stata troppo brava a fregarmi. »
« Furetto! »
Urlò il piccolo prendendo il giocattolo dalla mano del padre.
Si sedettero entrambi sul divano e Draco gli accarezzò i capelli immerso nei pensieri fino a che il piccolo si girò a guardarlo.
« Che c'è? » chiese l'adulto divertito mentre Isaac si alzò in piedi traballante sui morbidi cuscini del sofà prima di lasciarsi praticamente cadere addosso al padre.
« Okay okay, affetto, va bene. »
Lo strinse a sé e lo guardò premere il viso nella sua spalla.
« Dovrai affrontare un mondo là fuori Isaac che non sarà per niente facile. -sussurrò accarezzandogli la schiena- Spero che tu abbia preso non solo la fragilità ma anche la forza di tua madre. »
Quando Hermione si risvegliò la prima cosa che vide fu Draco seduto sul letto accanto a lei intento a leggere un libro.
Sentiva la testa pesante e richiuse subito gli occhi ma cercò di muovere la mano e raggiunse la gamba di lui.
« Hermione... ben svegliata. »
Con gli occhi semichiusi e la vista sfocata lo intravide prendere la bacchetta e lanciare un incantesimo diagnostico.
« Continuo a non vedere danni. » disse pensieroso prima che lei gli afferrasse il polso senza stringere.
« Non volevo... »
« Granger- »
« Io... volevo solo- »
« Basta Hermione! »
Lei si zittì e Draco sospirò pentendosi di aver alzato la voce.
« Le prossime volte starai più attenta. »
La guardò annuire mentre le passò una mano tra i ricci.
Hermione sentì il materasso muoversi sotto di sé poi le braccia di Draco sembrarono quasi sollevarla e stringerla a sé.
« Sei sempre l'eroina della situazione. » sussurrò lui tra i ricci di lei, fu l'ultima cosa che la donna sentì prima di crollare di nuovo nei sogni sotto l'effetto della pozione.
***
Draco passò la serata a seduto sulla poltrona con un bicchiere di Fire Whiskey in mano a guardare la moglie prendersi cura del piccolo di casa che quella sera era particolarmente agitato poi quando lei riuscì a calmarlo e poterono andare a dormire lui rimase a leggere nel letto.
Dopo una ventina di minuti chiuse il libro poggiandolo sul comodino e guardò la moglie che aveva la testa appoggiata sulle sue gambe, sorrise e le accarezzò i capelli restando ad osservarla per un po'.
« Hermione? -sussurrò non sicuro di volerla svegliare- Stai dormendo? »
« Quasi. » la risposta arrivò con un mormorio che fece quasi ridere il biondo.
« Stavo pensando ad una cosa... »
« Cosa? » chiese lei assonnata.
« Hai mai pensato di volere un secondo figlio? »
La donna si irrigidì e lui lo sentì, la vide alzare la testa il giusto per guardarlo negli occhi.
« Io... in realtà no. »
« So che Isaac non era voluto e ci ha preso in contropiede ma ogni tanto ci penso. »
« Draco... l'Oscuro- »
« Non voglio sapere cosa ne pensa l'Oscuro. Voglio sapere cosa ne pensi tu Granger. »
Hermione si mise seduta e Draco ebbe l'impressione di sapere come il discorso sarebbe proseguito.
La riccia si era accorta del repentino cambiamento del Serpeverde con Isaac, passava molto più tempo con lui e aveva cominciato a chiederle di raccontargli cosa lui si era perso... in effetti questa domanda poteva quasi aspettarsela.
« Mi piacerebbe. »
Il Mangiamorte strabuzzò gli occhi e lei sorrise.
« Davvero? »
« Certo che mi piacerebbe Draco. Ho sempre desiderato un fratello o una sorella ma i miei dopo di me non hanno più potuto. »
« Io non ci ho mai pensato, i miei hanno già fatto fatica ad avere me e da solo ero l'unico viziato e riverito in casa ma forse un fratello mi avrebbe aiutato in certi momenti. »
La guardò sorridere ma in poco tempo le labbra di lei tornarono ad essere una riga rigida.
« Ma ritorniamo sull'Oscuro Draco. -Hermione cercò di non cogliere lo sguardo ferito e sofferente di Draco in quel momento- Al pelo abbiamo salvato Isaac e noi stessi. Un secondo bambino come lo giustifichi? »
« Non lo so Hermione. »
La riccia sospirò malinconicamente e gli posò un bacio su una guancia.
« Abbiamo tempo per pensarci, siamo giovani. »
Il Serpeverde annuì e la baciò ancora per poi guardarla sdraiarsi di nuovo sempre con la testa sulle sue gambe.
***
Draco si smaterializzò al San Mungo e si diresse nella stanza di Blaise.
Lì trovò la moglie indaffarata ad analizzare ancora le proiezioni del cervello di Serpeverde e a prendere appunti, non si accorse neanche della porta che si aprì e si richiuse da quando era concentrata.
« Hermione. »
Il biondo la vide sobbalzare e sorridere portandosi una mano sul cuore.
« Merlino... mi hai spaventata. »
« Pensavo mi avessi sentito. »
Si giustificò lui e la riccia scosse la testa.
« Gli stavi leggendo la mente? » domandò con tono duro mentre Hermione emise un brevissimo sbuffo.
« No Draco, ti ho detto che non lo faccio più perché tu mi hai gentilmente vietato di farlo. »
« Oh scusa se tengo alla tua- »
Hermione rise e il Mangiamorte si zittì stranito.
« Che hai da ridere? »
« Lo so che tieni a me Draco, lo so bene. -gli appoggiò una mano sulla spalla e sentì quelle di lui correre sui suoi fianchi- Anche se dovresti fidarti di me. »
« Ma tu fai sempre di testa tua. »
Lo baciò alzandosi sulle punte poi prese la bacchetta e fece sparire le luci che fluttuavano sopra di loro.
« Come mai sei qui? »
« Sono venuto a prenderti. »
La Grifona lo vide sorridere e si accigliò confusa.
« A prendermi? Perché? »
« Perché voglio che tu venga a casa. Ho dei programmi. »
« Oh... »
« Cos'è? Non ti va? »
« No... no certo... certo che mi va. Mi cogli solo alla sprovvista. »
« Andiamo. »
Sussurrò lui prima di aiutarla a raccogliere le cose.
Quando arrivarono al Manor Draco la portò in camera mostrandole i vestiti pronti sul letto e lei si fece un'idea.
« Andiamo a cavallo? »
« Avevi detto che ti era mancato. »
« Tantissimo. »
L'uomo si cambiò più velocemente di lei e restò appoggiato alla scrivania a guardarla.
Sembrò volerla divorare con lo sguardo e quando i suoi occhi si posarono sul ventre della donna non potè fare a meno di pensare a quando aspettava Isaac. Draco era sicuro che quel periodo fosse stato il migliore della sua vita, nonostante l'ansia e la preoccupazione che aleggiavano sul Manor. Era stato un puro spettacolo vedere il ventre della riccia gonfiarsi col tempo e sapere che lì c'era suo figlio, che lui non vedeva l'ora di conoscere.
« Draco! »
Si riscosse dai pensieri e le sorrise divertito.
« Scusa, ero perso. »
« L'ho notato. A cosa pensavi? »
« A te. -sussurrò stringendola tra le braccia- A quando aspettavi Isaac. »
Hermione strinse le labbra in un sorriso amaro e abbassò la testa per qualche secondo prima che Draco gliela sollevasse.
« Ehi, abbiamo detto che ci penseremo, che abbiamo tempo. Non voglio che ti rovini questo pomeriggio perché io- »
« No, no Draco, non è quello. È solo che... »
« Che? »
« Che non possiamo vivere la vita che vogliamo. Che questo -disse mostrando il Marchio Nero che spiccava sul suo avambraccio- ci rende prigionieri. »
« Non voglio che ti rovini il pomeriggio. -ripeté Draco mormorando sulle sue labbra- Pensa che la famiglia sta per andare a godersi una gita a cavallo. D'accordo? Lo farai? »
La riccia annuì e lui ne fu felice.
In giardino trovarono i cavalli già pronti, Draco montò su quello con il manto bianco quasi brillante e quando fu sistemato prese Isaac dalle braccia della moglie facendolo sedere davanti a sé.
« Devi stare fermo Isaac okay? Altrimenti rischiamo di farci male tutti e due. »
Guardò la moglie montare su Zenais ed entrambi partirono a passo nella tenuta.
Lei seguì Draco per il retro del giardino fino a parti che in tutti quegli anni non aveva mai visto; prima di superare il cancello sul retro della proprietà ebbe il tempo di scorgere alla sua destra una porzione del cortile senza piante, circondato da un muretto alto si e no un metro, e una grossa costruzione di pietra all'interno. Quando l'idea di cosa potesse essere le passò nella testa fu come una doccia fredda.
Cavalcarono per quasi un'ora prima che Draco si fermasse sulla riva di un torrente.
« Cosa ci facciamo qua? »
Chiese mentre prendeva Isaac per far sì che Draco scendesse da cavallo.
« Passiamo un pomeriggio lontano da tutto. »
Il Mangiamorte evocò una coperta e mise un incantesimo riscaldante sulla zona poi tenendo in piedi Isaac per una manina porse l'altra ad Hermione.
Si sedettero entrambi e Draco si mise il piccolo sulle gambe mentre lui gli stringeva un dito per ogni mano.
« Sei felice? » chiese al bambino che lo guardò e continuò ad agitare le braccia ridendo.
« Direi di si. » decretò Hermione appoggiando la testa sulla spalla del marito.
« E tu? » sussurrò lui tentando di guardarla.
« Mi serviva, grazie. »
Fu Draco a sollevarle il viso e baciarla prima che Isaac si intromettesse.
« Cos'è? Sei geloso? »
Quella domanda scatenò le risate di Hermione che sollevò il figlio e gli sistemò i capelli biondi perennemente spettinati.
« La mamma è pur sempre la mamma. »
Il 'pop' di una smaterializzazione distrasse la donna dai pensieri, vide un elfo apparire, posare un vassoio dietro di loro e sparire.
« Ho organizzato tutto all'ultimo altrimenti avrei portato direttamente le cose qui. Almeno in questo modo arrivano ancora calde. » spiegò Draco che aveva notato lo sguardo della moglie.
Si sporse a recuperare il vassoio e vi tolse la copertura porgendolo a lei.
« Penso siano tartine con salmone e pepe rosa. »
« Wow... come lo sai? Sei anche chef? »
Draco scosse la testa divertito.
« No ma le riconosco, queste le prepara Nancy, erano le preferite di mia madre. »
Il silenzio che calò diede i brividi ad Hermione.
« Non mi hai mai parlato di lei. »
Ricambiò lo sguardo ferito di lui e gli tolse il vassoio dalle mani per poi intrecciare le loro dita.
« Se ti andasse... »
« Mia madre era la minore delle sorelle Black con Bellatrix e Andromeda. Si è sposata con mio padre subito dopo la scuola, ovviamente anche il loro è stato un matrimonio combinato e poi hanno avuto me. Non c'è molto da dire. »
« Sono sicura che ti amasse tantissimo Draco. »
Il biondo sorrise amaramente e accarezzò i capelli del piccolo.
« Le saresti piaciuta sai? »
« Davvero? » chiese Hermione sorpresa di quelle parole.
« Si, al di là del sangue che sarebbe stato un ostacolo insormontabile le saresti piaciuta davvero. E avrebbe amato Isaac. »
Hermione prese una tartina dal vassoio e dopo aver rimosso i chicchi di pepe ne porse un pezzetto ad Isaac che si riempì subito tutte le mani e la bocca di crema.
Un altro elfo comparve per pochi secondi, giusto il tempo di posare un cestino di cracker al formaggio e una bottiglia di champagne.
Draco riempì due calici e ne porse uno a lei.
« A cosa vuoi brindare? »
« Alle madri, -disse guardandola arrossire- a voi forti e coraggiose, che fareste di tutto per proteggere i vostri figli, anche morire. »
« Io brindo a te, Draco, che nonostante tutte le difficoltà riesci ad essere un ottimo padre per Isaac. »
I bicchieri tintinnarono tra loro e le bocche si unirono solo per qualche secondo.
« Andiamo a fare due passi Isaac? » chiese Hermione dopo una ventina di minuti vedendo che il piccolo non stava fermo sulle gambe del padre e appena lei si alzò lui la imitò e si aggrappò al suo vestito.
« Dammi la mano. »
Isaac le strinse due dita e cominciò a camminare sull'erba morbida poi dopo soli pochi secondi poté lasciarlo e il biondino camminò da solo.
« Non allontanarti troppo Isaac. »
Il bimbo si avvicinò ai cavalli e si fermò a distanza di sicurezza prima che la madre potesse richiamarlo, guardò gli animali poi i genitori e con un dito puntato verso il cavallo bianco e l'altra mano in bocca gridò.
« Papà! Su! »
Draco sorridendo appoggiò il calice di vino a terra e si alzò per poi sistemare Isaac sulla sella.
A metà pomeriggio misero Isaac a dormire sotto la giacca di Draco che continuò a riempire il bicchiere della moglie.
« Draco! -sussurrò lei ridendo- Fermati o mi farai ubriacare. »
« Beh non penso di avertici mai vista, sarebbe divertente. »
Rispose prima di calarsi sul suo collo; le sistemò i capelli dietro l'orecchio e si dedicò alla sua pelle godendosi il respiro di lei farsi subito pesante.
Continuò fino a che la mano della donna cercò di chiudersi sul suo petto e lui sentì le unghie attraverso la camicia.
« So cosa faremo questa sera. » le sussurrò all'orecchio.
Restarono fuori fino a sera e quando rientrarono affidarono Isaac a Ruf dicendo che non avrebbero cenato ancora pieni da tutte le cose mangiate nel pomeriggio.
Fu Hermione la prima a togliersi i vestiti per poi avvicinarsi al biondo e fare lo stesso.
« Sei ubriaca? » chiese lui divertito.
« No. Sono solo brilla, e felice. Ricorderò tutto. » disse fiera prima di ridere.
« Allora rendiamolo indimenticabile. »
Draco la portò con sé tra le coperte e lei prese iniziativa sedendosi sulle sue gambe.
« Aspetta. Mi serve la bacchetta Herm- »
« No. »
L'uomo spalancò gli occhi e la guardò sorridere.
« No? Hermione sei... sei sicura? »
« Non del tutto ma... è la nostra vita, e io voglio viverla. Ho rinunciato a troppo. »
Hermione sentì le mani del biondo tra i propri capelli e lui l'attirò a sé per baciarla.
« Ti amo. » sussurrò Draco stringendola a sé e ribaltando le posizioni. 

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Complimenti a chi nello scorso capitolo ha tirato in ballo proprio l'idea di un secondo genito (o almeno il tentativo)

Lo so, i capitoli sono belli pieni e avrete l'impressione che stia correndo ma è proprio ciò che cerco.

Che dire... Fatemi sapere cosa ne pensate e scusate per il ritardo ma è stata una giornata bella piena di impegni.

Elly💗

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionWhere stories live. Discover now